Italia è il 2° produttore e utilizzatore di carta da riciclare in Europa. Focus sul prezzo europeo dell’energia, il riciclo e l’infrastruttura industriale italiana.

All’Assemblea pubblica di Assocarta il Presidente Lorenzo Poli ha descritto lo stato di salute del settore cartario italiano e sulle principali sfide della competitività.
«Con una produzione di carta e cartone di 7,5 milioni di tonnellate (-14% 2023/2022), l’Italia, nel 2023, si riconferma secondo produttore europeo, dopo la Germania, una posizione conquistata negli anni, grazie alla straordinaria sostenibilità del nostro comparto, nonostante un livello produttivo paragonabile a quello del 1994 a fronte di un fatturato di 8,16 milioni di Euro (-26,6% 2023/2022).»*

Nei primi 4 mesi 2024/2023 si registra, invece, una ripresa del 7,9% ma i volumi restano al di sotto di quelli del 2018. Leggero recupero del 2% per le carte e cartoni per packaging, del 6,4% per le carte per usi igienico-sanitari. Parziale la ripresa delle carte per usi grafici (+37%), i cui volumi restano al di sotto di quelli rispetto agli anni precedenti.

Il comparto cartario è garanzia di occupazione e formazione di qualità, con risorse umane “al centro” della cartiera. Stiamo lavorando nel divulgare ai giovani le prospettive di crescita e il ruolo della formazione del nostro settore che investe in tecnologia e innovazione. Con gli interlocutori sindacali abbiamo condiviso un nuovo sistema di classificazione forza lavoro basato sulla professionalità delle risorse” spiega Poli.

«Il settore cartario ha la fibra giusta per essere sostenibile, rinnovabile e circolare. E in tempi di greenwashing ed etichettature ambientali, può raccontare (e documentare) che le fibre vergini non provengono da deforestazione e che le carte da riciclare utilizzate rappresentano circa il 70% della materia prima fibrosa, mentre nell’imballaggio il tasso di riciclo è già oltre l’85% e il tasso di raccolta della carta oltre il 75%. Non vi è quindi modo di trovare in Italia e in Europa carta che possa essere in qualche modo collegata ai tragici fenomeni di deforestazione, rispetto ai quali il settore è estraneo»** sottolinea Poli.

Economia circolare

L’economia circolare del settore, riconosciuta anche dalla recente approvazione della PPWR, è una infrastruttura della manifattura italiana che presenta un difficile equilibrio da ricercare tra competitività e sostenibilità.

«Grazie al Comieco abbiamo il miglior sistema di raccolta di carta da riciclare europeo e mondiale, con un livello di raccolta di cartone e cartone che, nel 2023, ha raggiunto i 6,9 milioni di tonnellate di cui oltre 5 utilizzate nelle cartiere italiane. L’Italia è infatti 2° utilizzatore europeo, sempre dopo la Germania» aggiunge Poli.

Tuttavia le cartiere italiane stanno girando all’80% della capacità produttiva a motivo di una domanda debole, sia nazionale che estera, condizionata da un contesto economico sostanzialmente stagnante, dal lento rientro dell’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto dei consumatori, e di una generale perdita di competitività.

«Da un lato i costi delle materie prime vergini ma soprattutto della carta da riciclare il cui export è aumentato quest’anno del 48% (2023/2022), del 133% verso l’India. Vorremmo poter chiudere il ciclo del riciclo in Italia garantendo materia ai nostri impianti. Dall’altro gli obiettivi di decarbonizzazione che vorremmo centrare mantenendo la competitività sui mercati con prezzi energetici politicamente indirizzati come nei paesi europei limitrofi. Come Europa dovremmo lavorare su politiche energetiche che implichino un prezzo europeo dell’energia» ***conclude Poli.

Durante la discussione si è condivisa l’ampia panoramica delle tecnologie di decarbonizzazione in fase di studio. Dalle tecnologie già mature (fotovoltaico, eolico, ORC, stoccaggio energia elettrica verde, carbon offsetting, caldaie a biomassa, solare termico, boiler elettrici, biomassa asciugatura elettrica) a quelle che lo saranno nel breve (pompe di calore sopra i 100 °C o accumuli termici) e altre ancora a lungo termine (cattura CO2 e idrogeno).

Mentre l’efficienza energetica rimane una leva per la decarbonizzazione in quanto riduce le necessità di energia in sito, anche se molto è già stato fatto su questo aspetto. Infine, ma non meno importanti, i rifiuti del processo: incrementare significativamente il loro recupero energetico significa chiudere il ciclo del riciclo e migliorare significativamente la competitività del settore.

*A livello di singoli comparti da segnalare, per i volumi coinvolti, la minor produzione di carte e cartoni per imballaggio (-10,2%), che si è però confermata poco al di sotto dei livelli del biennio pre-pandemia, per la riduzione dei volumi di tutte le tipologie (carte e cartoni per cartone ondulato -5,7%, cartoni -16,7% e carte da involgere -14,9%). Più contenuta la riduzione dei volumi di carte per usi igienico-sanitari (-2,3%) rispetto a quelli sostanzialmente stabili del 2022 (+0,3% sul 2021). Da segnalare le riduzioni presentate dalle carte per usi grafici (-34,3%) ed altre specialità (-19.6%), comparti produttivi i cui volumi si collocano al di sotto dei livelli pre-pandemia.

**L’industria cartaria in generale, ma quella europea e italiana in particolare, utilizza unicamente cellulosa di cui è verificata la provenienza e il rispetto delle normative nazionali a tutela delle foreste, come previsto dal regolamento europeo 995 del 2010 (c.d. Due Diligence). Il 90% delle fibre è certificato dai sistemi FSC/PEFC (sistemi che garantiscono che il bosco sia gestito in modo sostenibile). Molte aziende hanno ottenuto la certificazione ISO 14001 o EMAS comunitario che attesta non solo la sostenibilità delle fibre ma anche quella del processo produttivo. Sono inoltre molti i prodotti che escono dalle nostre aziende che hanno ottenuto l’Ecolabel comunitario che attesta l’eccellenza ambientale.

*** Va ricordato che l’incidenza del costo del gas, in Italia, è passato dal 4,2% nel 2020 (30,2% nel 2022) al 12,1% del 2023. Mentre, nel maggio 2024, il prezzo dell’energia elettrica è stato pari a circa 95 euro/MWh, in Germania 67 euro/Mwh.