Se l’Italia vuole affrontare la sfida di alzare i salari è fondamentale l’innovazione per produzioni ad alto valore aggiunto, che le aziende potranno distribuire a dipendenti, fornitori e azionisti. Se ne parlerà al Summit del 3-5 ottobre.
«Per utilizzare al meglio le risorse del PNRR e far sí che le nostre aziende possano competere sulla fascia alta del valore aggiunto – ha dichiarato Ivo Allegro AD di Iniziativa intervenendo al Made in Italy Pre-Summit organizzato dal Sole 24 e Financial Times – è fondamentale lanciare un grande programma sulla falsa riga del Programma Nazionale 4.0 che consenta alle imprese italiane di posizionarsi in modo competitivo e tempestivo sul 5.0, il nuovo paradigma emergente che coniuga il digitale con la sostenibilità, l’innovazione e la resilienza energetica.»
Il forum ha delineato gli scenari congiunturali, che saranno approfonditi nel Summit che si terrà dal 3 al 5 ottobre.
Competitività e salari
Negli ultimi tempi, in base ai dati BCE, si è preso coscienza di come l’Italia abbia superato le crisi e, dal 2019, guadagnato più competitività internazionale nell’area Euro soprattutto mediante un forte contenimento dei salari e dei profitti rispetto a quasi tutte le altre economie.
In buona sostanza, abbiamo scelto di ridurre il nostro potere d’acquisto, diventando più poveri pur di restare economicamente attivi e competitivi.
Se vogliamo affrontare la sfida dell’alzare i salari è fondamentale e aumentare con l’innovazione le produzioni ad alto valore aggiunto, un valore aggiunto che le aziende potranno distribuire a dipendenti, fornitori e azionisti.
«È fondamentale – continua Ivo Allegro – incentivare l’introduzione continua di innovazioni per favorire il passaggio a posizionamenti competitivi più evoluti rispetto al nostro semplice e tradizionale Bello e Ben Fatto e per avviare la qualificazione dell’enorme serbatoio di piccolo imprese “OFF”, improduttive e lontano dall’innovazione e dai mercati evoluti, che costituiscono la maggioranza del nostro tessuto produttivo.»
Considerando la necessità di sviluppare molte azioni immateriali, è opportuno supportare il sistema con voucher o con detrazioni fiscali per acquisire servizi qualificati.
«Altra priorità – afferma l’amministratore delegato della società di consulenza – è quella di riformare gli incentivi alle imprese dando visibilità con una programmazione a scorrimento con un orizzonte temporale di almeno 24 mesi. Lo possiamo fare usando il metodo che usa la Commissione Europea con Horizon per gli strumenti di agevolazione. Vanno creati poi strumenti misti automatici/selettivi in cui la parte automatica assicura un sostegno minimale ai programmi di investimento e la valutazione assegna sostegni premiali in modo da conciliare velocità con selettività.»
Non creiamo imbuti
Come ha detto il Presidente di Confindustria Bonomi è importante che le risorse del PNRR che non saranno utilizzate siano messe a disposizione delle imprese, ma servono modelli nuovi di intervento altrimenti rischiamo di creare solo altri imbuti: il sistema degli incentivi è già in affanno.
Il punto chiave è quello di evitare di dare soldi a pioggia ma di avere tempi rapidi e certi per la valutazione sulle agevolazioni.
«L’innovazione corre veloce e rischiamo di perdere opportunità e mettere le nostre imprese in condizione di non competere alla pari a livello globale.»
«È fondamentale – conclude Allegro – cogliere in modo sistemico le opportunità del reshoring. Per riportare in Italia molte filiere delocalizzate negli ultimi 25 anni è necessario ricostruire le filiere con un rilevante sforzo a supporto di quelle medie imprese che spesso hanno un ruolo primario in questa azione, ma che trovano ostacoli operativi e finanziari e non sempre vengono opportunamente premiati sul mercato che temono “fake reshoring”. Strumenti finanziari evoluti come il Fondo Sovrano, di cui si parla in queste settimane, possono essere utili ad accrescere la competitività delle filiere.»
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