Tutti ne parlano, ma pochi ancora sono in grado di sfruttarne le enormi potenzialità nel mondo della pubblicità e della stampa. Cerchiamo di conoscerla meglio.

Insieme alla stampa 3D con le sue applicazioni e all’editoria digitale con le relative App che ne permettono l’interattività, la realtà aumentata è il terzo pilastro nel futuro del mondo della stampa e della comunicazione.
Ma purtroppo c’è scarsa conoscenza, oltre a un po’ di confusione, e questo crea ancora incertezza cui a volte contribuisce persino chi ha il compito – ben remunerato – di fare informazione.

È il caso di una nota trasmissione televisiva di domenica 13 luglio, da cui «si può dedurre, a mio avviso, che la “Realtà Aumentata” consiste in un allargamento delle potenzialità visive inserendo, in un contesto reale visionato a mezzo smartphone, una proiezione tridimensionale di un soggetto come una poltrona, nel caso del servizio mandato in onda
Così si esprime in una lettera inviata al curatore e conduttore del servizio, Pietro Del Maschio, esperto di fotografia, titolare di PK Photo Know How, che sulle tecniche di realtà aumentata ha condotto ricerche con risultati sorprendenti su cui torneremo in questo articolo.

Il progetto Basilica di San Marco nel mondo: con particolari tecniche di scansione e ripresa, con lo scanner planetario Cruse e il sistema Polifemo realizzato da PK, si possono ottenere riproduzioni iperrealistiche del vasto patrimonio artistico italiano

Il progetto Basilica di San Marco nel mondo: con particolari tecniche di scansione e ripresa, con lo scanner planetario Cruse e il sistema Polifemo realizzato da PK, si possono ottenere riproduzioni iperrealistiche del vasto patrimonio artistico italiano

Nella sua critica al programma televisivo Del Maschio prosegue «Tutto ciò è parziale o improprio; in realtà, attraverso la tecnologia del riconoscimento dei volti, utilizzando specifiche applicazioni software tipo layar o altre simili, possiamo accedere a una serie di contenuti latenti ma, riconosciuti dalla scansione eseguita dal tablet o smartphone.»
Tutto questo può non essere chiaro al grande pubblico, ma è forse utile citare l’esempio di un’applicazione che PK ha in corso d’opera a Venezia, dove «grazie a questa tecnologia, la direzione della Basilica di San Marco ha condiviso la proposta che stabilisce, servendosi di questa opportunità, di produrre e vendere copie iperrealistiche delle opere esposte all’interno della Basilica stessa

Quanto qui riportato non è che un aspetto della realtà aumentata, relativo alla riproduzione appunto ‘iperrealistica’ di opere d’arte, peraltro già applicata con successo da diversi musei che espongono tali riproduzioni (stampate con macchine inkjet) preservando così gli originali da eventuali danni o invecchiamento. Ma non solo.
Basti infatti ricordare che, tra gli altri, il Museo Van Gogh di Amsterdam vende copie delle opere d’arte in suo possesso a 25.000 Euro. In Italia ci sarebbe da finanziare restauri e dar lavoro a molti giovani disoccupati, e dobbiamo dunque pensare alle immense opportunità a nostra disposizione per generare economia e lavoro.
Oltre a questa applicazione, che costituisce comunque un mercato nuovo e in forte evoluzione che darà molto lavoro a giovani intraprendenti e competenti, la realtà aumentata è applicata nel mondo della pubblicità e del marketing, dalle pagine pubblicitarie alle confezioni del packaging.

Cos’è la realtà aumentata

Secondo la definizione di Wikipedia “Per realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR), o realtà mediata dall’elaboratore, si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi.
Si tratta quindi di informazioni aggiuntive o manipolate della realtà stessa. Se solo da pochi anni è entrata nel linguaggio comune e vede applicazioni alla portata di tutti grazie soprattutto agli smartphone – Android, iPhone e Windows Phone – la AR è da tempo utilizzata sia in campo medico e della ricerca scientifica, sia militare.
Appositi marcatori (ARtags) applicati a uno stampato – QR code ma non solo, perché possono essere disegni stilizzati che in effetti nascondono il codice – rilevati e riconosciuti dallo smartphone o dal PC sovrappongono immediatamente alla visione dell’oggetto o della pagina stampata, altri contenuti, video, audio o anche tridimensionali. Una delle società pioniere in questo campo è l’olandese Layar, presente anche in Italia, che genera software e App per la AR in diverse applicazioni.

Applicazioni

La AR ha trovato applicazioni nella pubblicità con le campagne di Toyota, Lego, Kellogs, GE e altri. Una delle applicazioni che dovrà a breve trovare l’interesse di stampatori e la GDO è la spesa virtuale tramite realtà aumentata sull’esempio coreano: grandi manifesti stampati che riproducono gli scaffali dei supermercati sui quali puntare il telefonino e procedere all’acquisto, ad esempio mentre si aspetta un treno o la metropolitana. Il carrello della spesa sarà recapitato a casa.
Pertanto, mediante la AR si possono generare nuove opportunità di lavoro e di comunicazione; tutte attività aperte a giovani intraprendenti.
Tornando all’esempio citato sopra della Basilica di San Marco a Venezia, sono da considerare anche applicazioni indirizzate alla divulgazione della cultura, grazie alla bellezza delle tante opere che abbiamo ereditato, beneficiando nel contempo il territorio che le ospita.

Parco di Portofino: le Batterie

Parco di Portofino: le Batterie

Un altro semplice esempio di AR applicato al turismo: il Parco di Portofino ha documentato l’itinerario per la visita delle ‘Batterie’ della seconda guerra mondiale sul Monte le cui spiegazioni possono essere acquisite con smartphone.

Il sofisticato sistema di scansione 3D di PK

Il sofisticato sistema di scansione 3D di PK

Pietro Del Maschio è convinto delle opportunità offerte dalla AR:
«Come possiamo rimanere estranei a queste nuove opportunità? Per chi vive nel mondo della comunicazione pubblicitaria, si aprono nuove strade, molto differenti dal know-how sostanzialmente centrato sula carta stampata.»
Resta a vedere se saranno gli stampatori a cogliere questa opportunità.
Secondo il nostro interlocutore: «Questa percezione di cambiamento, dovrà partire dagli operatori pubblicitari, prima che dalla domanda, per poter rappresentare un riferimento autorevole

A questo proposito PK ha già organizzato, e altri sono in cantiere, corsi introduttivi e di apprendimento pratico mediante i quali scoprire non solo cos’è la realtà aumentata, ma come si realizza, quanto costa, chi ne potrà usufruire. In definitiva che tipo di business può generare e che effetto produrrà nei confronti delle tecnologie consolidate.
Pietro Del Maschio è convinto che la AR sarà “il fenomeno mediatico più innovativo del futuro prossimo“, che porterà idee concrete e non astratti auspici di lavoro per i giovani e afferma: «La realtà attuale ci obbligherà ad assumere nuove competenze che apparentemente stravolgono la nostra dimensione professionale, ma grazie alle competenze acquisite nel tempo, sapremo convogliare le nostre capacità imprenditoriali, come del resto abbiamo sempre fatto portando la nostra industria all’apprezzamento degli operatori. Tuttavia, come sempre accade, questa capacità non potrà essere interpretata da tutti, ma bisogna conquistarsela con competenze, ricerca e lavoro.»