Per la seconda edizione del libro sull’epopea del Campionissimo, una copertina d’Autore: tratta da un acquerello 56×76 del noto artista grafico, pittore e incisore di fama internazionale Pietro Paolo Tarasco.

Avevo 13 anni. Era estate, e con gli amici stavamo incollati alla radio in attesa delle notizie del campionato del mondo di ciclismo su strada, che si svolgeva a Lugano.
A quei tempi il cronista al seguito doveva ogni tanto fermarsi, quando passava davanti a un bar e precipitarsi al telefono pubblico per comunicare con la sede RAI.
L’attesa il più delle volte era lunga e ci metteva in agitazione. Finalmente la voce di Mario Ferretti, l’indimenticato radiocronista sportivo, forse il primo vero cronista sportivo alla radio italiana.

«Un uomo solo al comando… la sua maglia è bianco-celeste… il suo nome è Fausto Coppi.» Frase che si è radicata indelebile nella nostra memoria perché, noi ragazzi, l’avevamo ripetuta chissà quante volte.
Quel Uomo solo al comando è diventato nel tempo un’icona, purtroppo trasferita ad altri ambiti, soprattutto politici, ma forse pochi sanno che la inventò, lì per lì, proprio Mario Ferretti (secondo qualcuno questa fu una ripetizione di quella pronunciata dallo stesso Ferretti al Giro d’Italia del 1949, ma per noi era una novità e nelle pause tra una battuta e l’altra non potevamo farci prevedere il finale che si attendeva). L’entusiasmo di Mario Ferretti nel pronunciare quelle parole era ben giustificato anche dal fatto di essere un grande amico di Fausto fin dall’infanzia, essendo entrambi di Novi Ligure (Fausto era nato a Castellania, a due passi da Novi) quando il Campionissimo faceva il garzone di salumeria.

Le ali dell’Airone
Fauto Coppi Tarasco

Particolare della copertina di Pietro Paolo Tarasco

Il libro, “Fausto Coppi – Il grande airone vola ancora” a cura di Giuseppe Castelnuovi e Paolo Andrea Mettel, edito in prima edizione da Metteliana (la casa editrice fondata da Paolo Mettel) nel 2011, è stato ristampato oggi per questa seconda edizione, per celebrare il centenario della nascita di Coppi. L’edizione è stata stampata a Città di Castello dal Centrostampa di Roberto Meucci, azienda specializzata nella stampa per editori.

Con introduzione di Aldo Grasso e prefazione di Pier Bergonzi, il libro contiene brani tratti da testi dei grandi giornalisti che hanno fatto la storia dello sport e del ciclismo in particolare. Tra i tanti, Orio Vergani, Sergio Zavoli, Gianni Brera. Ma non solo giornalisti sportivi, visti i contributi di Enzo Biagi, Curzio Malaparte, Indro Montanelli, Dino Buzzati, Vasco Pratolini. E persino di musicisti come Gino Paoli e Roberto Roversi. Scritti che rivelano aspetti ciclistici  e non del Campionissimo. Che parlava poco, ma oltre a esprimersi in buon inglese era anche arguto e persino simpatico, nonostante l’icona costruita su di lui quale uomo schivo e chiuso.

Insomma un volume per celebrare i 100 anni di Fausto Coppi, scomparso invece troppo presto a 40 anni per una banale malaria, che “una pastiglia di chinino avrebbe salvato”, come dice Aldo Grasso.

L’acquerello della copertina di Pietro Paolo Tarasco raffigura Fausto Coppi con la maglia iridata (e le ali dell’Airone! O dell’Angelo che era il suo primo nome di battesimo) con lo sfondo del paesaggio svizzero per quella sua mitica vittoria. Un’opera nello stile tipico e inconfondibile dell’Artista materano, uno degli autori di ex libris più conosciuti e apprezzati al mondo.