In aprile nono calo consecutivo su base mensile della produzione e dei nuovi ordini. Crescita delle esportazioni al tasso più veloce da giugno 2018. Più forte creazione occupazionale da ottobre 2018. Questo in sintesi l’andamento del manifatturiero italiano.

Ma è tutto vero quello che dicono i telegiornali sulla ripresa o ‘ripresina’? Vediamo allora i dati reali elaborati e comunicati da IHS Markit, leader mondiale indipendente di informazioni essenziali, analisi e competenze che offrono soluzioni per le principali aziende e i mercati che guidano l’economia mondiale. Si tratta di informazioni e analisi di ultima generazione, che IHS Markit elabora per più di 50.000 clienti tra aziende, istituzioni governative e i più importanti istituti finanziari mondiali.
A un mese di distanza dalle analisi non confortanti, fornite per il mese di marzo, IHS Markit ci aggiorna sull’andamento di aprile.

Contrazione

Continua ad aprile la contrazione del settore manifatturiero italiano e le aziende hanno registrato il nono mese consecutivo di declino di produzione e nuovi ordini.
Tuttavia, il tasso di deterioramento è risultato più lieve sino a raggiungere il livello più debole in quattro mesi. I nuovi ordini dall’estero sono aumentati al tasso più veloce da giugno 2018 e, in previsione della maggiore domanda dei prossimi mesi, il livello occupazionale si espande al tasso più veloce da ottobre 2018.
PMI itL’Indice PMI® (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – ha registrato ad aprile 49.1 segnalando il peggioramento più debole delle condizioni operative del settore in quattro mesi.
Nonostante fosse in aumento da 47.4 di marzo, l’indice è rimasto al di sotto della “soglia critica di non cambiamento” di 50.0. E questo per il settimo mese consecutivo.
Per il secondo mese consecutivo, il sotto settore dei beni di consumo è stato l’unico a osservare un miglioramento delle condizioni operative, mentre quelli dei beni intermedi e di investimento hanno registrato ulteriori peggioramenti.

Rallentamento dell’economia italiana

PMI indice produzioneIl fattore che ha causato il declino più debole del PMI è stato la migliore condizione della domanda manifatturiera. Nonostante sia crollato per il nono mese consecutivo, il tasso di contrazione dei nuovi ordini è stato il più debole dell’anno in corso.
D’altro canto, le esportazioni sono aumentate al tasso più veloce da giugno 2018. Le aziende campione hanno indicato un miglioramento generale delle condizioni della domanda estera, specialmente quella tedesca. Ciononostante, la produzione manifatturiera è diminuita per il nono mese consecutivo ad aprile, con un forte tasso di contrazione che è accelerato rispetto a marzo al tasso più veloce in tre mesi.
I dati raccolti attribuiscono il declino della produzione al ridotto numero di ordini ricevuti e al rallentamento dell’economia italiana.
Nonostante la contrazione della produzione e dei nuovi ordini, ad aprile il settore manifatturiero italiano ha continuato ad aumentare il livello di personale. Il tasso di creazione occupazionale è stato forte e il più veloce da ottobre 2018, con le aziende che hanno deciso di incentivare la capacità in previsione di una maggiore domanda dei mesi prossimi. Ciò ha fatto sì che le aziende in questione siano state in grado di far fronte al loro carico di lavoro, diminuisce infatti ad aprile il livello del lavoro inevaso.

Acquisti ancora in calo

Ad aprile le aziende manifatturiere hanno ridotto la loro attività di acquisto per il decimo mese consecutivo, con il tasso di contrazione che è stato elevato e rallentato leggermente rispetto a marzo. La minore pressione presso la catena di fornitura non ha avuto ripercussioni presso i venditori. Infatti per la prima volta dal dicembre 2018 aumentano i tempi medi di consegna dei fornitori.
A causa del prezzo più alto delle materie prime, aumenta al tasso più veloce in quattro mesi l’inflazione dei costi di acquisto. In contrasto, l’inflazione dei prezzi di vendita è rallentata da marzo sino a raggiungere un livello marginale.

Per concludere, nonostante l’ottimismo sia crollato al livello più basso in tre mesi, rimangono positive le aspettative circa l’attività futura. Tra le ragioni citate per essere ottimisti, le aziende campione hanno riportato la migliore domanda e investimenti in nuovi prodotti.
Quindi, se da un lato ci dicono che va tutto bene, condividiamo il salomonico commento dell’esperto Vittorio E. Malvezzi «come sempre la cosa può essere vista con la tecnica del bicchiere mezzo pieno/mezzo vuoto