Succede spesso in occasione del derby cittadino. Qualcuno, forse per fare una facile, ma errata, ironia afferma a proposito del Genoa: “Noi fondati da genovesi, voi fondati da inglesi”. Sentiamo quindi la necessità di pubblicare questa sintesi storica sulle origini della lunga storia del Genoa, prima squadra di calcio in Italia.

Rimproverare a una squadra di calcio a fino ‘800, quando il football in Italia non esisteva ancora, di essere stata fondata da inglesi, è un paradosso antistorico. È come rimproverare a un maestro cinese i fondare una scuola di Kung Fu o a un pizzaiolo napoletano di organizzare un corso per imparare a fare la pizza.
Se invece la frase “Noi fondati da genovesi, voi fondati da inglesi”, sta a significare che una certa squadra nata nel 1946 avrebbe un presunto primato in termini di genovesità, allora viene il dubbio di essere di fronte a persone che non hanno mai letto un libro di storia.

Che poi a Genova non ci sia una sola squadra non è un mistero. Esiste, per esempio il Ligorna, squadra di tutto rispetto.
Veniamo quindi alla storia, quella vera (pur limitandoci a parlare di calcio).
Il Genoa è stato fondato il 7 settembre del 1893 – Genoa Cricket and Football Club – da alcuni inglesi residenti a Genova, ma nel 1895 abbiamo già le prime attestazioni di numerosi soci genovesi che entrano a far parte della squadra: Ernesto de Galleani, Ogno, Silvio Bertollo, Gianni Cabella, Croce, Mangini, Nicola Costa, Giovanni Bocciardo.
Parliamo dunque di un periodo storico in cui non esisteva né il Liguria 1897, né la Sampierdarenese 1899, né l’Andrea Doria sezione calcio del 1900. Quest’ultima poi ha un’origine particolare. Il Genoa aveva bisogno di un avversario con cui allenarsi. Propose così alla Società Ginnastica Andrea Doria di creare al suo interno una squadra di calcio. Fu così che il giocatore del Genoa Francesco Calì – che in seguito fu anche giocatore della nazionale italiana –, andò ad avviare la sezione calcio della società ginnastica Andrea Doria.
Tre anni dopo, alcuni dei soci genovesi (De Galleani, Bertollo e Bocciardo), più altri che nel frattempo si erano affiliati al club (Ghiglione e Ghigliotti) faranno parte della squadra del Genoa che vincerà il primo dei suoi nove titoli nazionali. Era l’8 maggio del 1898 e la formazione era composta da Baird, De Galleani, Spensley, Ghiglione, Pasteur I, Ghigliotti, Leaver, Bocciardo, Dapples, Bertollo e Le Pelley.
I primi genovesi a giocare a calcio lo hanno fatto quindi con la maglia del Genoa.
Inoltre, giocatori del Genoa come i fratelli ‘svizzeri’ Edoardo ed Enrico Pasteur e Henri Dapples, appartenevano a famiglie presenti a Genova fin dai secoli XVII (i Pasteur) e XVIII (i Dapples), tanto da essere considerati genovesi a tutti gli effetti.
Oltre agli inglesi, un’altra comunità che contribuì alla diffusione del calcio in Italia fu infatti quella svizzera: svizzeri residenti a Genova, o italiani di origine svizzera.
In occasione di un match giocato nel 1908 contro la Juventus, l’Andrea Doria schierò: Gardella, Calì, Leporati, Nicolet, Ter Wehn, Amey, Steinegger, Ansaldo, Pips, Boni, Baglietto. Come si può intuire dai cognomi, i genovesi in questa squadra non sono più di quattro o cinque e gli stranieri sono la maggioranza, soprattutto se si considera che Francesco Calì era cresciuto in Svizzera. Per contro la squadra del Genoa che vinse i campionati nel biennio 1922-1924 era composta da tutti, o quasi tutti, giocatori genovesi.

Una delle altre squadre che militano a Genova, è nota per la serie di fusioni per tutta la prima metà del secolo, fino appunto al 1946 anni di nascita dell’ultima fusione. Tra le squadre “antenate” possiamo annoverare (in ordine cronologico): il Liguria 1897; la Sampierdarenese 1899; l’Andrea Doria (sezione calcio 1900); l’Itala Rivarolo e l’Enotria Bolzaneto, che insieme al già citato Liguria 1897 diedero vita alla Associazione Calcio Ligure 1914, la quale, a sua volta, nel 1919 si fuse con la Sampierdarenese; la Dominante 1927 (nata dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese); il Liguria 1930 (Andrea Doria, Sampierdarenese e Corniglianese); il Liguria 1937 ( Sampierdarenese, Corniglianese, Rivarolese).
Alla luce di tutte queste fusioni, disgregazioni e rifondazioni, che ho appena elencato, ci si può domandare se tra le sue prime antenate e il risultato finale si possa parlare di filiazione diretta. Ma forse non ci sono le condizioni per farlo.

Le benemerenze del Genoa

Sul lavoro da iniziatori, sulle benemerenze e sui primati del Genoa e dei Genoani, nel 1953 grandi giornalisti come Vittorio Pozzo e Gianni Brera scrivevano, rispettivamente su “La Stampa” e su “La Gazzetta dello Sport”:
Vittorio Pozzo: ʺIl Genoa ha fatto le cose in grande per festeggiare il suo ritorno alla categoria maggiore del campionato: stendardi, banda militare, rappresentanze della società, sfilata sul campo, lancio di colombi e di palloni dipinti con i colori sociali, discorsi delle autorità, applausi a non finire. La rinascita della vecchia società ligure non poteva venire festeggiata in un quadro coreografico più grandioso e suggestivo e in una giornata più limpida e soleggiata [..]
A sera, un banchetto dalle proporzioni notevoli ha riunito le autorità, le due squadre, i dirigenti delle due società e i sostenitori genoani. Così, i festeggiamenti per la rinascita di una delle più anziane e gloriose società nostre si sono chiusi in letizia. Il Genoa comincia una vita nuova˝.

Su La Gazzetta dello Sport Gianni Brera apriva il servizio su quella partita scrivendo:
ʺSe veramente lo sport è da considerarsi una romantica cavalleria dei tempi moderni, non credo esista sportivo in Italia il quale non abbia seguito con addolorata sorpresa la scivolata del Genoa in serie B. Ogni guerra lascia profondi e dolorosi strascichi nella vita di un paese, specialmente se perduta. Il declino del Genoa era certamente da ascrivere a questi fenomeni eccezionali, cui neppure è sfuggito, nel suo complesso, il calcio italiano [..]  Le sue benemerenze sono tali che soltanto un estraneo al nostro mondo potrebbe ritenere doveroso enumerarle. Il Genoa è per molti italiani un motivo nostalgico e per tutti i Genovesi una buona e vecchia bandiera che è bello sventolare˝.

Mi piace sottolineare la frase finale di Gianni Brera: “Le benemerenze del Genoa sono tali che soltanto un estraneo al nostro mondo potrebbe ritenere doveroso enumerarle“.

Infine, la squadra porta ufficialmente il nome originale dato dagli inglesi (fatta eccezione del ventennio in cui non si potevano usare termini stranieri, tanto meno della ‘perfida Albione’. I Genovesi, però, lo chiamano “O Zena.

Testo e note storiche di Massimo Ptati, storico, filologo, docente di lingua italiana a Ginevra. Editing Marco Picasso, giornalista (non sportivo) e scrittore.