Considerazioni di fine anno su come coscienza e libero arbitrio siano fenomeni quantistici dell’Universo.
MetaÃlice propone a fine anno alcune riflessioni tratte da un libro letto qualche tempo fa: Irriducibile di Federico Faggin, fisico, inventore del microprocessore, che ha sperimentato un’esperienza mistica che ha messo in luce la coscienza e l’ipotesi che quest’ultima e il libero arbitrio siano fenomeni quantistici che esistono sin dall’inizio dell’Universo.
Tali riflessioni sono anche collegate a un lavoro di gruppo attualmente in essere, che sfocerà nella pubblicazione di un’antologia, nato da un’iniziativa proposta da Eugenio Pattacini in Agorà ti racconto un libro e Sagoradio24 TV, in cui dieci autori si cimentano nella scrittura di un racconto e/o una poesia che hanno un argomento comune: E se l’Universo fosse solo un punto dentro di noi?
Siamo il Tutto che osserva e conosce se stesso con il proprio punto di vista?
Diceva Aristotele: Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto. Non possiamo lasciare fuori dal calcolo la coscienza. Quest’ultima permette di sintonizzarci con le vibrazioni della realtà che vogliamo vivere e conoscere e la conoscenza diretta implica diventare ciò che si sperimenta.
Gli scienziati hanno constatato che più le parti sono piccole, più inseparabili diventano dal tutto e il tutto, quindi, deve essere invisibilmente presente in ogni sua parte.
La conoscenza mentale è un conoscere sia da dentro, sia da fuori. Da fuori, la otteniamo leggendo e studiando sui libri, ascoltando i genitori, gli insegnanti e i media; da dentro la conseguiamo con il ragionamento e la memoria e con la creatività, che si basa sull’intuizione e immaginazione.
Il cuore è la sorgente più profonda delle capacità non-algoritmiche umane. Chi va fino alla fine del suo cuore conosce la natura dell’uomo. Come sono bui i sentieri della vita se non sono illuminati dalla magica presenza della coscienza che è la nostra stella polare. Solo il cuore rende possibile l’unione tra il mondo interiore e quello esteriore, in cui essere e conoscere diventano un tutt’uno.
Diventare consapevoli della propria responsabilità è fondamentale perché da questa presa di coscienza dipende il nostro risveglio.
Superiori solo a se stessi
Un proverbio Indù dice che non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a un altro uomo. La vera nobiltà sta nell’essere superiore alla persona che eravamo fino a ieri.
La mentalità competitiva è una minaccia sempre presente che ci impedisce di essere spontanei, creativi, e a proprio agio con gli altri e con il mondo. La competizione, figlia naturale della superiorità, è ciò che ostacola il movimento verso l’unione, che da solo può portare salute fisica, emotiva e mentale. Allo stesso modo abbiamo bisogno di un’altra coscienza che possa convertire la conoscenza vissuta in una nuova conoscenza scientifica da cui generare nuova conoscenza vissuta, e così via in un crescendo senza fine. In questa visione, scienza e coscienza, interagendo a vicenda, aumentano sempre più la nostra unione con il tutto.
Passando all’Universo, una famosa affermazione di Pierre-Simon Laplace, nell’introduzione del suo Essai philosophique sur les probabilités del 1814, recita così: Possiamo considerare lo stato presente dell’Universo come l’effetto del suo passato e la causa del suo futuro. Un intelletto che a un certo momento conoscesse tutte le forze che mettono in moto la natura e le posizioni di tutti gli elementi di cui la stessa è composta, se fosse anche abbastanza vasto da sottoporre all’analisi questi dati, potrebbe abbracciare in un’unica formula i movimenti dei più grandi corpi dell’Universo e quelli del più piccolo atomo. Per tale intelletto nulla sarebbe incerto e il futuro, come il passato, sarebbe presente davanti ai suoi occhi. Questa posizione di estremo determinismo prende il nome di demone di Laplace e fu anche usato per sostenere che il libero arbitrio è un’illusione. Questo punto di vista è ancora oggi considerato valido dalla maggior parte degli scienziati e da molti filosofi.
Ma per spiegare la realtà che contiene coscienza e libero arbitrio, sin dall’inizio ci deve essere un Principio creativo che dia scopo, significato e direzione all’Universo.
Si vuole conoscere se stessi per autorealizzarsi e per gioire della propria esistenza e amarla. Pertanto, la coscienza, il libero arbitrio e la vita rappresentano i mezzi necessari, ovvero le proprietà che si devono possedere per conoscere se stessi.
L’UNO siamo noi
In conclusione, l’unica immagine e somiglianza di UNO che conosciamo siamo noi, dice Faggin. Se UNO è la totalità di ciò che esiste, sia realmente sia potenzialmente, UNO è sia il creatore sia la creazione e il beneficiario della propria creazione e del proprio divenire. Noi siamo parti-intero di UNO e ciò vuol dire che UNO è dentro di noi e noi siamo dentro UNO.
Come dice il poeta Jatal al-Dun Runi: Non sei una goccia nell’oceano, sei l’intero oceano in una goccia. Siamo vastità perché siamo oltre ogni oltre. Possiamo diventare ciò per cui siamo nati, ciò che siamo nel profondo, oppure essere assorbiti dal pensiero comune e quindi perderci.
Complimenti. Tema difficile e coinvolgente. Di certo affascinante
Irriducibile di Federico Faggin è un libro non facile, impegnativo, che pochi hanno la pazienza di leggere. Ma lo sforzo vale la pena, perché ci invita a pensare nel profondo, e non come è di moda solo a livello ‘social’. Bene ha ha fatto Wilma a riproporlo. Del resto è interessante come gli scienziati, i fisici in particolare, siano ‘curiosi’ nel valutare come le leggi della fisica non siano proprio casuali, ma piutosto causali: causa ed effetto, in fisica, è fondamentale. Recentemente il fisico Ubaldo Mastromatteo (https://www.chiss.it/ubaldo-mastromatteo/) nel suo, altrettanto non facile, saggio “SCIENTIFICAMENTE PARLANDO” (BookSprint Edizioni) riflette “sull’esistenza delle cose, sull’origine della vita e sull’esistenza di Dio”, avvertendo che “non si può dimostrare con pura logica, con la pura dialettica, con una riflessione profonda, che una cosa esiste; bisogna vederla, bisogna osservarla.”