Si sta parlando sempre di più di come riuscire a guidare una transizione verso l’uso di energie più pulite e di case green secondo la direttiva dell’Unione Europea 2018/844/UE. Riducendo l’impatto ambientale e l’inquinamento possiamo salvaguardare il mondo in cui viviamo. L’evoluzione tecnologica aiuta anche nelle piccole cose.

L’evoluzione tecnologica, che si può apprezzare anche nella vita di tutti i giorni, come ad esempio nel campo dell’intrattenimento citando per esempio Starburst o altri videogiochi come Call of Duty e molto altro ancora, sta coinvolgendo anche ambiti molto importanti, come quello relativo al rispetto ambientale, in modo specifico nell’edilizia. Negli ultimi tempi si parla soprattutto di case green, con la direttiva dell’Unione Europea 2018/844/UE riguardante l’efficienza energetica delle case e uffici che ha previsto come ogni Paese membro dovrà provvedere alla definizione di una serie di standard minimi di efficienza energetica degli edifici entro il 2027, andando poi a regime dal 2030 in poi. In Italia, però, non si è esattamente pronti per avere, nel 2050, solo immobili con classe energetica A.

Le case green sul territorio italiano

Come si può facilmente intuire e come spesso e volentieri succede, gli obblighi di legge sul territorio italiano si trovano ad affrontare la dura e cruda realtà. Stando a quanto è stato riportato da un’indagine di Confedilizia, oltre 9 milioni di edifici (sui 12,2 milioni totali) non sarebbero in regola con le nuove previsioni di legge.

D’altro canto, va detto pure che il 74% degli immobili sul territorio italiano è sorto ben prima rispetto all’introduzione di tale normativa che ha per oggetto il risparmio energetico e la sicurezza nei confronti di potenziali eventi sismici. Insomma, il rispetto a breve termine di un obbligo del genere vorrebbe dire che i contribuenti dovrebbero mettere in atto dei costosissimi interventi di ristrutturazione per due immobili su tre presenti nel nostro Paese. Il tutto in uno scenario già parecchio complicato e problematico per l’economia italiana ed europea, senza dimenticare come si svaluterebbe ancora di più il valore degli immobili di classe energetica più bassa.

Le preoccupazioni espresse da Confedilizia sono facilmente comprensibili. Infatti, in un gran numero di situazioni, gli interventi di ristrutturazione richiesti dalla nuova normativa, in riferimento alle case green non si potrebbero nemmeno realizzare dal punto di vista materiale, proprio per via delle specifiche peculiarità degli immobili oggetto di tale provvedimento.

Non è finita qui, dal momento che le tempistiche parecchio limitate non farebbero altro che causare un vero e proprio shock sul mercato. I prezzi, di riflesso, sarebbero coinvolti da un incremento impressionante, così come ci sarebbe una forte scarsità di materie prime, ma ci sarebbe l’impossibilità anche di reperire semplicemente un numero sufficiente di ditte specializzate, professionisti e manodopera con adeguate competenze e certificazioni.

Quanto costano le ristrutturazioni

Stando ai calcoli che sono stati pubblicati da parte di Enea, all’interno di un condominio che consta di una ventina di abitazioni, si può arrivare ad un “salto” pure di tre classi energetiche. La spesa si aggirerebbe intorno ai 30 mila euro per ciascun appartamento, con una riqualificazione completa. Solamente il prezzo legato alla sostituzione degli infissi, tra l’altro, sarebbe pari all’incirca a 10-15 mila euro.

Si parla, in sostanza, di un costo mediamente intorno ai 2000 euro al metro quadro per una ristrutturazione completa e di almeno 1000 euro al metro quadro per intervenire con una ristrutturazione parziale. È facile intuire, tra le altre cose, come la problematica da risolvere non sia legata esclusivamente all’insufficienza di risparmio, ma anche al potenziale recupero di quanto sborsato per un simile investimento. In poche parole, chi ristruttura un’abitazione che si trova in città, ma non in una posizione centrale, il rischio è quello di non riuscire poi a ripagare la spesa per la ristrutturazione energetica.

Credits: l’immagine è stratta da Guida Sostenibile