Anche il grande formato (LFP), dopo un periodo di successi e di crescita, subisce inevitabili contrazioni. In questo articolo ne facciamo una rapida analisi.
di Sabine Slaughter *
Il nostro collega Christel Lee di Print World Asia ha intervistato Phuong Hang responsabile supervisore per i mercati LFP di International Data Corporation, l’istituto di ricerche e proiezioni dei mercati globali, il quale ha riassunto alcuni dati essenziali dell’andamento dei mercati della stampa di grande formato, digitale e globale, nel 2012.
Riferendosi al mercato in generale, le installazioni di macchine di grande formato (LFP – Large Format Printing) sono calate, nel terzo trimestre del 2012, del 5%. In questo stesso periodo si è registrato un calo del 3,9% nell’installato nei paesi emergenti in generale, mentre i mercati maturi hanno fatto registrare un calo di installato del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Sempre secondo International Data Corporation (IDC) i soli mercati in cui si è registrata una certa crescita per la stampa digitale LFP sono quelli dell’America Latina, Europa orientale e Medio Oriente.
Phuong Hang ha aggiunto che nonostante questi dati negativi ci si aspetta che per i prossimi anni gli stampatori di grande formato in digitale possano rappresentare ancora una fetta significativa del mercato.
«Questi – ha detto Hang – si stanno tuttavia orientando verso nuove applicazioni specialmente nella stampa commerciale, settore che più di altri ha risentito del periodo di crisi economica.»
Nel terzo trimestre 2012 il segmento delle applicazioni tecniche è andato ‘meno peggio’ e ha registrato un installato di 42.500 gruppi con un calo del 3,4%. Le applicazioni tecniche rappresentano oggi la maggioranza del mercato con un 58% del mercato globale del grande formato.
È il settore grafico quello che risente di più della situazione con un calo del 7% a 30.400 gruppi e copre il 42% del mercato globale.
In testa alla classifica dell’installato è HP (con i tavoli Scitex) che ha tuttavia registrato un calo del 10,1% di installazioni, seguita da Epson, Canon-Océ, mentre Roland DG ha catturato il 3,1% delle quote di mercato del grande formato.
Il tallone d’Achille
Tutto quanto sopra è vero in termini statistici. Ma oggi il mercato della stampa di grande formato costituisce anche un tallone d’Achille per molti stampatori: è sì una tendenza a investire in digitale LFP, ma se sono troppi coloro che hanno, in un’area specifica, la stessa idea, il mercato si satura e si genera una spirale di crisi, come è avvenuto nel campo della stampa commerciale alcuni anni fa (ricordate la storia delle rotative 96 pagine in Italia? – ndr).
I produttori di macchine LFP insistono oggi nel dire che il futuro del mercato è nel packaging, e questo è vero, ma anche qui bisogna distinguere. Se c’è affollamento, c’è crisi. Staranno bene i primi e coloro che saranno più attenti a differenziarsi. A saper fornire soluzioni innovative, a dare un servizio migliore della propria concorrenza, a essere al passo con i tempi, quindi senza più fare affidamento a metodi di vendita tradizionali basati sulla persona e sull’amicizia, ma su basi ben concrete e moderne di assoluta efficienza (ne abbiamo parlato su queste pagine, cui rimandiamo, proprio nei giorni scorsi – ndr).
Viene da chiedersi se la offset sia stata messa in crisi dal digitale, rempre restando nell’ambito del LFP. Bene, la offset prevale tuttora in certe aree e applicazioni, tanto è vero che diverse case contruttrici di macchine offset commercializzano macchine digitali di grande formato (ad esempio Heidelberg con EFI negli USA e in altre parti del mondo).
Aree specifiche per il mondo della LFP digitale sono quelle tradizionali della serigrafia in cui sono prepotentemente entrate aziende come HP, Agfa, Canon-Océ, Mimaki, Mutoh, EFI Vutek, Roland DG, Inca Digital, Screen, Ricoh, Fujifilm, etc.
In questo caso è il mercato che è evoluto verso il digitale. È il crescente, per ora, mercato del signage, della comunicazione esterna, dove oggi prevale la LFP, in cui comprendiamo anche espositori in cartone la cui produzione utilizza gli stessi sistemi di stampa cui si aggiunge il taglio.
Ma anche questo campo è destinato a evolvere, ad esempio verso la cartellonistica elettronica, in cui per carta e cartone ci sarà sempre meno spazio. Gli esempi sono già molti e si moltiplicano in modo esponenziale, basta girare per gli aeroporti internazionali, stazioni ferroviarie, stadi, negozi.
Ad esempio, all’aeroporto di Hannover il ristorante MacDonald ha un chiosco all’ingresso in cui un pannello luminoso illustra con filmati i menù e uno schermo touch su cui potete selezionare il vostro menù che andrete a ritirare direttamente al banco.
Le aziende che stanno investendo in questo settore dovranno qindi tenerne conto e guardare sempre avanti non di un passo, ma almeno di due passi.
* giornalista, specializzata nel settore delle Arti Grafiche, vive e lavora tra Germania e Regno Unito dove ha fondato e dirige la rivista online in sette lingue Global Print Monitor (GPM), partner internazionale di MetaPrintArt.
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