Per qualcuno il lavoro rende liberi. Ed è vero, sia purin circostanze ben diverse da quelle della citazione. E allora preferiamo l’asserzione di Carlo Fraschetti che “la Lettura rende liberi”.
di @CarloFraschetti
Avevo visitato la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria – PiùLibriPiùLiberi nel dicembre 2002, quando fu inaugurata la prima edizione al Palazzo dei Congressi a Roma Eur, da un’idea del Gruppo Piccoli Editori dell’Associazione Italiana Editori. Aspettavo questo evento annuale dell’editoria italiana perché mi permetteva di unire l’utile al dilettevole.
L’utile era l’opportunità di toccare e sfogliare con mano la produzione libraria delle case editrici e individuare i potenziali clienti a cui proporre le carte da stampare. Il dilettevole era quello di scoprire nuovi autori, nuovi libri, nuovi argomenti secondo il decalogo del lettore di Daniel Pennac.
Alla fine di ogni visita la stanchezza per il lungo passeggiare tra gli stand, era compensata dalla doppia soddisfazione di aver trovato nuovi clienti e nuovi temi culturali da approfondire.
Tutti in fila
Quest’anno sono stato per la prima volta, come semplice lettore, nella nuova sede della fiera al Roma Convention Center, più conosciuto come “La Nuvola” progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas. Non voglio entrare nel giudizio estetico del progetto architettonico o nella polemica delle spese sostenute per la realizzazione, ma l’evento PiùLibriPiùLiberi che si è svolto nella Nuvola, mi ha suscitato diverse sensazioni, pensieri e impressioni.
All’ingresso ho trovato una fila di molte persone che diligentemente aspettava il proprio turno per pagare il biglietto di ingresso. Già questo è stato un momento molto positivo, vedere tanta gente di tutte le età interessate alla lettura fa ben sperare.
Al piano terra il Salone Espositivo ha ospitato gli stand delle case editrici, con una disposizione simile alla vecchia sede del Palazzo dei Congressi.
La ‘libridine’ della carta
Qui era possibile dare sfogo alla “libridine” che assale i lettori di editoria cartacea, annusando l’odore della cellulosa e dell’inchiostro che pervade l’olfatto mentre si sfoglia un libro come un ventaglio agitato. Far scivolare i polpastrelli lentamente sulla copertina o sui fogli per il solo gusto tattile.
Leggere la quarta di copertina o i risvolti della sovraccoperta per capire l’argomento trattato o avere notizie dell’autore. Per deformazione professionale io cerco anche il colophon con i dati della casa editrice e dello stampatore o del tipo di carta utilizzata.
Salendo con le lunghe scale mobili al piano Forum si entra dentro la Nuvola e ho avuto la sensazione di entrare nel cloud internettiano. Ho trovato ancora stand di case editrici, ma anche una nuova agorà con spazi dedicati agli interventi di relatori che si susseguivano, con la partecipazione di famiglie, ragazzi, ragazze e adulti.
Gli acusmàtici
Tra gli eventi in programma ho scelto quello di Maura Gancitano e Andrea Colamedici, filosofi, scrittori e fondatori del progetto Tlon, che hanno presentato il loro podcast a cura di Audible, la piattaforma di audiolibri di Amazon, dal titolo Scuola di Filosofie XX secolo. L’intento della loro opera è quello di avvicinare e rendere la filosofia del ‘900 accessibile a un pubblico più vasto, anche a digiuno di filosofia, recuperando l’oralità che caratterizzava i filosofi di 2500 anni fa. Un po’ come la tradizione orale delle opere di Omero e la Scuola Peripatetica di Aristotele, che teneva le sue lezioni passeggiando con i discenti.
L’ascolto di un podcast o di un audiolibro, come ha sottolineato @Andrea Colamedici, ricorda le lezioni che Pitagora teneva nascosto dietro una tenda, creando il silenzio assoluto e aumentando l’attenzione degli scolari, chiamati per questo acusmàtici.
@Maura Gancitano ha puntualizzato che l’utilizzo di smartphone, tablet o pc non possono sostituire il libro cartaceo, perché alcuni argomenti o testi devono essere affrontati in modo più approfondito. La rete e i social possono però, se ben utilizzati, fornire l’opportunità di creare interesse su argomenti da affrontare in nuove agorà non solo on line, ma anche e soprattutto offline.
La parte del leone
Gli strumenti per creare più interesse per la lettura di libri ci sono e sono formidabili, ma in Italia i lettori sono ancora troppo pigri, le grandi case editrici e distributori sfornano nuovi titoli che hanno vita breve sugli scaffali delle librerie e la colpa non è degli e-book, come ben illustrato da @Stefania Zolotti negli articoli su Senza Filtro – Editoriale 88. Il libro nella giungla e Libri e distribuzione, monopoli e dannazione.
Le grandi case editrici e i grandi distributori fanno la parte del leone nella filiera editoriale, ma non riescono a ritrasmettere la cultura del sapere che deve essere uno degli obiettivi finali.
Sono del parere che leggere libri cartacei ed ebook o ascoltare audiolibri non è più sufficiente per aumentare il numero dei lettori. Sono necessari momenti in cui partecipare di persona a eventi, presentazioni di libri, che possano stimolare il desiderio di lettura e cultura. La scuola può e deve dare il “la” a questo ciclo virtuoso, ma se nell’ambito familiare la lettura non è coltivata, viene reso vano il suo proseguimento, che deve essere curato e sostenuto da enti pubblici e privati a partire dalle biblioteche.
Eppure gli smartphone hanno dato la possibilità a più persone di tutte le età e grado di cultura di poter leggere, informarsi e scrivere molto di più che in passato.
Sul segnalibro offerto da Torrossa-Online Digital Bookstore di Casalini Libri è riportata una bella frase, che mette in bella evidenza il nesso tra volere e sapere per chiudere il suddetto ciclo virtuoso:
“Volere è potere per chi ha sapere”
Ad maiora semper
Carlo Fraschetti … consiglia la miglior scelta di carte e supporti da stampare per il tuo progetto grafico
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