Riportiamo parte dell’intervento del presidente Felice Rossini alla assemblea della Federazione della Filiera Carta e Grafica il 26 giugno scorso.
Da questo intervento si desume un aggiornamento dei dati relativi all’andamento della produzione e vendite di stampa, carta e macchine per grafica e cartotecnica. Unico settore che resiste alla crisi è l’esportazione di macchine per cartotecnica e converting settore in cui il nostro Paese gode di buona reputazione nel mondo.

partecipanti assemblea

Numeroso il pubblico che ha assistito alle relazioni dell’Assemblea della Federazione di Filiera Grafica e Carta

È seguita una relazione sulla carta stampata – da noi già anticipata su queste pagine e a cui rimandiamo – nonché un dibattito con la partecipazione di Giuseppe Cogliolo, Vice Chairman di McCann Worldgroup, Alceo Rapagna, Chief Digital Officer di RCS
Media Group e Carlo Emanuele Bona, Vice Presidente di Vicenzobona e Amministratore Delegato di Promedia (che ha recentemente organizzato Expomedia di cui abbiamo riferito e cui rimandiamo).
Il dibattito è stato moderato dal giornalista Armando Garosci di Largo Consumo, che ha tra l’ltro sottolineato l’ovvia necessità e tendenza che i volantini della GDO dovranno trasformarsi in “liste della spesa” anche personalizzate. Ciò che fa meraviglia è che solo oggi si esprima questo concetto che fu da noi espresso già un paio di lustri fa, in cui la stampa digitale e le tessere di fedeltà giocherebbero un ruolo primario. Ma ancora non se ne vede l’applicazione, diffusa invece oltre oceano.
Dal dibattito è anche emersa la necessità di una convergenza tra media e web, rilevando il fatto che il consumatore è oggi naturalmente multimediale e multicanale: vede su carta, compra online (ma l’Italia su questo fronte è molto indietro).
La carta mantiene un ruolo centrale nell’advertising – è stato detto – tuttavia è oramai indispensabile legare questo supporto a strumenti web che consentano, ad esempio, la tracciabilità, il reperimento di informazioni supplementari rispetto a quanto riportato sulla carta, il contatto veloce e l’interazione.

Armando Garosci

Armando Garosci, largo Consumo, modera il dibattito

Andamento della filiera

Nel 2011 il fatturato del comparto grafico è calato dello 0,5% rispetto all’anno precedente ed è il quinto anno consecutivo di discesa: la produzione cala del 5,8% con particolare flessione nei segmenti delle riviste, degli stampati pubblicitari e commerciali, dei collaterali allegati a periodici.
In questo caso − secondo il presidente Rossini − il processo di digitalizzazione influisce ma non è il solo fattore negativo né quello più importante: i minori investimenti in pubblicità e comunicazione delle aziende e il progressivo calo del potere di acquisto delle famiglie hanno colpito pesantemente i prodotti stampati. La cartotecnica e trasformazione di carta e cartone invece è diminuita dello 0,7% in produzione, ma è aumentata del 5,7% in termini di fatturato, soprattutto a causa degli aumenti delle materie prime, di energia e trasporti.
L’industria cartaria ha vissuto nel 2011 un ciclo moderatamente positivo fino alla metà dell’anno, a cui è seguita una battuta d’arresto e la discesa nella seconda parte. Il fatturato si è chiuso con un lieve miglioramento rispetto al 2010, ma eroso come redditività dagli alti costi energetici e delle materie prime.
Per quanto riguarda la produzione, le carte per usi grafici si sono attestate a livelli vicini a quelli dell’anno precedente, mentre carte e cartoni per l’imballaggio sono scese del 2,2%; sul bilancio influisce la positività della carte per usi igienici, domestici e sanitari che sono aumentate dell’8,1%.

Il comparto delle tecnologie e delle macchine per la stampa e per la produzione cartaria ha visto crescere il proprio fatturato dell’8,7% grazie alla notevole spinta dell’export, mentre continuano a diminuire le vendite in Italia.
Nel 2011 oltre l’80% delle vendite si è realizzato sui mercati esteri, con al primo posto gli Stati Uniti seguiti da Germania e Francia come prevalenti mercati di sbocco. I primi dati di quest’anno confermano questa tendenza perdurando la stagnazione del mercato italiano.

Considerazioni

I dati forniscono un quadro preoccupante per la filiera in generale e per la stampa tradizionale, e tutto quanto ad essa è collegato.
La crisi economica, e soprattutto l’ultima iniziata alla metà del 2011, ha ridisegnato la filiera ma il suo contenuto tecnologico e culturale riveste oggi più che mai un ruolo fondamentale nello sviluppo della società contemporanea − ha detto Felice Rossini.
E tale ruolo deve essere riconosciuto, salvaguardato e sostenuto con adeguate misure rivolte alla crescita e allo sviluppo.
Il nuovo peggioramento che ha caratterizzato l’economia nella seconda metà dell’anno ha di fatto vanificato il recupero, seppur timido e parziale, della nostra filiera.
Allora, se tutti siamo d’accordo con questa affermazione, diventa essenziale che anche il Governo intervenga con misure efficaci. Qualcosa è già stato fatto con il recente Decreto, ma siamo ancora certamente lontani da misure veramente incisive.

Le misure auspicate

Per questo abbiamo incontrato i tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico cui abbiamo chiesto tre iniziative secondo noi in grado di aggredire la crisi e generare quel volano virtuoso tale da farci riprendere il cammino della ripresa.
La prima misura per la crescita e lo sviluppo è quella di trattare gli investimenti pubblicitari proprio come investimenti e non come un costo. Pertanto, prevedere la parziale esclusione dall’imposizione del reddito d’impresa degli investimenti in pubblicità sarebbe una misura volta proprio a favorire l’afflusso di maggiori risorse a un mercato pubblicitario in forte flessione ma, soprattutto, produrrebbe un duplice effetto positivo: rilanciare gli investimenti e spingere la domanda interna e i consumi e garantire maggiori risorse ai mezzi di informazione.
La seconda misura riguarda l’innovazione, tramite la previsione di un credito d’imposta per quelle imprese che sostengono costi finalizzati alla modifica parziale o totale dei loro modelli di business proponendo innovazioni di prodotto legate all’integrazione tra mezzo cartaceo tradizionale e web.
La terza misura dovrebbe consentire di detrarre dalla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche i costi per abbonamenti a giornali e periodici e per l’acquisto di libri.
Non sappiamo se stavolta otterremo quanto chiesto, la documentazione a sostegno delle richieste è stata presentata e illustrata, aspettiamo un segnale, delle iniziative concrete e di facile lettura.