“Officina Chimerea” ovvero la private press di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo, che in quest’ultimo suo lavoro raccoglie e racconta una vita tipografica d’elite.
“OFFICINA CHIMEREA. Libri e racconti di una very private press 1960-2023”, Verona Officina Chimerea, 2024, pp. 144, 130 illustrazioni ca.
Pur trattandosi di un minimo frammento della storia della stampa, questo preziosissimo volume non potrà mancare, nei limiti delle copie stampate, nelle biblioteche degli appassionati dell’Arte Tipografica. Ma cos’è questo “Officina Chimerea”? Un catalogo, una ricca bibliografia, una preziosa raccolta di marche tipografiche, una fitta corrispondenza, e altro ancora.
Cultura tipografica
Partiamo dal catalogo che costituisce un importante e aggiornato documento di storia dell’editoria e della cultura tipografica veronese in particolare, che attraversa i confini del Millennio ed entra in questo ventunesimo secolo, riproponendo, dopo sette secoli, le modalità e le tecniche che hanno posto le basi per la nascita del libro tipografico.
Un racconto che aiuta tutti noi ad avvicinarci alla bellezza dell’Arte Nera.
Potremmo limitarci a dire, come lo definisce Alessandro Corubolo, che è un Catalogo, ma non è vero. Questo è un racconto, un romanzo di oltre sessant’anni di vivace e appassionata tipografia da parte di Alessandro e di Gino legati dalla passione per la Stampa. Quella che una volta si chiamava Arte Grafica e che oggi guai a nominarla così, perché ora è Industria Grafica.
Sí, perché “l’oggetto libro” può e deve a volte, essere Arte. Verona è stata sede di diverse piccole officine “casalinghe” che a questo scopo si sono dedicate, sull’esempio dell’Officina Bodoni di Giovanni Mardersteig, che nel 1962 per i giovani Corubolo e Castiglioni, “fu per noi un vero choc: poteva l’oggetto libro giungere a tale bellezza e perfezione?” Poteva. Ma era, ed è, necessario rispettare diversi canoni: carta, tipografia, stampa, grafiche originali dei migliori artisti, legatura, il tutto in un insieme coerente.
Come ci ricorda Corubolo, il mondo veronese dei private printers aveva – pur nelle differenze di motivazioni, capacità, impegno e risultati – aspetti comuni e precisi, caratterizzandosi per la composizione manuale, la stampa con il torchio, gli obiettivi di qualità.
“Tutti ci proponevamo di fare bei libri, oggetti di qualità superiore”.
Ma, venendo all’odierna pubblicazione, eccone i contenuti.
Per ogni libro c’è una scheda bibliografica con descrizioni il più possibile complete, coerenti con il particolare tipo di editoria. Si è cercata l’esattezza, con attenzione a non trascurare dati importanti, ma senza cadere nell’eccesso di pignoleria.
Le schede sono organizzate in modo che possa esser facile trovare le informazioni, che sono scandite anche graficamente. Di regola, a fronte di ogni libro, ci sono le relative immagini.
Il volume si chiude con un opportuno e sintetico indice dei libri, con una bibliografia essenziale che comprende non solo i testi in cui si parla della Officina, ma anche i cataloghi delle mostre di cui i libri sono stati protagonisti, con un indice dei nomi.
Il libro a cura di Alessandro Corubolo, con introduzione di Eleanor M. Garvey e Agostino Contò, contiene fotografie di Paolo Galvani e di Enzo Bassotto.
Le carte usate per la stampa sono: Munken Lynx di Arctic Paper per gli interni; Sirio Color Blu di Fedrigoni per i riguardi. La copertina è stampata su Gmund Colors Matt 01.
Per la stampa, tirato in 300 copie, si è usato il carattere Custodia di Fred Smeijers.
Prestampa e stampa di Trifolio srl.

Auden_Adami (1969)

Rilke_Chia (1999)
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