Presentiamo queste condiderazioni sulle radici europee che, seppur non direttamente inerenti il nostro settore tecnologico, costituiscono un utile spunto di meditazione di fine settimana.
di Vittorio E. Malvezzi
Di solito ti parlo di quel che possono valere dei beni mobili o immobili. Azioni, obbligazioni, andamenti dei mercati nazionali o più facilmente internazionali, dato che ormai tutto è globale. Anche troppo. Si tratta sempre di qualcosa commisurabile, da buttarsi in numeri e possibilmente secondo il mio pallino, tali da poter essere rappresentati in grafici. Poiché in ultima analisi i prezzi sono la rappresentazione delle emozioni che in quel momento si agitano sul mercato. Con un grafico riusciamo a rappresentare in modo immediato anche sentimenti ed emozioni.
Che la cosa mi piaccia non vuol dire che pensi ci si debba fermare qui. I danèe, palanche, sghei o come vuoi chiamarli, per me sono una cosa importantissima. La definirei fondamentale e basilare.
Il che vuol dire però che:
1 senza di loro è dura fare qualcosa, come costruire una casa senza fondamenta
2 che come le fondamenta, sono l’inizio di una costruzione su cui poi bisogna mettere dell’altro.
E a questo punto tanto per essere coerente, ti vengo a parlare di valori o come usava ai tempi di Carlo Cùdega, di Valori. Cosa siano a volte non è chiaro, anche se se ne fa un gran parlare. Spesso noi “diversamente giovani” diciamo che proprio ai giovani mancano i Valori. E così facendo ci tiriamo la zappa sui piedi, perché a trasmetterli, con la tradizione orale, scritta e con l’esempio dovremmo proprio essere noi. A volte le idee si confondono strada facendo, i motivi sono tanti. Magari la piaggeria dettata da interesse. Anche a livelli nazionali e supernazionali.
Per esempio la Piaggeria imperante in Eurabia – dici che sono esagerato? mica tanto. Proprio per evitare di essere frainteso ti faccio un esempio, con dei numeri in ballo, come piace a me. I numeri non mentono mai. Caso mai chi li interpreta ci gioca dentro, ma io mi limito a metterteli sotto il naso. Io accetto che tu possa avere un’idea diversa dalla mia, ma pretendo che te la formi prendendo in esame i fatti. Risaliamo al giorno in cui al Parlamento Europeo si cerca di creare una carta comune che serva di base per una Costituzione a venire. Se mai verrà, visto oggi come butta. Nel bene e nel male, sappiamo tutti che con gli umani di mezzo la cosa è inevitabile, l’intera Europa ha avuto radici Cristiane. Da Roma, col Nerone che giocherellava amenamente coi martiri, al Sacro Romano Impero passando dai Paladini e da Roncisvalle. Senza dimenticare i Catari e la strage dei Templari. Se allarghiamo un po’ l’Europa, devo metterci dentro anche gli Armeni e i 40 giorni del Mussa Dag. Parlo di Cristianesimo, che non è la stessa cosa del Cattolicesimo, anche se qui in italica terra spesso confondiamo le due cose.
Lo si è voluto negare in ossequio al dio Petrolio, ma con qualche contorsione siamo arrivati a glissare un punto che costituisce delle radici comuni. Un Valore irrinunciabile proprio per la sua valenza storica, prima che religiosa. Tutti contenti? Data e Firma e tutti a casa. Già, è proprio della data che vorrei parlarti. Un numero, come ti avevo promesso e come tale incontrovertibile e non diversamente interpretabile.. La data apposta e approvata all’unanimità contava un preciso numero di anni, mesi e giorni a partire da quella che convenzionalmente si vuole essere stata la Nascita di Cristo. Approvato all’unanimità, cioè la più bella conferma del mio asserto, notarile con pubblica valenza!
È chiaro dunque che non abbiamo sempre presenti quelli che possano essere i Valori che abbiano per noi importanza morale e costituiscano un fattore identificativo, le nostre radici. La sacralità della vita umana. Per me è un protopostulato, irrinunciabile. In altre civiltà la cosa non è altrettanto scontata. Sia pure obtorto collo lo accetto, con due precisazioni. Si tratti di qualcosa che venga fatto a casa loro e non esportato a casa mia. Viga una chiara e totale reciprocità: cioè io accetto che loro facciano quello che vogliono a casa loro, se ci vado, mi adeguo. Ma se vengono loro a casa mia, vigono (lo so, lo so sono un eterno illuso, ma si fa per dire no ?) le mie leggi e i miei valori. Senza offesa, intendiamoci.
Un martire per me è una robetta abbastanza chiara. Risaliamo al solito cattivissimo Nerone e abbiamo già un esempio di valori. Non è e non potrà mai essere uno che con un attacco suicida va ad ammazzare persone che possono essere colpevoli di qualcosa, ma anche probabilmente completamente monde di ogni colpa. Per carità, accetto che altri la pensino diversamente e proprio per questo ritengo indispensabile che ognuno di noi si scelga quelli che siano i Valori cui darà importanza. Poi possiamo anche raggrupparci per radici comuni. Senza piaggeria e accettando e rispettando che altri la pensino diversamente, pur non apprezzandone i Valori.
Noi tutti siamo unici! se pensi faccia filosofia pensa un attimo al DNA e alle impronte digitali. Questo vuol dire semmai che siamo tutti diversi, non uguali. Accettare la diversità, più o meno marcata dell’altro fa parte dei miei Valori. Come vedi un po’ alla volta non parliamo più di roba campata sulle nuvole, ma di qualcosa che impatta sulla vita quotidiana. Ma accettare gli altri come diversi da me, vuol dire anche invocare la reciprocità. Pretendo di essere accettato come diverso, non che debba cambiare io in omaggio a chi abbia valori diversi dai miei.
Così quando un giovane nato da noi, rinuncia ai suoi valori e adotta altri valori e in nome di questi lotta e muore, non posso che dispiacermi. Proprio per quella sacralità della vita umana di cui parlavamo prima. Ma non posso considerarlo un eroe e quello che la bieca rettorica chiama “un fulgido esempio”. Visto che ha adottato valori spesso contrastanti con i miei.
Continuo invece a considerare eroe e esempio di vita il Padre Giancarlone da Castelletto, frazione di Abbiategrasso.
Rapito nelle Filippine dopo lunga detenzione è tornato in libertà per morire dopo non molto tempo, proprio per le conseguenze della vita nella giungla. Nel periodo in cui era tornato, chiacchierando in modo semplice ci raccontava come l’unica cosa che lo sorreggesse durante quei brutti giorni e notti, fosse la preghiera. Fino a che un giorno… e gli tremava la voce dalla commozione, a lui bestione grande e grosso – dice – recitando il Padrenostro mi son bloccato… Ma se dico “nostro” a un padre vuol dire che questi che mi hanno rapito sono miei fratelli… Ecco questo per me è un eroe e un esempio. Naturalmente non è detto che un esempio così io sappia ricopiarlo interamente, l’importante è chiarire se eroe sia uno che ammazza o uno che chiama fratelli chi gli infligge sofferenze.
La prossima volta torniamo a parlare di valori, con la V minuscola. Promesso.
Scrivi un commento