Non tutti probabilmente sanno che, nonostante l’applicazione pratica della stampa 3D sia piuttosto recente, la tecnologia che sta alla base di questo straordinario metodo innovativo risale in realtà a quarant’anni fa: erano infatti i primi anni Ottanta quando Hideo Kodama brevettò il prototipo e Charles Hull ne sviluppò la tecnologia SLA (stereolitografia). Perché dunque tanto clamore solo negli ultimi anni?

La risposta è che bisognerà aspettare il 2005 prima che venga inventata la prima stampa 3D auto-replicante e completamente open source, ad opera di Adrian Bowyer, e la tecnologia cosiddetta FDM (Fused Deposition Modeling) inizi a diffondersi rapidamente. Da quel momento in poi, dunque, assisteremo a una progressiva crescita ed evoluzione della stampa 3D e al conseguente utilizzo di questo straordinario strumento innovativo nei più svariati settori. A oggi, infatti, sono davvero innumerevoli gli ambiti di applicazione, compresi quelli che fino a poco tempo fa ci risultavano probabilmente impensabili: dall’ingegneria aerospaziale all’odontoiatria, dall’automobilismo all’arte, dalla moda al gaming.

E se per i settori appartenenti alle cosiddette categorie STEM, quindi dove la tecnologia è imprescindibile, tutto ciò ci sembra assolutamente scontato, viene da chiedersi invece in che modo la moda possa sfruttare la stampa 3D o come possa farlo il mondo dell’arte.
Esistono ad esempio stampanti in grado di fornire capacità multi-materiale e a colori per le decorazioni e i disegni che possono essere stampati direttamente sui tessuti, sulle scarpe o sugli accessori. Ma c’è anche chi, come Annie Foo, nota designer di calzature, stampa addirittura interi pezzi destinati alle passerelle; come lei Anouk Wipprecht, famosa per l’utilizzo del processo SLS nella realizzazione dei suoi abiti, che presentano dettagli veramente unici e particolari. Sono davvero sempre più numerosi i designer e gli stylist che si affidano a questa tecnologia, con lo scopo di produrre modelli maggiormente originali e su misura, dando anche uno sguardo alla sostenibilità e all’impatto ambientale: la stilista Julia Daviy, ad esempio, ha realizzato la prima gonna 3D “zero waste”, allontanandosi così dalla produzione di massa per andare verso una dimensione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.scacchi 3D

Giochi da tavolo

Un altro settore sul quale la stampa 3D sta avendo un notevole impatto è quello del gaming e dei giochi da tavolo e strategia; sono infatti numerosi gli accessori che è possibile ottenere grazie a questa innovativa tecnologia: dalla custodia dei videogame per Nintendo Switch ai VR shooter, dai supporti per Oculus Quest ai controller per console, passando per i pezzi degli scacchi, sono famosi quelli green di Michael Drake, o le pedine della dama, ma anche il portacarte o le chip per giocare nella variante del poker Texas Hold’em, e poi ancora Forza quattro e Tris. Insomma, l’elenco dei giochi o degli accessori che si possono realizzare in 3D risulta ormai incalcolabile.

Arte e restauro

E che dire dell’arte, un settore che di per sé vive di influenze e mutamenti, che ha trovato il modo di fare della stampa 3D un’alleata naturale. Un aspetto che viene spesso evidenziato è come si riesca, grazie a questa tecnologia, a eliminare i confini tra le varie discipline artistiche: si possono infatti realizzare pezzi interdisciplinari, mescolando creatività, informatica, biologia, architettura, fino ad arrivare al prodotto finale, che può essere un vaso in ceramica o qualcosa di più complesso come le grotte interattive realizzate in arenaria, e ispirate al lavoro di Antoni Gaudí, da Benjiamin Dillenburger e Michael Hansmeyer.
Un altro modo in cui la stampa 3D influenza la creatività è perfettamente visibile nel processo di restauro: questa straordinaria tecnologia non è preziosa soltanto per creare oggetti completamente nuovi, ma sta dando una grossa spinta al lavoro di risanamento di opere d’arte che prima era impossibile recuperare. Grazie alla scansione 3D è infatti molto più semplice valutare gli oggetti e, operando con il software di modellazione digitale, risulta più agevole riprodurre gli elementi mancanti, riducendo in modo considerevole il rischio di commettere errori di interpretazione; per questo è ormai imprescindibile per i restauratori servirsi della tecnologia 3D, sia per la fase preliminare di valutazione che per la realizzazione di materiali mancanti.