Una nuova ricerca Ricoh mette in evidenza come i dipendenti delle imprese del nostro Paese vorrebbero poter disporre di tecnologie in grado di supportare nuove modalità operative, ma le aziende faticano a stare al passo con le esigenze in continua evoluzione.  La flessibilità è un requisito sempre più importante per il luogo di lavoro di oggi e i dipendenti hanno necessità di soluzioni che permettano di lavorare e di collaborare sia in ufficio che da remoto. Le organizzazioni sono in grado di soddisfare questa esigenza?
Per approfondire l’argomento, la società di ricerca Opinium ha condotto uno studio per conto di Ricoh Europe coinvolgendo 500 lavoratori di imprese del nostro Paese.

Solo il 21% del campione afferma che nella propria azienda sono state adottate strategie per lo hybrid working. Inoltre, l’inadeguatezza delle tecnologie e degli spazi a supporto della collaborazione sta frenando l’implementazione di modalità operative più agili e innovative.

Meno della metà degli intervistati, il 47%, ha riscontrato un incremento delle soluzioni per la comunicazione presenti nelle sale riunioni. Inoltre, un intervistato su quattro (27%) afferma che gli spazi per la collaborazione all’interno dell’ufficio sono diminuiti. Solo il 37% ritiene che siano state rafforzate le misure a tutela della salute, ad esempio introducendo Smart Locker che permettono il ritiro degli asset IT senza dover interagire con altri colleghi di persona.

Questa situazione potrebbe fungere da deterrente per i dipendenti che desiderano tornare in ufficio, scoraggiando coloro che vorrebbero lavorare in presenza con regolarità. Le conseguenze sono negative anche in un’ottica di produttività e di capacità delle aziende di attrarre e trattenere i talenti in cerca di flessibilità e di ambienti di lavoro smart.

Senza investimenti poca flessibilità

In un momento in cui le aziende hanno bisogno di talenti più che mai, un terzo degli intervistati (34%) riceve pressioni da parte del proprio manager affinché rientri in ufficio. Oltre la metà (55%), è convinto che per quest’anno la scelta di lavorare in presenza debba essere lasciata all’individuo. Le politiche relative al lavoro ibrido dovrebbero trovare un equilibrio tra le esigenze dell’azienda e quelle delle persone.

«Le organizzazioni devono mettere a disposizione strumenti per la collaboration che migliorano la soddisfazione dei dipendenti consentendo loro di lavorare ovunque si trovano. In caso contrario, si creano disparità tra chi è in ufficio e chi invece svolge le proprie attività da remoto» ha commentato David Mills, CEO di Ricoh Europe

La fiducia al centro

Durante la pandemia la fiducia che i manager ripongono nei confronti dei propri collaboratori è nettamente aumentata. Infatti, il 60% del campione di indagine ritiene che i business leader credano nella capacità delle persone di mantenere motivazione e produttività anche quando lavorano da casa, un dato che migliora del 17% rispetto a un analogo sondaggio condotto nel 2021.

«Dopo due anni di restrizioni e allentamenti continui, – aggiunge David Mills – il modo di lavorare è cambiato e continua a evolvere. Le persone si aspettano che le aziende guidino questa trasformazione in modo concreto proprio a partire dal luogo di lavoro. La ricerca mette in evidenza come i dipendenti siano riusciti a costruire un rapporto di fiducia con i propri manager. Realizzare ambienti di lavoro ibrido è dunque ora fondamentale. Sebbene lavorare in team in presenza porti indubbi benefici, lo hybrid working caratterizzerà il nostro futuro. Concentrarsi oggi su questo ambito, significa dunque investire nel futuro per aumentare la produttività e trattenere i talenti