Una scuola Primaria mette al centro i giovani studenti con la storia della stampa raccontata in tre conferenze interattive agli alunni della scuola Primaria I. Calvino di Bosisio Parini, sul pittoresco lago Pusiano.
Giovedì 14 e venerdì 15 novembre, la mia professione e la passione innata per l’editoria, mi hanno condotta a Bosisio Parini in provincia di Lecco, sul lago Pusiano, all’interno della scuola Primaria I. Calvino.
Quest’anno ricorrono i cinquant’anni dalla fondazione e la dirigente scolastica Orsola Moro e le insegnanti con il supporto dell’amministrazione comunale, per festeggiare l’anniversario, hanno organizzato una serie di eventi che ne ricordano e ripercorrono gli inizi. A me è stato affidato il compito di presentare ai giovani studenti la Storia della stampa. Come non accettare un invito così allettante? Raccontare la propria passione e conoscenza a chi sta sbocciando e si affaccia al mondo con curiosità, è una gratificazione immensa, ed è come scrivere su un foglio bianco e intonso (volendo restare in tema).
Il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per interessare le giovani menti e stimolarle nella giusta misura, proprio grazie alla sinergia tra scuola e famiglia. Ed è per questo che giovedì sera, alle 21.00, i genitori degli alunni, precedendo i propri figli, sono stati invitati a seguire la conferenza in cui, alla presenza delle insegnanti, della Dirigente scolastica e dell’assessore alla cultura Gabriele Beccalli, ho presentato loro la mia partecipazione al progetto Professione Reporter che si è articolata in tre conferenze interattive sulla storia della stampa. (RIF. VIDEO).
Venerdì, centottanta alunni delle cinque classi, suddivisi in tre gruppi, si sono alternati dalla mattina alle 9.00 sino al pomeriggio, in un confronto da cui sono scaturite domande, riflessioni e molta curiosità. I tecnicismi della stampa hanno catalizzato la loro attenzione, tra la storia della carta, l’invenzione dei caratteri mobili metallici di Giovanni Gutenberg, che ha dato origine alla stampa e alla sua evoluzione verso la tipografia, che dagli incunaboli ha permesso di evolvere ai libri e, via via, verso i metodi moderni e altamente tecnologici dei giorni nostri.

Un momento della conferenza con le prime e le seconde
Tra video che mostravano loro i metodi di stampa del testo e delle illustrazioni sino a una prova pratica di stampa tipografica con i caratteri mobili, dal colore delle tre luci (rosso, verde e blu) della sintesi additiva agli inchiostri di stampa (ciano, magenta, giallo) della sintesi sottrattiva, ai retini che suddividono le immagini in tanti piccoli punti, per poter essere stampate, e che hanno scoperto con i loro occhi che guardavano stupiti attraverso un lentino, come veri tipografi, non ci siamo accorti del tempo che trascorreva. Hanno potuto toccare con mano i diversi tipi di carta e la differente grammatura, scoprire che cos’è una filigrana, osservare sul palmo della loro mano il punzone del carattere mobile, sentire col polpastrello il rilievo dell’inchiostro su uno stampato calcografico (incisione su lastra metallica) e conoscere gli attrezzi degli incisori, autori di xilografie (incisioni su tavolette di legno) e calcografie.
Le lastre della stampa offset, il foglio di stampa e le segnature che formano un libro, li hanno sorpresi così come sono stata stupita io stessa dalle loro domande e dall’attenzione nel prendere appunti e cercare di capire tutto ciò che veniva loro esposto e mostrato.

Il carattere mobile

Rullo inchiostratore e spatola per la prova di stampa con i caratteri mobili

Valutiamo i differenti tipi di carta
I colori della stampa

I ragazzi usano il lentino per osservare la retinatura come veri tipografi
Gli insegnanti non si sono fermati alla conferenza ma sono andati oltre e da bravi magister mi hanno chiesto di organizzare dei laboratori per farli lavorare anche in aula e mettere in pratica ciò che avrei raccontato e mostrato. Così ho suddiviso le prove in tre livelli di difficoltà crescente, illustrando alle insegnanti come farli lavorare. Gli alunni di prima hanno messo i panni dei monaci amanuensi, copiando e colorando i capilettera come quelli dei codici manoscritti. Le seconde e le terze si sono dedicate a scrivere un testo e a impaginarlo in una segnatura in ottavo in A4, con tanto di copertina e infine le quarte e le quinte hanno avuto il compito più difficile: creare un alfabeto maiuscolo, partendo da una forma geometrica.
La mia sorpresa è stata sapere che alcuni giorni prima del mio intervento a Bosisio Parini, gli alunni di quarta hanno creato il proprio personale alfabeto scegliendo con cognizione la forma geometrica adatta a contenere tutte le differenti lettere dell’alfabeto, unendo alla lezione di geometria quella creativa del disegno.
Le foto a corredo di questo articolo, dimostrano l’impegno di tutti e a loro va il mio grazie più sincero per l’attenzione e l’interesse. Ringrazio, inoltre, la scuola I. Calvino per l’ospitalità e le sue insegnanti, in particolare Eleonora Scola e Paola Appiani, che si sono messe in contatto con me, hanno concretizzato tutte le mie richieste e si sono dimostrate accoglienti e disponibili e alla dirigente scolastica Orsola Moro che ha reso possibile l’evento.
Ad majora! Buon lavoro ragazzi!
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