INCISIONE – Incontriamo l’artista berlinese Martin Gietz e scopriamo una sua variante tecnica della xilografia a matrice persa, la Reduzierätzung, o riduzione per corrosione.

Martin Gietz lo conoscemmo un paio di lustri fa presso la Corte della Miniera dove si era recato per apprendere da Egiziano Piersantini la tecnica della litografia su pietra. Ci rimase impressa la grinta con cui Martin operava al torchio, mentre Egiziano lo stimolava a esser più rapido “altrimenti l’inchiostro di asciuga”.
Martin era già un artista noto in quegli anni, e in particolare per le sue xilografie gigantesche per stampare le quali il torchio era una macchina schiacciasassi. Ne pubblicammo un articolo su un numero di Graphicus del 2006.

M Gietz_ Djakarta

Martin mostra la sua opera Djakarta, Djakarta!

Artista eclettico

Un breve cenno sulla carriera di Martin deve partire dai suoi studi presso la Humboldtschule di Berlin-Tegel seguito da studi di pedagogia dell’arte all’Università di Berlino dal 1968 al ’71. Seguono altri tre anni di specializzazione presso la Hochschule der Künste di Berlino.
Durante i primi anni di insegnamento Martin lavora presso l’atelier di incisione di Anselm Dreher, eseguendo, tra gli altri, lavori per Günter Grass.
Segue un periodo di viaggi di studio in Asia e in nord America e nel 1987 riceve il 1° premio al concorso indetto dalla città di Berlino in occasione dei 750 anni dalla fondazione. Approfondisce ancora gli studi in geografia e insegna all’Accademia di Belle Arti di Berlino e opera nel proprio atelier.

Una tecnica personale
Martin Gietz_Schizzo

Martin Gietz lo schizzo a carboncino eseguito dal balcone di Camogli

È nel pieno dell’estate 2018 che in viaggio da Berlino verso la Corsica, prima di imbarcarsi ci raggiunge un sabato sera a Camogli.
È l’occasione per ricordare i tempi di Urbino, ma anche per una birra nel porticciolo per poi trascorrere assieme una mattinata tranquilla su un balcone ‘vista mare’ per parlare di tecniche di incisione.

Esperto in incisioni su linoleum e su legno, monocrome e policrome con legno a perdere, Martin ha sviluppato tecniche proprie, lasciando le vie accademiche per soddisfare un gusto proprio che non deve conoscere limiti. Nell’incisione di acqueforti non usa solo gli strumenti tradizionali ma persino chiodi e sperimenta diversi sistemi di corrosione, di abrasione e sfregamento della carta. Utilizza anche carte diverse per dare maggiore ricchezza di varietà negli effetti, integrando a volte la stampa con pittura all’acquerello.

Appassionato di gigantografie, la sua opera forse più famosa è “Djakarta! Djakarta!” la prima stampata nel 1997 con un rullo compressore (cm 91×160) che rappresenta una ‘città bollente’ con i suoi grattacieli, i templi, i palmeti e, in questo ‘imbroglio’ danzatrici che mostrano una città che vive.
Con la tecnica del legno perso, o meglio della ‘forma persa’ la lastra è pronta in genere dopo la terza trasformazione, in cui tutti i colori usati e le loro miscele danno vita a una grande varietà di tinte, complesse e piene di vita, opere che suscitano entusiasmo negli spettatori quando si esibisce in pubblico con la sua “arte in azione”.

La tecnica della riduzione

Con il termine Reduzierätzung, che corrisponde all’inglese reduction etching, Martin intende una tecnica di incisione o corrosione per riduzione.

Reduzierätzung_sovrapposizione colori

Schema della sovrapposizione dei colori nella xilografia per riduzione

Vediamo in cosa consiste dalla sua stessa spiegazione.
«Il punto di partenza per lo sviluppo della riduzione di incisione è il mio legno, o linoleum, nel procedimento di “forma persa”. Meglio sarebbe chiamarlo taglio a riduzione
In mancanza di legno da incidere, ci mostra disegnando su carta come dopo la prima incisione e il primo passaggio al torchio, ne pratica una seconda. E così via, la terza e eventuali altre incisioni.
«Tutti i colori di una stessa forma di stampa sono stampati fornendo al rullo una elevata pressione. Il blocco di stampa viene ulteriormente inciso dopo ogni passaggio» e qui ci indica come effettuerà un altro taglio in una nuova posizione.»
A questo punto, la nuova forma viene stampata usando un colore diverso rispetto al precedente, che rimane visibile. La sequenza dei colori passa solitamente dal più chiaro al più scuro, utilizzando colori opachi.
È evidente che con questo procedimento ogni edizione è unica e non è ripetibile; tranne l’ultimo taglio e lo strato stampato della piastra i tagli precedenti sono “persi”.
«Quando si usano lastre di zinco, il procedimento di ridurre le aree ha bisogno di un’alta pressione che si ottiene con l’aiuto di una incisione graduale
L’incisione riprende il procedimento della stampa rotocalco. Il colore viene trasferito sulla carta dalle linee incise più in profondità.
«Tuttavia, se tingi la superficie del piano, fai una pressione elevata! – le linee incassate rimangono senza colore e appaiono bianche nella stampa, mentre la superficie del piano riproduce il colore in tono pieno

Una descrizione precisa e dettagliata del procedimento (in lingua tedesca) può essere scaricata qui.

L’immagine accanto al titolo. Opera in xilografia per riduzione di Martin Gietz (particolare)