Prima di addentrarci nella vera anima di MetaAlice, cominciamo con qualche breve notizia sull’editoria, che sarà di aiuto e supporto a chi vuole vedersi pubblicati i propri lavori. Proporremo consigli e informazioni utili all’autore, ma anche al lettore, per districarsi nel mondo editoriale, nella redazione e pubblicazione del libro per il primo, e nella scelta dell’opera con cui deliziarsi, per il secondo.

In Italia l’editore assume una propria configurazione autonoma nella seconda metà dell’Ottocento. Prima si identifica con lo stampatore e anche con il libraio.

A essere precisi però, dovremmo partire da Aldo Manuzio, che fu il vero inventore del libro nel senso moderno del termine. Manuzio infatti, inventò il ‘tascabile’: finalmente, si potevano possedere libri da portare con sé, da poter leggere ovunque, senza bisogno di appoggiarli su un leggìo. Perché i primi libri a stampa (con la tecnica innovativa dei caratteri mobili), tra il 1454 e il 1500 vennero denominati incunaboli, ovvero libri in culla. Erano in-folio con un minimo di 40 cm di altezza per 26 di larghezza. Non si poteva parlare ancora di libro come lo conosciamo oggi, proprio per il grande formato che necessitava dell’uso di un leggio. Inizialmente, il contenuto era limitato a canti liturgici (riproduzioni di codici manoscritti) ed erano quindi libri religiosi.

Per non parlare poi, del grande Giovanni Battista Bodoni (1740-1813), stampatore ed editore in Parma, che raggiunse il culmine con il suo Manuale Tipografico del 1788, ma edito postumo, dalla vedova, la signora Ghita, nel 1818.

Con tali premesse, l’editoria italiana ha quindi un pedigree che non dovrebbe disattendere. Purtroppo invece, in molti casi è cosí.

Chi è e cosa fa l’editore

L’editore è colui che acquisisce un elaborato, in sé già completo, denominato originale, e lo trasforma in prodotto esteticamente e funzionalmente valido, offrendolo a un mercato, che esiste già, ma che si deve conquistare.

È un sistema finalizzato alla realizzazione industriale di un oggetto, il cui valore non si può confinare alla sola funzionalità; cosí come la figura dell’editore non si deve intendere come un cessionario di diritti, che agisce sul mercato con scelte commerciali piú o meno azzeccate. È necessario cogliere le domande di cultura e di informazione emergenti, veicolarle con le tecniche di realizzazione piú opportune ed economiche, trovare un giusto equilibrio tra esigenze di mercato e contenuti culturali e tecnologici d’innovazione al fine di creare una decorosa immagine aziendale.

In questo senso l’editoria è, più di altre attività industriali, legata alla creatività dei suoi gestori, essendo il prodotto in parte extra-economico e d’impiego molteplice, dato dalla varietà di libri editati.

Non esiste in Italia un Albo degli editori, né vi sono particolari modalità di accesso alla professione. L’Associazione Italiana Editori (AIE) pubblica ogni anno statistiche e analisi di mercato, leggi e regolamenti, dati di vario genere, nonché un elenco completo degli editori italiani. Basti pensare che nel 1989 gli editori ammontavano a 2315, mentre nel 2021 erano quasi raddoppiate a  5153, nonostante il calo del 2020: per la maggior parte strutturati in piccole Case sconosciute al grande pubblico. Le entità di livello industriale sono dominate da pochi colossi, che pubblicano in quasi tutti i settori dello scibile con tecniche e con programmazione tipica della grande industria; nelle realtà minori il libro si pubblica, invece, con criteri artigianali.

L’editoria è un comparto produttivo piuttosto caotico: poco regolamentato, spesso ignorato. L’elenco risulta eterogeneo in quanto comprende anche ditte che, per il semplice fatto di produrre carta stampata, vengono definite “editrici”; e aziende che cessano le pubblicazioni dopo aver dato alla luce uno o due testi in tutto. Si pensi che la maggior parte degli artigiani edita da una a quattro novità annue contro le centinaia della vera editoria industriale.

Chi stampa

Poche sono le Case editrici che posseggono un proprio stabilimento grafico, perciò le lavorazioni per la realizzazione dei volumi sono di solito condotte all’esterno, scorporando le attività grafiche (composizione, formatura, stampa, legatoria) dalla struttura editoriale, sia per ragioni fiscali legate al numero di dipendenti, sia per aumentare l’elasticità gestionale dei vari reparti, che risultano autonomi e responsabilizzati direttamente.
Fino all’avvento della stampa digitale, i costi generali di un impianto grafico tradizionale erano elevati, perciò l’azienda grafica oggi non può piú essere un’appendice di quella editoriale, come si è verificato per lungo tempo.

Faremo un raffronto tra la stampa offset e quella digitale che la sta uguagliando, affinché si capiscano le differenze e le scelte degli editori in merito al tipo di stampa e, di conseguenza, come sta evolvendo l’editoria e la pubblicazione del libro in funzione proprio del tipo di stampa che oggi, grazie appunto alla tecnologia digitale che non richiede la preparazione di lastre, selezione colori e altre operazioni, permette di realizzare anche una sola copia senza avere alti costi fissi di impianto.

Salvo poche eccezioni, l’azienda editrice gestisce il piano delle pubblicazioni, svolgendo un’attività in prevalenza mercantile, mentre l’azienda grafica, produce su progetti altrui, svolgendo un’attività di trasformazione, affrontando i costi d’esercizio e gli immobilizzi in impianti.

Comunque, come vedremo nei prossimi articoli, la stampa digitale ha preso il sopravvento nell’editoria, provocandone anche una trasformazione. Ma non sempre positiva.

Marketing editoriale

La presenza sul mercato e l’immagine di un’editrice sono influenzate dall’attività promozionale e pubblicitaria che essa svolge, sia in proprio, sia affidandola a studi e aziende specializzate.

L’identità di un’editrice si fonda non tanto sulla produttività e sul numero di titoli che pubblica annualmente, quanto sul tipo di scelte e sulla qualità dei prodotti, cioè sullo “stile” che deve emergere sia per i contenuti, sia per la presentazione tecnico-estetica dei prodotti, sia per il tipo di comunicazione che l’editore cerca e realizza con il pubblico.

Occorre, infatti, perseguire il dialogo con i lettori, applicando un costante impegno a fornire corrette informazioni, supportate da attività promozionali che coinvolgano i centri di cultura (ufficiali e non), le istituzioni preposte alla diffusione del libro e, soprattutto, i potenziali interessati.

Prossimo articolo:
Selezione delle opere”, come vengono selezionati i testi proposti dagli autori.

Una macchina offset a foglio a 10 colori per editoria e stampa di pregio, presso Rotolito Lombarda

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