“Una collega che nella realtà si occupa di tutt’altro mi accompagna in un ufficio asettico e mi consegna una busta contenente una lettera nella quale l’azienda mi dà il benservito.”
Inizia così un ‘post’ di un manager di una importante industria grafica, che racconta un suo sogno. O meglio, un incubo. E prosegue: “Fortunatamente mi sono reso conto quasi subito che non si trattava della realtà ma ho comunque fatto fatica a riprendere sonno. Sarà perché a 52 anni ricollocarsi nel mondo del lavoro di oggi non sarebbe proprio una passeggiata di salute.”
Da qui inizia un interessante scambio di opinioni dalle quali emerge che nel mondo dell’industria grafica, se il digitale aumenta continuamente a discapito della carta stampata, non è da meno la continua, e falsa, campagna contro l’industria cartaria colpevole della deforestazione mondiale. Ma come reagire? “È anche per questo che credo molto nella formazione” ci dice il nostro manager, perché come ci ricorda Charles Darwin: “La specie che sopravvive non è né quella più forte né quella più intelligente ma è quella che si adatta meglio al cambiamento.”
Personalmente conosco bene questa situazione già vissuta e oggi vedo con preoccupazione il fatto che le aziende cominciano “orgogliosamente” a licenziare, “grazie” alla IA. Il timore è che con la IA si pensi di poter fare a meno delle competenze.
È quindi la formazione continua l’unico strumento che ci permetterà di reagire e di farci trovare pronti ad affrontare qualsiasi evenienza di questo tipo.
“Chi non si forma si ferma, sempre” afferma un interlocutore il quale, nonostante sia già affermato nel mondo del lavoro, ha deciso di investire almeno 2 ore di studio ogni giorno.
Quando mi presentai al mio primo impiego con la mia bella laurea scientifica in tasca (di quelle vere di una volta) la prima cosa che mi disse il mio capo fu “all’Università, dottore, lei ha imparato a studiare. Ora può iniziare a farlo” mettendomi sulla scrivania un carico di libri, opuscoli e faldoni da studiare.
E, oggi, un noto consulente e docente aggiunge: “Ragazzi, quando entrerete nel mondo del lavoro, sarà quello il momento in cui inizierete a studiare. Quello che avrete fatto prima sarà semplicemente aver imparato un metodo per farlo. Non smettete mai di studiare!”
Morale: la formazione continua serve comunque anche per non permettere alla IA di sostituirci con facilità. Ma la buona notizia è che ci sono realmente aziende nel nostro settore che investono seriamente nella formazione continua, come abbiamo potuto constatare negli ultimi giorni e di cui diamo resoconto in questi articoli. (Da Laminati Cavanna si respira ottimismo e un’intervista a un guru della comunicazione visiva che uscirà a giorni su queste pagine)
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