Proseguono gli editoriali dedicati alle parole:
dopo Intelligenza Artificiale, Cambiamento, Transizione dedichiamo questo al Benessere.
Nel mese di aprile ISTAT ha pubblicato un accurato studio sul Benessere in Italia.
Se per salute e lavoro non c’è da stare allegri, quanto a cultura stiamo peggio.
Nel suo commento, nel presentare questo corposo rapporto ISTAT – Bes (Benessere Equo Sostenibile) 2023, Vittorio E. Malvezzi ci dice che “spesso, le cose che dovrebbero essere semplici e addirittura scontate, riescono a diventare complicate e addirittura si trasformano in bandiere politiche.” Afferma questa sentenza lapalissiana – ma neanche troppo – rilevando il fatto che “il benessere debba essere equamente distribuito e debba necessariamente essere sostenibile in termini tecnici economici e sociali, l'è una roba che non dovrebbe neppure essere discussa.”
E infatti, spulciando tra le tante tabelle riportate nello studio ISTAT, ci sarebbero da fare commenti, anche un po’ cattivi. Il rapporto ISTAT prende in considerazione la Salute, il Lavoro (non solo quanto e come, ma anche, l’incidenza della mortalità sul lavoro che purtroppo è ben lontana dallo ‘zero’). E, infine, il livello di studi, l’analfabetismo di ritorno e l’acculturazione, da cui si evince che la Cultura in Italia non gode di buona salute. (segue)
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