I danni ambientali e per la salute umana delle microfibre non devono essere sottovalutati e l’industria deve tenerne conto.

Sono definite microfibre le fibre sintetiche il cui diametro è inferiore a quello delle “fibre tipiche” 100 volte più fini di un capello, un terzo del diametro del cotone, un quarto della lana e metà del diametro di un filamento di seta.

Espressi in ‘denari’, l’unità di misura per le fibre tessile, la seta misura 1,25 denari e una fibra sintetica è definita microibra quando il suo diametro è inferiore a 0,9 denari. La maggior parte delle microfibre usate per tappezzeria misurano da 0,4 a 0,5 denari.

Quindi i tessili contenenti microfibre sono composti da filati sintetici ottenuti da fibre ultrafini quali il poliestere e il nylon. Il poliestere è un derivato del petrolio ed è anche il prodotto finale di una filiera con semiprodotti molto reattivi e tossici. Molti di questi sono carcerogeni e tutti velenosi. Se anche nessuno di questo prodotti chimici resta intrappolato nella struttura finale del poliestere (cosa che spesso accade), durante il processo produttivo gli operatori e l’ambiente sono esposti ad alcuni di questi prodotti chimici. Non c’è dubbio che la produzione di poliestere è un onere per l’ambiente e la salute pubblica di cui faremmo a meno volentieri.

Danni all’organismo

Cosa significa tutto questo in termini di salute?
Solo parlando di tumori possiamo vedere come la plastica ha cambiato la nostra vita. Il collegamento tra la plastica e il cancro ai polmoni è stato scoperto nel 1987 dagli scienziati della Tufts Medical School i cui risultati sono stati pubblicati nel 1991. Ricercatori spagnoli hanno testato la presenza di plastica nelle lattine di alimenti e bevande rivestite con plastica (negli USA sono l’85% delle lattine). Si è inoltre scoperto che le lattine rilasciano sostanze chimiche che alterano l’ormone nel 50% di quelle testate. I livelli di contaminazione erano 27 volte superiori ai limiti previsti dal team di ricercatori di Stanford per scatenare la proliferazione di cellule tumorali.

Il nylon

Anche il nylon non è da meno. Anche questo è un derivato del petrolio. Un articolo pubblicato dal New York Times nel 1991 denunciò un aumento di ossido di ammonio in atmosfera dello 0,2% all’anno. Sulla rivista scientifica Science due chimici hanno spiegato che l’ossido di ammonio è generato ed emesso durante il processo di produzione del nylon.

L’ossido di ammonio è un gas serra 310 volte più potente del biossido di carbonio e la sua vita di 120 anni permette di raggiungere le zone più alte dell’atmosfera fino alla fascia di ozono, che è un importante filtro alle radiazioni UV.

Riscaldamento globale

Negli anni ’90 del secolo scorso le emissioni di ossido di ammonio da un singolo impianto di produzione di nylon nel solo Regno Unito ha avuto un impatto sul riscaldamento globale superiore del 3% a quello dovuto alle emissioni di CO2. Ma il processo di produzione è anche molto energivoro e contribuisce al degrado ambientale e al riscaldamento globale, oltre all’inquinamento di grandi quantità di acqua usata per il raffreddamento delle fibre.

L’impatto sul nostro organismo non è solo legato al fatto che si tratta di materia plastica, ma si debe tener conto dei prodotti chimici contenuti e assorbiti dail corpo umano. Alcuni di questi composti alterano gli ormoni o hanno potenziali effetti negativi sulla salute.

Danni irreversibili

La plastica non è biodegradabile ed entra nell’ecosistema quando le fibre ritornano nel suolo. I detriti di plastica, e le sostanze chimiche che contengono sono spesso ingeriti da animali marini (e di conseguenza dagli uomini).
La plastica nell’acqua non si distrugge per migliaia di anni e come sappiamo oggi negli oceani ci sono milioni di tonnellate di plastica, per non parlare delle microparticelle, forse più dannose.

In ogni lavaggio di indumenti con fibre sintetiche si disperdono nell’ambiente 700.000 fibre le quali superano anche i filtri degli impianti di depurazione.
Secondo Cleanfax, un’azienda che si occupa di lavanderia industriale, considerando che le microfibre dominanti nel tessile (poliestere e nylon) hanno una lunga durata e che il poliestere assorbe fino a sette volte il suo peso in acqua, questo può essere considerato un vantaggio come straccio per pulizie, ma diventa anche un ‘magnete’ quando è usato per i tessuti di tappezzeria, che attira lo sporco e l’inquinamento.

Infine, a causa di diverse peculiarità delle microfibre, quali l’affinità a emulsionarsi all’olio e alle sostanze grasse, la capacità di inserirsi nelle valvole e in strumenti delicati, possono causare danni anche a macchinari e sistemi di misurazione.