MetaÃlice e gli autori poliedrici. Entriamo nel mondo letterario di Eugenio Pattacini, incontrato casualmente durante una presentazione di libri sul web a Serata d’Autore di Andrea Ansevini.

Secondo Eugenio, e anche secondo noi, nulla succede per “Caso”, per cui il percorso dell’Autore di questa intervista ha incrociato il nostro. E ci ha stupiti.

MetaÃlice – Innanzitutto sentiamo da lui chi è Eugenio Pattacini. Nel corso dell’incontro hai accennato a un’esperienza giornalistica, quanto meno per come hai descritto le ricerche per il tuo ultimo libro. Di che cosa ti sei occupato nella vita e di cosa ti occupi oggi?
Eugenio Pattacini – In realtà ho avuto solo qualche saltuaria esperienza giornalistica per la produzione di alcuni articoli. Oggi sono pensionato, dopo aver lavorato per 42 anni in banca. Il passare degli anni mi ha insegnato a sfrondare la mia vita di tutto ciò che ruba tempo a ciò che conta. Tra il resto sono fortemente coinvolto dalla mia passione per lo scrivere. Da qui i miei dodici libri pubblicati, le mie canzoni, il mio salotto letterario “Agorà: ti racconto un libro”, le tante collaborazioni con biblioteche, premi letterari, amici autori. Con essi è nata “Amici di Pizza Letteraria” che non è nulla di ufficiale, ma consiste nell’unione di tanti amici che, proprio nel segno della passione e dell’amicizia, mettono insieme le forze per supportarsi vicendevolmente.

MAÃ – Che cosa ti ha condotto alla scrittura di libri? Trovi differenze con il lavoro giornalistico?
E.P. – Io sono scrittore e paroliere ma, per le cose che scrivo, ritengo siano veramente pochi gli aspetti simili con il giornalismo. Potrei riferire del mio ultimo libro “Le Ali di Hariel” che, essendo una biografia, mi ha visto impegnato in lunghe interviste con chi aveva conosciuto la protagonista e “Mille Battute” una antologia di racconti di vario genere con la caratteristica di contenere l’intera narrazione in mille battute, cioè mezza paginetta. Nel primo caso perciò le interviste, nel secondo la sintesi, così importante nel giornalismo.   Sullo stile di scrittura invece credo sia pressoché impossibile trovare collegamenti tra i miei libri, le mie canzoni e il giornalismo. Approcci totalmente differenti.

MAÃ – In quali generi ti sei cimentato finora?
E.P. – Sono principalmente un giallista, anche se mi sono cimentato anche in romanzi interiori, racconti di svariati generi, sino alla biografia, oggetto del mio ultimo libro. In più occasioni ho anche cercato di racchiudere le emozioni del libro in canzoni che vogliono essere stringate pennellate di quanto narrato. Per le canzoni ho curato solamente i testi mentre le musiche e le esecuzioni sono state curate da Eros Campanini, Giuliano Lasagni e Paradiso Gilioli.  Scrivere diventa una sorta di dipendenza, di splendida dipendenza. Cosa mi ha spinto? Le mie opere, pur nella leggerezza di trame articolate e accattivanti, contengono molti riferimenti ai valori profondi. Quando scrissi il mio primo libro, l’intenzione era lasciare qualcosa del mio pensiero ai miei figli. Una sorta di unione con loro verso l’infinito.

MAÃ – Nelle tue letture, quali sono i temi e i testi che prediligi?
E.P. – Ho in Giorgio Faletti il mio autore preferito, ma leggo realmente di tutto. In particolare però sono molto legato alle opere prime degli autori, nelle quali abitualmente si trova grande energia, energia che non sempre si riscontrerà nelle pur belle opere successive. Proprio per questo amo leggere approfonditamente le opere degli autori che intervisto sul mio canale youtube nel salotto letterario “Agorà: ti racconto un libro” e trarne spunti di approfondimento anche al di là del testo specifico.

MAÃ – Nel tuo canale YouTube intervisti gli autori emergenti, e anche te stesso e, quindi, come affermi, ti confronti con gli altri scrittori. Che cos’è Agorà per te? 
E.P. – “Agorà: ti racconto un libro” è una splendida esperienza di pura passione. Nessuno paga e nessuno incassa, unico filtro è costituito dal fatto che presento solamente i libri che mi sono piaciuti. Questo perché non mi permetterei mai di esprimere pareri poco piacevoli verso chi ha messo passione e impegno nel proprio progetto. Da un lato non voglio parlare male di loro, dall’altro non mi va di non essere sincero. Peraltro in Agorà do spazio ad autori o, più in generale ad artisti, ma anche a chi vuole cimentarsi come intervistatore o recensore. Si chiama Agorà proprio perché vuole essere una piazza di confronto aperta a tutti.
Confronti e scambi con altri scrittori sono tantissimi e giornalieri. Richiamo qui l’esperienza di Pizza Letteraria di cui ho già parlato, ma anche Simona Coppolino quale rappresentante di tutti. È lei che mi ha affiancato in tutte le mie opere e in tutti i ruoli. Correzione bozze, editing, confronti sulle trame e tutto il resto. Simona è una penna eccelsa ma non ha mai voluto pubblicare nulla. Non condivido, ma è una sua scelta e come tale va rispettata. Da parte mia non posso non sottolineare tutta la sua importanza che mi ha portato addirittura a ipotizzare lo pseudonimo Simenio Pattalino che altro non è che il mix dei nostri nomi e cognomi.

MAÃ – Pubblichi in self o con editori e, nel caso tu abbia esperienza con entrambi, che cosa pensi del self publishing rispetto alla pubblicazione canonica con una casa editrice? 
E.P. – Questa è una bellissima domanda per rispondere alla quale è necessario tanta chiarezza. Io ho pubblicato sia con editori, con molti dei quali intrattengo bellissimi rapporti di amicizia, sia in self. Da tempo ho optato per il self perché, nel mio caso specifico, ma sottolineo nel mio caso specifico, non vedo un reale valore aggiunto derivante dalla presenza dell’editore. Sostanzialmente, da uno studio che ho messo in piedi appunto con un amico editore, per voler supportare efficacemente la diffusione dell’opera anche solamente a livello regionale, sarebbe necessario disporre di un budget non inferiore ai 30 mila euro. Di conseguenza, se si escludono gli editori più importanti, con i quali però la passione deve forzatamente divenire professione, non è ipotizzabile che ciò si realizzi concretamente. Anche la differenza determinata dalla disponibilità dei distributori è a mio avviso puramente teorica perché, senza la necessaria promozione, stante i 200/300 libri che vengono pubblicati ogni giorno, è pressoché impossibile non solo essere scelti dai librai, ma anche il solo essere notati.  Ripeto, altri miei amici hanno fatto scelte opposte e ne sono lieti. Per questo rispetto pienamente la loro scelta. Di mio ho scelto il self e, scherzosamente (ma non troppo) utilizzo “Amici di Pizza Letteraria” come marchio editoriale.

MAÃ – Veniamo all’ultima tua fatica letteraria: “Le ali di Hariel”. Una biografia molto particolare che va approfondita per comprenderne il significato. Chi è Hariel e per quale motivo ti sei dedicato alla sua biografia?
E.P. – Hariel è il nome da “claun di corsia” di Rossella Grasselli che è la protagonista. Rossella era anche pittrice, i suoi quadri sono caratterizzati dalle Ali, ecco il motivo del resto del titolo, da percorsi spirituali profondi, e ancora una volta le Ali, stavolta degli Angeli, era votata agli altri malgrado una situazione fisica precaria. Pagina per pagina mi sono convinto che la sua vita fosse finalizzata a guadagnarsi le Ali. Alla fine ho però scoperto che Rossella le Ali le aveva sempre avute.

MAÃ – Hai fatto un grande lavoro, approfondendo la conoscenza di una persona che oggi continua a vivere, nonostante non sia più presente fisicamente. Scrivendone hai imparato chi è e a comprendere il suo mondo, per molti inarrivabile. Ti ha cambiato questa esperienza? Come pensi che sarà utile a coloro che leggeranno?
E.P. – Mi ha cambiato eccome. Ho conosciuto una spiritualità diversa dalla mia che mi ha consentito di capire molte cose. In più, sempre perché nulla è per caso, ci ha donato la prefazione Anna Fermi titolare dell’Accademia degli angeli, scrittrice best seller e produttrice del programma Angeli di Mediaset. Ne è nata una importante amicizia anche questa foriera di un’altra sfaccettatura della spiritualità.  Sono arrivato a questa biografia per la presentazione a Roberta, la mamma di Rossella, da parte di una amica, preziosa libraia. Subito mi sono chiesto come un giallista potesse avere a che fare con questa biografia poi, in pochi minuti, ho avuto la sensazione che fosse proprio la vita di Rossella ad avermi scelto per essere scritta. E così è andata.  Nelle ore e ore di interviste che ho fatto e sbobinato per scrivere i singoli capitoli tutti i miei interlocutori hanno narrato di una Rossella vivente, proprio come se la morte non avesse interrotto nulla.
Tu stessa mi sei testimone avendo assistito, nel programma cui abbiamo partecipato, a come il mio relatore, Guglielmo Mauti, che è entrato nel progetto a libro già pubblicato, pur di essere presente al salotto di Andrea, si fermò in un parcheggio collegandosi dall’automobile. E anche questo non può essere un caso.
Rossella inarrivabile? Non direi. Chi leggerà il libro e avrà modo di conoscere la sua vita capirà come nessuna delle cose che ha fatto fosse una azione da “super-eroe”. Sono cose che tutti possono fare, magari con un modo differente di porle in essere. Ed è il confronto con quella differenza il più bel regalo che Rossella può fare al lettore.

MAÃ – Dove troviamo questo e gli altri tuoi libri e come è possibile rintracciarti?
E.P. – Su Amazon e sui principali canali online. Alcuni sono anche distribuiti nelle librerie, ma sugli store on line non si può sbagliare. Per il momento qualche difficoltà in più per le canzoni, tra esse anche “Le Ali di Hariel” tutte depositate in SIAE ma a oggi senza distributore. Al momento i CD vanno chiesti a me e a Giuliano Lasagni.
Sono rintracciabile su facebook, youtube e alla mail eugenio.scrittore@libero.it

MAÃ – Stai scrivendo altro, al momento?
E.P. – Sto lavorando ad altre due biografie. Evidentemente il fatto che “Le Ali di Hariel” sia presente nella TOP100 di una delle classifiche Amazon sin dalla sua pubblicazione, ha fatto sì che l’opera venisse conosciuta e questi due nuovi progetti sono il risultato.  Sto lavorando molto pure sul canale youtube, anche se con tutti i limiti derivanti da un recente intervento chirurgico abbastanza invasivo che, pur in via di soluzione, sta ancora minando la mia libertà operativa.

Complimenti Eugenio Pattacini per il grande lavoro svolto, che tocca nel profondo, e ci auguriamo di rivederti con altre opere per volare sempre più in alto!