Gruppo Fedrigoni chiude bene il 2019 e apre il 2020 con un trimestre positivo nonostante la crisi da Covid19. Calo delle vendite nei settori carta e sicurezza (banconote), compensato dalle buone prestazioni delle etichette.

Gruppo Fedrigoni è riuscito a chiudere il Q1 2020 con margine operativo in crescita dell’1,1%. Il bilancio annuale ha registrato un Adjusted Ebitda in aumento del 18,7%, a fronte di un fatturato stabile di oltre 1.170 milioni di euro.
Particolarmente attiva la produzione di carte speciali per packaging, etichette autoadesive, che ha permesso di chiudere il primo trimestre 2020 con un margine operativo di 45,7 milioni di euro. La cifra include la neo-acquisita Ritrama (carte per etichette autoadesive).
Ridotti invece i ricavi, che si sono fermati a 374,2 milioni di euro (-7,9%) a causa del generale calo di domanda, che ha riguardato anche la carta, determinato dal lockdown e dalla chiusura di molte attività in seguito all’emergenza Covid19.Nespolo_AD Fedrigoni

«I risultati risentono dell’impatto generalizzato dell’epidemia sui mercati nel mese di marzo, dopo due mesi in cui il Gruppo registrava una buona crescita – conferma Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni –, e della costante sofferenza del settore banconote, compensati però dagli ottimi risultati delle etichette autoadesive. In questo settore infatti, abbiamo raggiunto un posizionamento più forte e completo con l’acquisizione di Ritrama, conclusa a febbraio 2020, ma già in grado di prefigurare sviluppi ambiziosi, che ci ha reso il terzo polo mondiale del settore, permettendoci di rifornire segmenti come il food, il pharma, la logistica, il personal care che durante e dopo l’emergenza Covid sono addirittura cresciuti

Potenziamento su vari fronti

Nonostante il momento non favorevole, dunque, Fedrigoni sta beneficiando delle azioni di trasformazione messe in campo nell’ultimo anno: potenziamento del management team; sviluppo di prodotti sempre più performanti ed ecologici; acquisizioni e investimenti in tecnologia; revisione dei prezzi e dei costi; nuovi mercati.
L’emergenza Covid ha imposto manovre correttive, ma non muterà il piano di sviluppo e le iniziative strategiche definite dal Gruppo.

Il 2019 si è chiuso con ottimi risultati: 1.171,4 milioni di euro di fatturato (senza Ritrama, ancora non formalmente acquisita), in linea con l’anno precedente ma con un Adjusted Ebitda di 162,7 milioni di euro (+18,7% a perimetro costante) determinato dalle buone performance delle etichette autoadesive, cresciute in ricavi (391 milioni di euro, +4,2%) e volumi, e dai margini operativi in aumento della carta nonostante il fatturato stabile, che ha compensato il calo, peraltro previsto, del settore banconote, la cui complessa natura lo rende l’anello meno dinamico della catena.

Dal 2018 Fedrigoni è di proprietà del fondo di investimento statunitense Bain Capital, che ha impresso una notevole accelerazione allo sviluppo del Gruppo.
Dopo l’acquisizione di Cordenons, produttore di carte fini e tecniche e stabilimenti a Trento e Pordenone, nel 2019 è stata la volta di Ritrama, multinazionale italiana di prodotti autoadesivi con siti produttivi in Italia, Spagna, Regno Unito, Cile e Cina. Due tasselli importanti per i piani di sviluppo di Fedrigoni, che vuole crescere acquisendo realtà interessanti a completamento dell’offerta, conquistando nuovi mercati e aree geografiche e sviluppando nuove proposte in segmenti ad alto valore aggiunto dove già è leader, come il packaging per i brand di lusso di moda e cosmesi e le etichette per l’industria enologica, sempre mantenendo una forte impronta ecologica, culturale e di attenzione alla sostenibilità.