L’Editoria è malata? L’analisi di alcune problematiche dell’editoria e del self-publishing da parte di un giornalista e un’autrice esperta nel mondo editoriale, dopo aver visitato la fiera Edita, rivela come la piccola editoria competente, con i suoi contratti di poche promesse, e il self-publishing, meno economico e distante, vantino nei loro cataloghi autori meritevoli che nulla hanno da invidiare agli scrittori delle grandi case editrici, che non prenderanno mai in considerazione i loro manoscritti.

di Wilma Coero Borga *

La lettura e il libro sono in crisi, gli e-book scendono in campo contro i libri stampati. Che cosa sta succedendo nel mondo dell’editoria? A Edita, fiera dell’editoria, conclusasi lo scorso weekend a Milano, abbiamo curiosato tra gli stand degli addetti del settore editoriale per capire come operano gli editori e le agenzie letterarie e della comunicazione nei confronti degli autori.
Il riscontro è stato deludente se si pensa quanto gli esordienti, seppur meritevoli, debbano sgomitare per rendersi visibili e quanto questo mondo sia pieno di insidie e contratti poco vantaggiosi per lo scrittore che deve fare i conti anche con tipografi-editori e il self-publishing, sempre più utilizzato per accelerare i tempi, rendersi più visibili e sognare un guadagno e che costringe, però, a trasformarsi prima in grafici esperti e poi in imprenditori di se stessi nel post pubblicazione.
Ma del resto, anche le grandi Case non si adoperano molto nella promozione.
E poi, scegliendo il self, chi corregge le bozze e si occupa dell’editing? Sempre l’autore che, se fortunato, conosce un esperto a cui sottoporlo, altrimenti si fiderà di se stesso o di amici e parenti che, se onesti, saranno critici e imparziali, pena, l’uscita di un’opera non all’altezza e zeppa di errori di ogni genere. Oppure si affiderà, a pagamento, all’esperto della piattaforma editoriale che ha scelto.
E, infine, c’è Amazon che propone la luna a patto di concederle l’esclusiva delle vendite e a patto di arrangiarsi a impaginare il libro da sé, con programmi che non somigliano a quelli di un grafico professionista che, svalutato dal fai da te, scompare in una nicchia di mercato, e a creare una copertina dal gusto e dall’efficacia discutibile. Tutti ormai sanno fare tutto. C’è la globalizzazione.
Ma il biglietto da visita di un testo è proprio lei, la copertina, col suo bel vestito appropriato che ne rispecchia il contenuto. Che cosa importa, tanto Amazon, alla peggio, offre un ventaglio di scelta, se la fantasia difetta.

Inoltre, i lettori sono ancora in minoranza rispetto a chi scrive, che si rivela anche un instancabile lettore. Come equilibrare le parti?  E dunque, chi visita queste fiere quale fine ha? Girovagare senza un’idea chiara tra i libri, incontrare parenti e amici? Perché sembrano pochi quelli che sanno già che cosa vorranno acquistare.

Se c’è una soluzione a tutto ciò è da cercare tra le fila degli autori entusiasti dell’esperienza di gruppo (come si può leggere in questo vivace resoconto scritto da uno degli Autori Erranti) vissuta in fiera e chiedere a loro come ci si sente, nonostante tutto, quando qualcuno si avvicina al tavolo dello stand e prende in mano un libro per acquistarlo, dopo aver parlato direttamente con chi lo ha scritto!

* Wilma Coero Borga, laureata in Scienze e Arti della Stampa al Politecnico di Torino, è nel settore grafico-editoriale dal 1993.  Autrice di libri dal 2002, al suo attivo ha sette pubblicazioni di vario genere, dal narrativo-fotografico al racconto-saggio sull’Alzheimer, al romanzo.  L’ultimo è stato premiato con la pubblicazione a febbraio 2022 (La più autentica soddisfazione) al Concorso Letterario “Acqui Inedito Romanzo familiare” di Acqui Terme.  A ottobre 2022 ha ottenuto il Diploma d’Onore per la Segnalazione di Merito al Premio “Luigi Pirandello” nella sezione Narrativa inedita dall’Accademia Internazionale  “Il Convivio” di Giardini Naxos di Messina, con il testo per bambini: Rinaldo e il mistero del calice avvelenato.