La notevole adesione alle Olimpiadi della Stampa conferma l’interesse dei giovani per il “mestiere piú bello del mondo”.
A parte che tutti i mestieri sono belli se compiuti con passione e competenza, le due giornate che hanno riunito a Milano 120 studenti provenienti da 24 istituti da tutta Italia, hanno confermato la vivacità del comparto.
Vivacità, passione, impegno sono il risultato dell’idea lanciata e attuata prima della pandemia che ne ha interrotta la continuità. Ma, d’altra parte le Olimpiadi non si svolgono tutti gli anni, quindi va bene cosí.
Se si vogliono trovare dei piccoli difetti a una iniziativa di grande valore, possiamo citare l’assenza dell’ideatore Silvano Bianchi, nella giornata finale e delle premiazioni. La scelta di un grande hotel-residence di Milano ha i suoi vantaggi logistici, ma sarebbe in futuro bello assistere alla manifestazione in un auditorium e nei cortili di una delle tante scuole grafiche, piú in tono con i ragazzi.
Considerate la vostra semenza

I lati positivi sono mostrati da queste immagini che mostrano gli applausi, la concentrazione dei gruppi nel rispondere alle domande nei 30 minuti concessi per la fase finale, la collaborazione degli scout, la presenza degli insegnanti e anche dei rappresentanti delle aziende partner, nonostante il sabato e la domenica. Persino il racconto di Ulisse e delle donne incontrate nel suo lungo viaggio, “per seguir virtute e canoscenza”.
Tutti segnali che incoraggiano nonostante le non poche difficoltà che i giovani devono affrontare oggi.
Tanti i discorsi, ma ci sembra sufficiente, oltre che doveroso, citare quello di Alessandro Mambretti, presidente TAGA Italia, che ha insistito sul fatto di fare il proprio lavoro con passione, con competenza, di credere nelle proprie scelte e non cedere davanti alle difficoltà che comunque e sempre, anche in modo inaspettato, possono capitare a tutti.
Ci permettiamo di aggiungere questo commento che fece Rita Levi Montalcini: “Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. […] I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.”
Tutti premiati, secondo la migliore tradizione decubertiniana, pur con una classifica, che non riportiamo in ossequio allo stesso spirito olimpico. Aggiungiamo solo, il nostro inutile giudizio, secondo cui il titolo piú simpatico è quello del Franchetti-Salviani di Città di Castello: Le Crocine “Registro mancato, crocino sprecato”.
Complimenti a tutti, studenti, insegnanti e giuria che mostriamo nella foto in alto all’inizio delle valutazioni finali.

Olimpiadi della stampa. La giuria all'esame di uno dei lavori

Olimpiadi della stampa. Applausi per tutti
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