Un evento organizzato da Comunico Italiano ha riunito aziende, scuole tecniche, istituzioni e studenti per discutere su come allineare la formazione alle esigenze delle imprese e trovare figure professionali con competenze adeguate.

Dai nostri inviati Manuel Trevisan

Lo scorso 11 maggio, presso l’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, Comunico Italiano ha organizzato una tavola rotonda tra scuole, aziende e istituzioni per confrontarsi su come allineare la formazione alle esigenze delle imprese per trovare figure professionali con competenze adeguate.

Dall’incontro, molto partecipato, è emerso il bisogno di una collaborazione sempre più stretta tra scuole e aziende, con un focus sulle competenze tecniche e sulle soft skills. Le testimonianze di diverse scuole e aziende hanno evidenziato progetti di successo e collaborazioni proficue che hanno portato a risultati concreti. Si è discusso anche del ruolo delle fondazioni e delle istituzioni nella formazione professionale, con un focus sull’importanza di offrire opportunità sia ai giovani che alle donne nel mondo del lavoro.

Hanno aperto la giornata Roberto Moreschini, Presidente di Comunico Italiano, e Paolo Botti, Vicepresidente dell’Istituto Aldini Valeriani, salutando la platea e introducendo il risultato di una ricerca condotta da Comunico Italiano assieme ad alcuni dei Media partner, in un sondaggio effettuato nel 2023 sulle tematiche relative alla ricerca di personale nelle aziende del settore delle arti grafiche, da cui emergono le necessità reali delle aziende del settore in merito al fabbisogno di personale e delle relative competenze.

Il sondaggio

I dati sono stati presentati da Gianluca Cantelli (le slide possono essere scaricate dal sito di Comunico Italiano. Quasi la metà delle aziende sono sotto i 10 dipendenti, il 37% circa tra 10 e 49 – il restante 15% sono imprese medio-grandi. Di queste aziende l’80% è presente nel mercato da più di 30 anni, questo significa che hanno vissuto diversi momenti storici, legati a cambiamenti tecnologici e di mercato.

Un aspetto importante che emerge di questa prima parte del sondaggio è che queste aziende, mediamente, operano almeno in 2 settori merceologici differenti e devono quindi avere competenze interne per operare con competitività in tutti i settori.

Nella seconda parte del sondaggio si entra nel merito dell’analisi delle competenze e della ricerca del personale: il 75% delle aziende è alla ricerca di personale (il 35% ne cerca più di 3 nei prossimi 2-3 anni). Il sondaggio dovrà quindi essere ripetuto nel 2024 per capire meglio le tendenze.

Altro dato importante che è emerso è il fabbisogno di personale (60% circa) da inserire nella produzione, vicino alle macchine.

Se guardiamo il dato relativo alle competenze tecniche richieste, la metà sono competenze che risultano più semplici essere acquisite direttamente sulle macchine, ma l’altra metà riguardano competenze che è più opportuno acquisire all’interno delle scuole. Questa informazione fa capire l’importanza della collaborazione tra scuola e aziende.

Le testimonianze

Da una prima testimonianza aziendale (Esperia S.r.l. di Trento), emerge anche quanto per le aziende, cercare risorse e formarle sia un costo importante, perché il personale non esce completamente formato dalle scuole. Le aziende devono quindi prevedere percorsi d’affiancamento e avere la capacità di coinvolgere la persona in un ambiente di lavoro con obiettivi chiari di carriera, e quindi con percorsi di formazione continua. Stefano Legnani, Direttore di Rassegna Grafica e Rassegna dell’Imballaggio, moderatore della giornata ha quindi fatto intervenire i diversi protagonisti.

Dgli interventi delle scuole Emiliane emerge l’oggettiva difficoltà di poter dare un contributo tecnologico alla formazione, in quanto i laboratori sono piuttosto esigui e a volte assenti. I percorsi di stage presso le aziende è l’unico vero momento e se ci sono progetti che si riescono a condividere con le aziende si ottengono ottimi risultati, sia per gli studenti, sia per le aziende che li ospitano.

Gli interventi successivi hanno riguardato esperienze specifiche di scuole che hanno realizzato progetti di successo, che sono stati presentati in questa tavola rotonda per far emergere quanto sia importante la progettualità e il territorio nel quale si opera.

Marco Franceschini, Vicedirettore dell’Istituto Artigianelli di Trento, ha spiegato il percorso della scuola iniziato 15 anni fa, quando il mercato era in completa rivoluzione, avviando un percorso nuovo verso la grafica. Ma la scuola da sola può fare quel che può, forse poco e quindi ha bisogno delle aziende. La scuola deve lavorare sull’inclusione, sulle eccellenze, sviluppare le competenze tecniche, ma anche sulle soft skills, giovani che siano capaci anche di lavorare in gruppo, orientati al problem solving. Il percorso degli Artigianelli di Trento è impostato su corsi e su gruppi che si iscrivono in funzione delle proprie necessità. Non c’è più il concetto di classe, gli studenti si iscrivono a ciò che è più congeniale per loro. Ognuno è un individuo e deve avere successo, l’obiettivo è il benessere di tutti gli studenti. In tutto questo è necessaria la presenza dell’azienda, con modelli di tirocinio graduali.

La parola chiave è progetto. E questo è possibile solo se studente, docente e azienda riescono a creare relazioni e scambio. I ragazzi sono un valore, bisogna dare loro compiti difficili, ma obiettivi chiari.

Da parte di Davide Slaviero, responsabile del settore Grafico dell’Istituto San Gaetano di Vicenza, è giunta la descrizione di quanto scuola è riuscita a ottenere con le aziende del settore grafico della zona, che hanno donato macchinari di produzione quando sono stati sostituiti con modelli più performanti. Un esempio è la stretta collaborazione con la Legatoria Editoriale Giovanni Olivotto L.E.G.O. S.p.A. che ha permesso di creare un laboratorio e una formazione per la legatoria e la sicurezza. Questo ha prodotto una richiesta tale che la scuola non ha posti sufficienti per soddisfare tutti.

Con “Un’azienda che diventa laboratorio”, Fabio Rossi – Responsabile settore Auto Meccanico dell’Istituto San Gaetano di Vicenza, ha raccontato l’esperienza di un settore diverso, per fare capire come un’azienda può diventare un laboratorio e aula a tutti gli effetti. Da questa collaborazione è nato un progetto con ACORM SRL di Torri di Quartesolo che vende materiali per le carrozzerie, l’azienda ha messo a disposizione le proprie attrezzature ed esperienza e la regione Veneto ha certificato gli spazi; quindi, gli spazi dell’azienda sono diventati da 3 anni, un laboratorio della scuola a tutti gli effetti comprendo gli studenti come se fossero a scuola eliminando tutte le difficoltà burocratiche.

Matteo Dittadi, Direttore dell’Istituto Superiore Salesiani Don Bosco di Mestre, ha raccontato della difficoltà per un ragazzo di poter decidere e scegliere un mestiere con una visione a 5 – 10 anni. Da qui il percorso di una formazione poliedrica dove poter avere più scelte e spostarsi e fare verticalizzazioni nel caso sia necessario dover fare approfondimenti in certi ambiti, utilizzando la modalità duale, mezzo anno a scuola e mezzo anno in azienda. A Mestre c’è anche un percorso universitario, che molti studenti seguono.

Le aziende chiedono figure professionali, ma gli studenti non vogliono andare subito al lavoro e questo è un problema per le aziende. Il sistema di apprendistato duale − alternanza lezione e azienda − è l’unica opportunità di trasferire le competenze e le aziende devono imparare a sfruttare meglio questa opportunità per far crescere personale competente.

Federica Minarelli della Fondazione Aldini Valeriani (FAV), scuola di formazione di Confindustria Emilia Area Centro, ha esposto una visione differente. La FAV offre servizi di formazione per persone che sono già all’interno delle aziende. Attraverso la regione Emilia-Romagna, c’è la possibilità di far interagire tutti gli attori, coinvolgendo anche le università. Sono state attivate diverse esperienze, anche per sviluppare Accademy di aziende specifiche per accrescere il livello culturale delle diverse filiere.

Per Daniele Vacchi, Direttore della Fondazione ITS Maker, con 22 corsi principalmente per il settore della Meccatronica, il rapporto tra fondazioni e imprese è stabile da diversi anni, ma solo 2 anni fa è stata fatta una legge per ufficializzare il livello universitario. Iscriversi a un ITS permette di scegliere se continuare con gli studi universitari o iniziare subito il lavoro. Questo offre flessibilità per i giovani che spesso non hanno ancora idee sul proprio percorso.

Un dato fondamentale che viene espresso è che sono i ragazzi che scelgono le imprese, non viceversa; quindi, è importante che le aziende siano più attrattive, anche il territorio stesso e le disponibilità dei servizi devono andare di pari passo.

Tutti assieme per vincere le sfide del futuro
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