Franco Rocco ha pubblicato un saggio approfondito, frutto di sei anni di ricerche e analisi, sul manoscritto di Luca Pacioli, rinvenuto nel 2006, i cui disegni in parte sarebbero opera di Leonardo da Vinci.

Nel mondo grafico Luca Pacioli è noto per l’alfabeto inserito nel suo lavoro “De Divina Proportione”, ed è noto anche come matematico (suo un approfondimento della partita doppia). Meno conosciuta la sua vocazione al gioco degli scacchi cui dedicò un manuale il cui manoscritto originale è stato ritrovato nel 2006 nella biblioteca di una famiglia aristocratica di Gorizia. Tradotto in italiano moderno, è stato pubblicato con il titolo “Gli Scacchi di Luca Pacioli” a cura del Museo Aboca di Sansepolcro (AR). 

Il cuborombododecaedro disegnato da Leonardo per il De Divina Proportione di Pacioli

Il cuborombododecaedro disegnato da Leonardo per il De Divina Proportione di Pacioli

Franco Rocco, architetto, designer e scultore, lo ha analizzato per sei anni giungendo ad alcune sorprendenti conclusioni, appena pubblicate per Amazon in un saggio in versione sia inglese sia italiana dal titolo “Leonardo e Luca Pacioli: l’evidenza” con il sottotitolo di: “Nuove regole e nuove forme degli scacchi nel manoscritto di Luca Pacioli”.

Nuove regole e nuove forme, perché il manoscritto nasce appunto nel periodo di fine ‘400 quando le regole degli scacchi stanno trasformandosi da quelle medievali (la regina e l’alfiere avevano movimenti limitati, il pedone muoveva di una sola casa al primo tratto, ecc) a quelle moderne tuttora in vigore. Queste nuove regole comportavano la possibilità della regina di muoversi senza limitazione nel numero delle case attraversate, tanto che fu chiamata “a la rabiosa”. Per contrastare questa nuova forza della regina nacque l’arrocco, la possibilità per il re di spostarsi di due case per proteggersi di fianco alla propria torre.

Nuove regole e nuove forme

Il manoscritto di Pacioli, redatto durante la sua permanenza alla corte del duca di Milano Ludovico Sforza, prima di trasferirsi a Mantova presso la Marchesa Isabella d’Este, appassionata di scacchi e alla quale il manoscritto è dedicato, contiene tra l’altro un centinaio di problemi o ‘partiti’, alcuni con le vecchie regole, altri con le nuove.

Folio 9r. che riporta un problema con le regole medievali

Folio 1r. scacchiera disegnata a mano libera

 Come sappiamo, Luca Pacioli fu amico di Leonardo da Vinci con il quale collaborò a lungo (di Leonardo sono diversi disegni del De Divina Proportione) e nasce più che un sospetto: che alcuni dei disegni dei pezzi e degli schemi riportati siano opera dello stesso Leonardo.
Ovviamente questa ipotesi incontra le resistenze degli accademici, i quali non ammettono che un ‘dilettante’ possa scoprire ciò che loro non hanno visto.
Tuttavia gli indizi sono notevoli e Franco Rocco ha evidenziato alcuni disegni certamente realizzati con la mano sinistra.
Inoltre, ciò che nel manoscritto è molto interessante e che lo studioso ha analizzato con cura, è la forma delle figure.
Fino ad allora la notazione era descrittiva e le figure erano assai incerte e spesso fantasiose. 

Ricostruzione tridimensionale delle figure disegnate da Leonardo:da sinistra pedone, torre, cavallo, alfiere, regina e re

Ricostruzione tridimensionale delle figure disegnate da Leonardo:da sinistra pedone, torre, cavallo, alfiere, regina nella versione a pennacchio, re

Qui si vedono invece figure già ben definite, che Franco Rocco ha ricostruito tridimensionalmente in una serie esclusiva e molto elegante di pezzi che sono stati prodotti da una azienda slovena che li ha appunto chiamati “scacchi di Leonardo“. In queste figure la regina ha forma di candelabro (una seconda versione la vede in forma di sostegno di fontana) e il cavallo si distingue dall’alfiere per il pennacchio sopra la testa. Con queste forme tutti i pezzi potevano essere lavorati al tornio.

Folio 9r. riporta un problema con le regole vecchie

Folio 9r. riporta un problema con le vecchie regole


Franco Rocco le analizza nei dettagli e ne ricostruisce la forma tridimensionale evidenziandone la validità non solo teorica per la notazione degli esercizi, ma anche pratica ai fini della loro costruzione in serie al tornio.
L’autore evidenzia che anche qui si può vedere l’intervento di uno sperimentatore come Leonardo, mentre Pacioli era notoriamente un teorico che non andava oltre la matita e il gessetto per la lavagna, come si vede anche dipinto che lo ritrae.
Del Pacioli abbiamo appunto questo ritratto (attribuito a Jacopo de Barbari e conservato al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli) mentre illustra figure geometriche su una lavagnetta.
Questa figura di Luca Pacioli è stata rielaborata dall’Autore per la copertina del libro.

La copertina del saggio di Franco Rocco

La copertina del saggio di Franco Rocco

 

 Un fotomontaggio (Photoshop) in cui Luca Pacioli è riprodotto specularmente in modo che la sua mano sinistra prenda la Regina dalla scacchiera (i pezzi qui riprodotti sono rigorosamente ricostruiti tridimensionalmente sulla base dei disegni del manoscritto); alla sua sinistra abbiamo l’autoritratto di Leonardo preso dalla “Adorazione dei Magi” (Firenze, Galleria degli Uffizi) il quale (anche questo speculare) guarda la scacchiera. Il tutto incorniciato nella cornice circolare del dipinto “La Medusa” del Caravaggio.
Sotto l’immagine, una specie di botta e risposta dei due amici in cui Pacioli “rabiosa la dona” e Leonardo risponde “ 
i’ a – rocho – ro”, definendo così le nuove regole del gioco.

Il libro è disponibile, sia in cartaceo, sia in e-book, su Amazon: titolo inglese Leonardo & Luca Pacioli: the evidenceNew rules, new shapes in the manuscript of Luca Pacioli about chess.