Michele Zunino, AD di Netalia, ci offre uno sguardo sullo scenario attuale della IA dove le infrastrutture, a partire dal cloud, svolgono un nuovo ruolo protagonista.
Quando si parla di intelligenza artificiale (IA) ci si concentra sui benefici o sui rischi. Ma per farlo davvero è necessario fare un passo indietro e capire se si dispone di tutti gli elementi per valutare e comprendere questo cambiamento, inclusa una riflessione su chi siano i soggetti in gioco.
Informazione e comunicazione
Partendo dall’essenza, l’IA non è altro che un modo per generare, arricchire, conservare e trasmettere l’informazione. Con l’affermarsi della comunicazione di massa, il processo di diffusione del messaggio ha assunto una dimensione nuova, arrivando a influenzare la società e persino la cultura. Alcuni mass media sono diventati strumenti raffinatissimi, capaci di influenzare, persuadere e forgiare la cosiddetta “cultura popolare”.
Internet e le tecnologie digitali hanno reso possibile una comunicazione istantanea e bidirezionale, superando i limiti fisici. La diffusione dei social media ha ulteriormente cambiato il paesaggio comunicativo, permettendo agli utenti non solo di consumare, ma anche di produrre e condividere contenuti.
L’infrastruttura
Ma un’altra tecnologia, l’AI, sta introducendo novità rivoluzionarie, un nuovo protagonista: il mezzo, l’infrastruttura.
Se finora il canale era responsabile del solo trasporto dell’informazione (andando a incidere sulla velocità e la simultaneità oltre che sulla bidirezionalità) oggi le infrastrutture a supporto della IA hanno un nuovo ruolo: garantiscono la raccolta e la diffusione dell’informazione e attraverso la loro capacità di calcolo e di analisi semantica possono generare informazione o amplificare e arricchire informazioni esistenti. In più, sono anche il repository delle informazioni, non solo il canale temporaneo di un effimero passaggio.
Tornando con i piedi per terra
Una vera rete neurale sempre più ricca e performante, che tiene traccia delle informazioni e anche di chi le utilizza. Le domande da qui in avanti diventano meno filosofiche e chiamano in ballo la responsabilità di tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo dell’IA, come utenti, come provider di servizi che utilizzano IA e come soggetti a supporto di questo modello.
L’IA sta trasformando radicalmente il nostro mondo, dalla sanità all’industria, passando per l’intrattenimento. Ma mentre raccogliamo i frutti di questa rivoluzione tecnologica, emergono interrogativi sempre più pressanti sul piano etico.
I benefici dell’IA sono innegabili. Se si pensa all’ambito medico sta rivoluzionando la diagnosi precoce delle malattie e lo sviluppo di nuovi farmaci. Altrettanto importante nell’automazione dei processi, dove sta liberando risorse umane per attività più creative e nell’assistenza personalizzata dei supporti virtuali basati sull’IA, sempre più sofisticati.
Etiche e sfide
Nascono considerazioni etiche e sfide che devono essere per lo meno gestite se non regolamentate:
- Bias algoritmici: gli algoritmi di IA possono incorporare e amplificare i pregiudizi presenti nei dati su cui sono addestrati, portando a decisioni discriminatorie.
- Privacy: la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati personali sollevano questioni cruciali sulla privacy degli individui.
- Autonomia delle macchine: lo sviluppo di sistemi di IA sempre più autonomi pone interrogativi sulla responsabilità in caso di errori o danni causati da queste macchine.
- Occupazione: l’automazione dei processi potrebbe portare a una significativa perdita di posti di lavoro, con gravi conseguenze sociali.
Per affrontare queste sfide è necessario un approccio multidisciplinare e orientato a una maggiore trasparenza degli algoritmi e della tutela della privacy, a una chiara allocazione delle responsabilità e a un’etica “by design”, integrata fin dalle prime fasi di progettazione.
Infrastrutture e IA
L’’IA sta trasformando il nostro modo di vivere e lavorare. Al centro di questa rivoluzione non c’è solo il software, ma anche l’hardware e, in particolare, le infrastrutture. Un tempo considerate semplici veicoli per la trasmissione dei dati, si sono evolute in veri e propri centri nevralgici del potere, in grado di influenzare economie, società e governi: non si limitano più a trasmettere dati, ma li elaborano, li immagazzinano e li gestiscono.
- Data Center e Cloud Computing: I data center sono diventati il cuore pulsante dell’IA. È qui che vengono allenati i modelli di machine learning, che richiedono enormi quantità di dati e potenza di calcolo. Il cloud computing, poi, ha democratizzato l’accesso a queste risorse, mettendole a disposizione di aziende di ogni dimensione.
- Reti 5G e oltre: Le reti di nuova generazione, come il 5G e le future reti 6G, sono fondamentali per supportare le applicazioni dell’AI che richiedono latenze bassissime e bande passanti elevate, come la guida autonoma o la realtà virtuale.
- Edge Computing: per far fronte alle crescenti esigenze di elaborazione dei dati in tempo reale, l’edge computing sposta parte della potenza di calcolo più vicino ai dispositivi finali, riducendo la latenza e migliorando la reattività dei sistemi.
Un nuovo campo di battaglia
La crescente importanza delle infrastrutture nell’era dell’IA ha reso questo settore un nuovo campo di battaglia strategico.
- Sovranità digitale: Molti paesi stanno investendo massicciamente nello sviluppo delle proprie infrastrutture digitali, con l’obiettivo di acquisire una maggiore sovranità digitale e ridurre la dipendenza da fornitori stranieri.
- Sicurezza cibernetica: La protezione delle infrastrutture critiche è diventata una priorità assoluta. Un attacco cibernetico a un data center o a una rete può avere conseguenze disastrose per l’economia e la società.
- Disuguaglianze digitali: L’accesso alle infrastrutture digitali è ancora fortemente diseguale a livello globale. Questo crea un divario digitale che rischia di ampliare le disuguaglianze esistenti.
Opportunità
l rapido sviluppo delle infrastrutture per l’IA presenta sfide, ma anche opportunità. È fondamentale affrontare questioni come sostenibilità ambientale, privacy dei dati, sicurezza cibernetica ed equità digitale. Allo stesso tempo, le infrastrutture per l’IA possono contribuire ad affrontare alcune delle più grandi sfide globali, come il cambiamento climatico, le malattie e la povertà.
Le infrastrutture digitali sono diventate il fondamento dell’economia e della società dell’informazione, ed è fondamentale che il loro sviluppo sia guidato da principi etici e sostenibili, al fine di garantire un futuro migliore per tutti. Il modello di Netalia si basa su un principio di sostenibilità della trasformazione digitale, in grado di rendere la tecnologia meno neutrale rispetto a ciò che gestisce.
In questa visione le componenti normative e di sicurezza, tutela e raggiungibilità del dato, sono elementi di servizio e non processi aggiuntivi attivabili su infrastrutture e architetture.
Rendere il dato, il driver della progettazione di soluzioni anche in perimetri estesi ed eterogenei rende il cloud Netalia nativamente pronto per accogliere nuovi modelli di gestione dei dati. A fianco della capacità di calcolo e della disponibilità delle informazioni emerge un elemento che sta in bilico tra l’etica e l’esigenza di creare servizi che siano a supporto della società, che possano avere un orizzonte di lungo periodo e che siano in grado di evolvere senza mettere in crisi i paradigmi su cui si basano i valori collettivi.
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