RGB o CMYK? Il flusso di lavoro ottimale dal monitor alla stampa sarà discusso e analizzato da tre esperti. Non mancate all’appuntamento.
Per il ciclo degli incontri culturali per la stampa e il web, giovedì 1 dicembre alle ore 18:30 si potrà partecipare in streaming, gratuitamente, a questo incontro sul flusso di lavoro ottimale dal monitor alla stampa, basandosi su RGB o CMYK: un tema che vede contrapposte due diverse scuole di pensiero.
Relatori Giovanni Daprà, navigato consulente nell’ambito grafico dalla prestampa alla stampa; Manuel Rosini, docente universitario di informatica, computergrafica e web; Mauro Lussignoli, noto esperto in prestampa che ha maturato la sua esperienza in Kodak e Miraclon.
Ciò che il profano ammira distrattamente e senza porsi domande, quando osserva una stampa a colori su una rivista, un libro, un catalogo d’arte (l’elenco potrebbe continuare), è in realtà frutto di tecniche di cui solo gli addetti ai lavori conoscono le difficoltà.
Dalla sintesi additiva alla sintesi sottrattiva, questo è sostanzialmente il problema da risolvere nella grafica e stampa.
Come, tre luci, rosso-verde-blu, che proiettate insieme e sovrapponendosi danno luce bianca e accoppiandosi a due a due generano la comparsa di nuove luci-colore, che sono i complementari additivi degli originari (rosso+verde=giallo, verde+blu=ciano, blu+rosso=magenta), possono trasferirsi tramite pigmenti su un supporto cartaceo (per semplificare) e riprodurre le luci originarie che l’occhio vede come colori? Non è così semplice, perché i modelli “luci” (RGB) e quelli “pigmenti” (CMYK) non coincidono. A questo punto si aggiunge un’altra difficoltà: rendere il monitor della computer-grafica, di natura numerica, sufficientemente analogico, cosa che per sua natura non è. Il colore, in questo caso, è un simbolo sottoposto a elaborazione e ad algoritmo che deve essere ricondotto a una modalità manipolabile nel campo del visibile. Le palette colori della computer-grafica non sono scatole di tubi da cui spremere una sostanza cromatica da stendere su un foglio, ma come tali vengono trattate. D’altro canto, bisogna fare anche i conti con la qualità del monitor e la capacità del computer di gestirlo. Tanti milioni di punti luce su monitor potrebbero, però, non essere visualizzabili su altre periferiche come stampanti e plotter.
E, infine, riferendosi alla stampa tradizionale su rotative, dall’elettronica si deve passare alla chimica con sostanze colorate (gli inchiostri) che non si alterino nel tempo e che restituiscano in stampa, in sintesi sottrattiva, l’illusione cromatica dell’originale, attraverso l’uso di retini che scompongono in piccolissime parti l’immagine da riprodurre, separando in modo preciso le quattro zone del soggetto da stampare con i quattro colori della quadricromia.
Come, ciò che si elabora a computer dialoga con il prodotto finale a stampa? E come i pigmenti possono creare l’illusione di riprodurre le luci?
L’argomento è molto interessante e mi piacerebbe assistere all’incontro del 1/12/22 in streaming.
Wilma, insieme a Giovanni Daprà sono l’organizzatore dell’incontro descritto nell’articolo, che fa parte di una serie di appuntamenti del gruppo MeetUp Arti Grafiche Stampa e Web.
Sia io e sia Giovanni saremo ben lieti di averti partecipe con noi giovedì 1° dicembre alle ore 18:30, basterà registrarti al link pubblicato nell’articolo, avrai cosi la possibilità di ottenere il link Zoom per intervenire e prendere parte attiva all’incontro.
Colgo anche l’occasione per chiarire alcuni punti, onde evitare malintesi: l’incontro non avrà lo scopo di spiegare la differenza tra RGB e CMYK i cui principi fisici, si dà per scontato, ben conoscono i membri della comunità e neppure di affrontare la nota impossibilità di ottenere determinati colori che possono essere creati a video ma non sempre riproducibili poi sulla carta.
L’incontro ha lo scopo di verificare quale sia il metodo corretto di lavorare a video, quando si elaborano immagini, grafici e impaginati destinati ad essere poi stampati. Alcuni sostengono che sia meglio lavorare in CMYK altri invece ritengono che sia meglio lavorare a video in RGB per poi convertire in CMYK solo quando pronti per la stampa.
Ti aspettiamo.
Grazie Renato Gelforte, ora è tutto chiaro. L’argomento è davvero interessante, anche perché io per cultura e preparazione grafica, arrivo dalla lavorazione in CMYK, quindi sono curiosa di scoprire nuovi metodi e le relative differenze, similitudini e vantaggi applicativi.
Sarò un’attenta ascoltatrice!
A presto.