MetaÃlice è in compagnia di Yuleisy Cruz Lezcano, un’autrice pluripremiata per i suoi libri. Nata a Cuba, vive a Marzabotto, in provincia di Bologna, dove si è laureata in scienze infermieristiche e ostetricia.

MetaÃlice – Ciao Yuleisy, raccontaci come hai conosciuto MetaÃlice.

Yuleisy Cruz Lezcano – Ho conosciuto MetaÃlice cercando canali culturali dinamici, effervescenti sul web. Ho un grande fiuto per la ricerca delle cose belle e credo che questo spazio culturale sia destinato ad espandersi, ad ampliare il bacino di utenza, perché ha molti aspetti che attraggono i lettori. Comunque cercando uno spazio nel web per condividere la mia passione per la scrittura e diffondere la parola poetica, ho pensato che MetaÃlice fosse un buon contenitore aperto per gli scrittori e gli artisti.

MAÃ – Ricordiamo, per chi ci legge per la prima volta, che MetaÃlice è una rubrica di Editoria all’interno del webzine di Stampa e Cultura grafica MetaPrintArt.
Da quanto tempo vivi in Italia, Yuleisy, e cosa ti ha condotto nel nostro Paese?
YCL – Vivo in Italia dal 1992, sono da sempre stata attratta dalla lingua italiana, dalla cultura e letteratura, dall’architettura e tradizioni del popolo italiano. Amo le bellezze che ci sono in Italia, la sua immensa storia in ambito artistico. L’Italia mi chiamava prima del mio arrivo e poi così come si avverano i sogni, all’età di 17 anni ho chiesto a una stella cadente che mi sarebbe piaciuto conoscere l’Italia e un anno dopo conobbi un bel ragazzo italiano, fu amore a prima vista e, visto che io non capivo molto l’italiano usavamo l’inglese e il linguaggio dei gesti, degli sguardi e i sorrisi che sono comuni a ogni cultura. Io ero molto giovane, avevo tutta la vita davanti e tanti sogni. Le mie arterie pulsavano di vita, di musica cubana e di ingenuità, così per un anno continuarono i nostri incontri amorosi, la nostra corrispondenza, finché non sono arrivata in Italia e qui mi si sono aperte nuove finestre, nuove meraviglie. Mi sono rimboccata le maniche e ho incominciato a studiare e lavorare, così ho conseguito due lauree. Ma non mi sono mai fermata, ho continuato a indagare il mio animo, le mie passioni e quello che la mia anima aveva da raccontare. Dapprima ho incominciato a scrivere racconti, poi ho cominciato a fare sculture, a restaurare mobili comprati nei mercatini, a fotografare e catalogare le farfalle dell’Appennino Tosco-emiliano, finché, contemplazione dopo contemplazione, ho imparato che la mia vera strada è la poesia. In tutte le cose che facevo cercavo la poesia.

MAÃ – C’è molto sentimento ed emotività in ciò che racconti.  Di che cosa ti occupi e quali sono i tuoi interessi?
YCL – Lavoro nella sanità pubblica, mi occupo di salute pubblica e di persone che hanno problemi di salute. I miei interessi e passioni sono però la mia vera anima. Mi piace camminare nella natura, fare sub, adoro scrivere, mi piace dipingere, lavorare la creta.

MAÃ – Sei poliedrica. Ami la lettura? 
YCL – Sì, la mia passione per la lettura è presente da sempre. Sono sempre stata una divoratrice di ogni tipo di lettura, ho letto su molteplici argomenti, sono una divoratrice della parola, molto curiosa. Amo le storie biografiche, le storie vere, mi piace ascoltare le storie del passato, amo la memoria. Credo che non può nascere la passione per la scrittura se non si ha prima quella per la lettura, per la contemplazione del mondo. Come lettrice vorace potrei citare molti poeti, filosofi, narratori, ma ho paura di lasciarne fuori molti. Se un elenco ricercato può aiutarmi a sembrare una letterata, non voglio farlo. Sono una persona curiosa e non desidero porre limiti alla mia scelta. Sicuramente amo la buona letteratura e ho un’idea tutta mia della “buona letteratura”, perché non vincolo questa scelta ai nomi, ai titoli o a un poeta o scrittore affermato, ma alla qualità del racconto, alla scelta degli accostamenti che mi stupiscono. Sento una sorta di godimento spirituale, di orgasmo mistico quando uno scrittore mi stupisce e fa nascere nella mia immaginazione immagini nuove e mi insegna concetti e modi nuovi per scoprire e avvicinare le cose che mi stanno attorno.

MAÃ – Concordo con la descrizione di “buona letteratura”. Che cosa ha fatto nascere la scintilla per la scrittura, qual è stata la tua prima opera?
YCL – La scintilla forse è esplosa durante le letture che mi faceva mio padre, alla tenera età di quattro anni. La mia prima opera è sempre l’ultima, che in questo caso è Di un’altra voce sarà la paura. Ogni volta che scrivo un libro e lo finisco si compie un’evoluzione dentro me. Cambia la mia scrittura come cambiano i miei pensieri. Sono diversa ogni giorno e non rinnego il mio primo libro di narrativa, che è un memoriale storico ambientato a Marzabotto, durante la seconda guerra mondiale Frammenti di sole e nebbia sull’Appennino, ma sono andata semplicemente avanti, come la mia vita.

MAÃ – Siamo in continua evoluzione e chi scrive o si esprime con l’arte se ne accorge, forse, prima degli altri. Preferisci scrivere nella tua lingua madre o in italiano? 
YCL – Dipende dei momenti. Scrivo in una o nell’altra lingua. Dipende a chi voglio rivolgere la mia scrittura. Sicuramente lo spagnolo, nonostante sia la mia lingua madre, non rappresenta più un filtro dal quale passare per scrivere in italiano. Ora penso, sogno e scrivo in italiano perché mi trovo in Italia, ma quando viaggio e mi trovo a Cuba o in qualsiasi paese di lingua ispanica il mio sistema mentale si reimposta, si sintonizza e incomincio a parlare e scrivere in modo automatico in spagnolo. Mi ritengo perfettamente bilingue.

MAÃ – I tuoi testi sono tradotti in altre lingue. È stata una tua proposta oppure il riscontro delle vendite ha convinto l’editore a tradurli per immetterli sul mercato estero?
YCL – Un po’ e un po’. Le collaborazioni implicano uno scambio e traducendo e facendo conoscere autori di diverse parti del mondo, molti autori si sono interessati alla mia scrittura e lo scambio culturale comporta frutti. Nascono alberi quando ci si apre al mondo. Begli alberi e ramificazioni di parole.

MAÃ – Qual è il filo conduttore dei tuoi testi?
YCL – La realtà, o meglio la mia visione della realtà. Per esempio in questo libro Di un’altra voce sarà la paura, pubblicato con Leonida edizione, parlo di violenza di genere. Infatti, inizio il libro con una poesia emblematica ispirata a un fatto di cronaca di una donna di 89 anni violentata alla periferia di Milano; poi il libro tratta anche la violenza tra le mura domestiche, la violenza compiuta dal branco, la violenza durante i conflitti bellici, la violenza compiuta da uno sconosciuto, dove l’aggressore sfrutta l’occasione e le fragilità della donna, la violenza durante l’emigrazione, la violenza sulle bambine obbligate a contrarre matrimonio con adulti, la violenza contro la donna anziana che ha dei deficit cognitivi o delle disabilità fisiche, contro donne fragili la cui fragilità può essere la dipendenza economica e l’isolamento.

MAÃ – Leggo dalla tua bio che hai al tuo attivo numerosi premi. Ce ne parli?
YCL – Partecipare a premi e concorsi letterari è un modo per capire quanto il mio messaggio e ciò che voglio comunicare, è in grado di raggiungere le persone. I tanti premi vinti e menzioni speciali mi hanno confortato nelle scelte e nel modo di scrivere. Non ho particolare attaccamento o predilezione per nessuno di questi, ma i premi i cui temi scelti erano collegati alla natura, mi hanno sempre affascinato.

MAÃ – Hai incontrato gli editori grazie al tuo hobby di traduttrice in lingua spagnola?
YCL – Sì, anche. Ho partecipato anche a festival internazionali, a conferenze. Per esempio sono membro di onore del Festival Internazionale della poesia di Tozeur. L’anno scorso ho partecipato al Festival Internazionale Veracruz Ciudad de los Poetas in Barcellona, al Festival sudamericano San Ginesio e da due anni partecipo al festival Poesia e Filosofia, organizzato in Messico. Poi ho partecipato al Festival internazionale itinerante La estaciòn del arte a Madrid, il quale promuove anche un premio internazionale, in cui sarò in giuria dal prossimo anno. Sono stata giurato di diversi premi letterari italiani e sono redattrice in diversi blog e nella rivista letteraria Il giornale letterario del premio Nabokov. Di sicuro non riesco a stare ferma e la mia mente corre di più dal punto di vista creativo di quanto riesca con il corpo.

MAÃ – Complimenti per la versatilità. Entrando nel vivo della produzione del libro, gli editori ti hanno aiutata con un buon editing e correzione delle bozze?
YCL – Non tutti, ma la Leonida edizioni lo fa sempre. I membri di questa casa editrice sono molto competenti.

MAÃ – In merito alla copertina, hai avuto facoltà di scegliere quella migliore che rappresentasse le tue opere?
YCL – Mi sono da subito innamorata del dipinto del pittore fiorentino Orlando Poggi, “Amore a prima vista”.

MAÃ – Sei soddisfatta del mondo editoriale che ha curato i tuoi libri?
YCL – Non sempre e non dico altro. Quelli che scrivono sanno bene come funziona.

MAÃ – Esatto, ma tu non demordi e fai bene, non bisogna arrendersi se durante il cammino di ricerca alcune situazioni non girano per il verso giusto. Che cosa miglioreresti, se potessi?
YCL – Dovrei fare un lungo elenco di proposte, perché per migliorare il mondo dell’editoria c’è ancora molto da fare.

MAÃ – Fanne pure alcune, il pubblico di MetaÃlice è curioso e attento.
YCL – Bisogna fare la premessa che questi ultimi due decenni sono stati cruciali per il destino del libro nel suo intero sistema e lo sarà ancora di più quello che verrà. Le sfide durante lo sviluppo dell’era digitale poi sono aumentate e per fare fronte a questi cambiamenti ci vogliono nuovi percorsi e una nuova mappa del settore: ciò servirà per garantire la sopravvivenza della parola scritta nell’era dei grandi cambiamenti sociali, in cui la gente è abituata a leggere post brevi, le recensioni, gli estratti e le sintesi dei libri, piuttosto che cimentarsi in vere e proprie letture di testi che cambiano la loro visione e che potrebbero essere complicati, perché propongono un linguaggio e concetti innovativi.
Quella che si prospetta è un’era che richiederà maggiori alleanze: l’editore si dovrà impegnare non solo a vendere poche copie all’autore del libro e a pochi altri, col solo obiettivo di abbassare il rischio per rientrare nelle spese, ma anche allearsi all’autore in modo tale che quest’ultimo si senta più seguito nella diffusione della sua opera, tramite maggiori investimenti da parte delle case editrici in sistemi innovativi di marketing e di tecnologie digitali; vedo un’era di maggiore alleanza tra autori ed editori con i gruppi di lettura, e tra editore e book lancers.
Anderson, caporedattore della rinomata Publishing Perspective, è uno dei giornalisti specializzati nel settore editoriale più prestigiosi al mondo e dice: «Se un tempo il libro era il supporto originario che ospitava quasi tutte le storie principali, ora la grande narrazione risiede in molti luoghi e forme, e può provenire da molti media e prendere molte strade verso la coscienza di popolazioni bombardate dai contenuti e sopraffatte dalla narrazione
Sicuramente, il settore subirà una necessaria metamorfosi, che io auspico. Immagino la letteratura, per esempio, come un elemento essenziale incorporato in ogni sorta di manifestazione artistica e non solo. Il libro che accompagni la pittura, la musica, i video-giochi, il cinema e ogni evento creativo che gioca con i sensi della gente. Questo implica una rivoluzione nel modo di concepire la scrittura, tutti i libri saranno transmediatici e ci saranno delle app specializzate che aiuteranno i traduttori per diffondere le opere più lette e con più impatto tra i gruppi di lettori da un Paese in altri Paesi in tempo reale. Le case editrici saranno spinte a un investimento dal punto di vista del formato e supporti digitali proposti e sceglieranno con cura le piattaforme, i festival e gli eventi per promuovere gli autori meritevoli. Questo sviluppo del libro, essendo il futuro che immagino e anticipo, porterà alla nascita di altri settori della cultura e dell’intrattenimento, con maggior investimento da parte degli utenti. Il cambiamento è nell’aria e le alleanze non solo salveranno il mondo della editoria, ma saranno fonte di ricchezza con benefici incalcolabili che detteranno le nuove regole nel settore editoriale. Così come è ora, non può continuare. Non può essere l’autore il maggior investitore della propria opera e un esperto di marketing.

MAÃ – Sei ottimista e hai idee chiare.
YCL – Chiudo gli occhi e già vedo il libro nel futuro e i suoi benefici che saranno incalcolabili. L’universo del libro sarà creazione, industria, piacere. Sicuramente, oltre a correggere le bozze, e un editing di qualità, che poche C.E. attualmente fanno con serietà, serve un investimento verso i supporti digitali per sviluppare il settore degli audio-libri, con app tecnologicamente competitive e anche un’alleanza con il mondo del cinema e con i registi degli effetti speciali.

MAÃ – La tua è una visione avveniristica e positiva del mondo editoriale che dovrebbe portare a una diversa apertura mentale dell’essere umano e alla sua evoluzione generale, non solo nel campo della scrittura. Vedremo di ricordare la tua prospettiva quasi profetica.
Ma tornando a noi e alla realtà odierna, mi pare di intuire che la promozione dei tuoi libri la gestisca tu oppure ti aiuta anche l’editore?

YCL – Per la maggior parte ci penso io, anche se la Leonida edizione, a differenza di tante altre case editrici appoggia le mie scelte e mi aiuta per la parte di marketing e promozione. È importante che una casa editrice creda nel proprio autore e la mia casa editrice mi ha dimostrato di credere in me e di amare la mia scrittura, al punto tale che hanno selezionato tra tanti il mio libro per presentarlo al Premio Strega quest’anno e al Salone del libro di Torino, oltre che al festival Libri nel borgo antico di Bisceglie e al Festival del libro di Pavia.

MAÃ – Hai pubblicato molto dal 2014 a oggi. Che cosa ti stimola a continuare a scrivere?
YCL – La passione, unicamente la passione per la scrittura. Inoltre nel caso del mio ultimo libro “Di un’altra voce sarà la paura” ho sentito la necessità di scrivere poiché sentivo che il mio animo era completamente vicino alle donne vittima di violenza. Le mie considerazioni riguardo alla violenza sulle donne è che si è fatto molto per cambiare l’andamento del fenomeno, ma ancora non è sufficiente e c’è ancora molto da fare. Intanto, un passo avanti al riguardo è stato fatto con la convenzione di Istanbul del maggio 2011, ratificata dall’Italia a giugno 2013, in cui si definisce la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne. Già prima, con la legge n. 66 del 1996 si era affermato il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non solo un delitto contro la morale pubblica, come accadeva precedentemente.

MAA – Parlaci del progetto LATILMA.
YCL – Il progetto Latilma è un bel progetto partito dall’Università di Roma, nel quale con le mie poesie spagnole sono stata selezionata tra tanti. Il progetto è in nascere e ci saranno nuovi aggiornamenti e sviluppi che verranno pubblicizzati nel web. Intanto cliccando la parola “Latilma” su Google potete rendervi conto della bellezza e ricchezza di tale progetto.

L'autrice nello stand di Leonida Edizioni

Yuleisy Cruz Lezcano nello stand di Leonida Edizioni

MAÃ – Diamo ai nostri lettori un piccolo indizio per invogliarli ad approfondire. Latilma, ovvero, “Testimonianze latinoamericane in Italia: una biblioteca vivente tra il Mediterraneo e le Ande” è un progetto finanziato dall’Unione Europea ma i punti di vista e le opinioni espressi sono tuttavia esclusivamente degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell’UE. Il progetto è finanziato dall’Unione Europea tramite il Programma Horizon Europe – Azione Marie Sklodowska-Curie, ed è realizzato dal Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali di Sapienza, Università di Roma, in collaborazione con la Pontificia Universidad Católica del Perú – Instituto Riva Agüero.  LATILMA cerca in particolare opere scritte o prodotte da autrici o autori latinoamericani residenti in Italia, in lingua spagnola o italiana da riunire in un’antologia di testimonianze letterarie latinoamericane in Italia, pubblicata sulla pagina web del Progetto.

Terminiamo con la poesia finale della silloge “Di un’altra voce sarà la paura

Me ne vado
(un saluto dal poeta)

Me ne vado dove la mia accesa
indignazione non può squarciare
il mio petto. Me ne vado da queste dita
che fanno male indicando lo sguardo
che non vuole più guardare i tatuaggi
non voluti, da dove la violenza s’incammina
scuotendo la mia inerzia. Me ne vado
da questa tendenza a rimescolare
colpe che si agitano come una bestia
bagnata dalla pioggia che si scrolla
– conservando la puzza – ovunque
disseminando gocce di giudizi.
Me ne vado dalla parola, dalla voce
del nero che si contrappone all’aureola.
Me ne vado per paura d’essere la mano
dove invelenito il sangue prende forma.”

Yuli Cruz Lezcano, testo proposto al Premio Strega poesia 2024

Yuli Cruz Lezcano, testo proposto al Premio Strega poesia 2024