Nel settembre del 1993, quasi venti anni fa, Benny Landa presentò a sorpresa la sua rivoluzionaria E-Print 1000, che invece di servirsi del toner secco come le concorrenti Xeikon e, più tardi, Xerox, o il promettente getto d’inchiostro i cui prototipi davano ancora risultati insoddisfacenti, utilizzava un inchiostro elettrico. Era questa la vera invenzione su cui aveva lavorato in silenzio e segretamente dal 1977 quando dal Canada si era trasferito in Israele.

Benny Landa

Ben Zion (letteralmente figlio di Sion) Landa, è figlio di scampati all’olocausto, polacchi, che dopo la guerra trovarono una nuova patria in nord America. Appassionatosi all’immagine e al colore nel laboratorio fotografico del padre, a Vancouver, fu per un certo periodo a Londra per studiare le tecniche cinematografiche, ma anche per approfondire studi tecnici che gli saranno da guida nel suo sogno rivoluzionario, non meno di quello di Gutenberg. E novello Gutenberg fu infatti definito da una rivista scientifica nel 1994 dopo il successo di Indigo.
Ma non aveva ancora raggiunto il suo obiettivo, anzi, visti gli sviluppi della sua attività imprenditoriale e non solo, i suoi molteplici obiettivi, scientifici, industriali, sociali.
Lavorando in silenzio, sviluppava e metteva a segno le sue idee, sempre circondandosi di collaboratori di alto livello, affidabili e con i quali ha sempre mantenuto rapporti di collaborazione quasi confidenziale – li conosce tutti per nome −  ma rigido nei suoi programmi come l’esigenza di fare il punto settimanale sull’andamento delle ricerche.
Dopo aver svelato l’E-print 1000 cedette per 50 milioni di dollari il 14% di Indigo a George Soros, il noto finanziere e filantropo americano di nascita ungherese, esperantista dalla nascita, catapultando a quota 350 milioni di $ il valore di mercato dell’azienda e l’anno successivo fu la prima società israeliana quotata al NASDAQ.

George Soros

La cessione, per intraprendere altre strade era nell’aria: nel 2000 vennero meno le negoziazione con la israeliana Scitex, che nel frattempo aveva sviluppato la Versamark, anche perché quest’ultima era ormai in via di cessione alla Kodak con cui aveva collaborato allo sviluppo di Versamark, il cui prototipo fu mostrato prima della drupa 1995 a Dayton proprio in casa Kodak (anche se tutti i tecnici presenti erano appositamente venuti da Israele e ricordo il trasferimento aereo da Boston a Dayton su un volo charter tutto Scitex insieme a uno stuolo di giornalisti convenuti da tutto il mondo).

La cessione e nuove mete

Fu qui che hpfece il primo passo acquisendo il 13,4% per circa 150 milioni di $, facendo balzare il valore dell’azienda a 750 milioni. Nel giro di un anno Indigo passò completamente alla hp e anche in questa occasione l’annuncio fu dato non a drupa, ma all’Ipex 2002.  Benny Landa non utilizzò mai fondi pubblici, ma solo investitori privati, da qui anche il suo successo e il fatto che tutti i suoi dipendenti gli ricambino la loro lealtà. Benny Landa da quel momento tenne un basso profilo, tanto da far pensare che si fosse ritirato a godersi i suoi immensi guadagni, tanto più che al momento del distacco, lo trovammo tutti parecchio stanco e invecchiato, rispetto ai suoi 53 anni.
Ma non era affatto così: l’enorme liquidità disponibile fu immediatamente investita per fondare la Landa Corporation, gruppo che si compone di tre aziende: Landa Labs, che sviluppa tecnologie per le energie alternative e nano-materiali per applicazioni che spaziano dai pigmenti ai medicinali, alla cura della persona e dalla cosmetica ai materiali compositi.
Landa Ventures che si occupa degli investimenti per le tecnologie del futuro e Landa Fund per l’istruzione e la ricerca, con l’obiettivo di chiudere il divario socioeconomico esistente nella società permettendo a giovani dotati di “menti privilegiate e mezzi non privilegiati” di raggiungere una istruzione elevata. A oggi Landa Fund ha dato a migliaia di ragazzi in difficoltà economiche di ottenere diplomi universitari.
Il cosiddetto “inchiostro invisibile” che certamente causerà una rivoluzione della stampa importante quanto quella dei caratteri mobili, non è quindi che un’altra tappa intermedia per il sessantacinquenne imprenditore. Quando alla drupa dal 3 al 13 maggio, nell’anfiteatro da 200 posti a sedere, del suo stand da 1500 metri quadri nella Halle 9, dove per tutta la durata della fiera e per cinque volte al giorno dimostrerà a 13.000 stampatori di tutto il mondo che la stampa digitale non sarà più limitata a quel 10% del mercato globale che oggi si spartiscono hp, Kodak, Xeikon, Xerox, Canon-Océ, ma andrà a erodere quel 90% oggi ancora in mano alla offset a foglio e a bobina, alla rotocalco e alla flessografia. Naturalmente sentiremo dibattiti accesi e, soprattutto, detrattori che dovranno difendere le loro posizioni, Ma la strada ormai è segnata. Ma Benny Landa sta già preparando un altro regalo agli stampatori: il suo sistema di recupero di energia per azionare le macchine, utilizzando il calore prodotto in fabbrica.
Sembra una contraddizione, perché contrario al secondo principio della termodinamica, che è come inventare il ‘moto perpetuo’ tanto che a un primo esame l’Ente Europeo per la concessione dei brevetti gli aveva bloccato la prima richiesta per un chip che assorbe calore. Ma si sono poi dovuti ricredere in base alla documentazione presentata dagli scienziati di Landa Labs (tra cui valenti fisici delle particelle). Ovviamente oggi non è possibile conoscere di più su questo progetto, ma sapendo che dietro c’è proprio lui, c’è da crederci e pare che il nuovo inchiostro che vedremo a drupa sia una conseguenza di queste ricerche “in contraddizione” con il secondo  principio della termodinamica.
Dopo di che, una volta ceduta anche questa attività, possiamo già immaginare Benny Landa presentarsi ad altri tipi di eventi fieristici, ad esempio dell’energia, o dell’automobile, perché con le sue nano-tecnologie ha deciso di re-inventare, come ha detto, l’elettricità, aprendo nuovi orizzonti anche in campi ben lontani dalla stampa ma pur sempre di grande interesse per l’umanità.