Il convegno Roto4All ha evidenziato la complessità di questa tecnologia di stampa “vecchia ma che ha un futuro” non solo per il suo ruolo nel mondo del packaging, bensì per la varietà di applicazioni grazie alla sua alta qualità, produttività e anche per la sostenibilità. La rotocalco è un mondo complesso da conoscere meglio, come è emerso dalle relazioni e dagli incontri del 9 marzo 2023 a Milano, e di cui i produttori italiani sono all’avanguardia.
di Wilma Coero Borga
«L’Italia è il secondo Paese europeo, dopo la Germania, per numero di stabilimenti di stampa rotocalco e di macchine installate.» È quanto ci informa Gianmatteo Maggioni, coordinatore del Gruppo Italiano Rotocalco di Acimga del Roto4All.
Una giornata di confronto e incontro – come dichiara in apertura Enrico Barboglio direttore di Acimga – per dare visibilità a un’eccellenza italiana, al know how, riconosciuto a livello mondiale.

Impianti rotocalco in Europa nei tre principali settori di applicazione: pubblicazioni, imballaggi flessibili, decorazione
Vogliamo proprio partire dall’idea di confronto e incontro non solo con imprenditori e brand, ma con gli studenti perché riteniamo vincente l’intervento dei ragazzi che rappresentano la nuova e aggiornata forza lavoro. Le imprese cercano nelle scuole diplomati da assumere e non bastano, come ha detto Angelo Gerosa, “contiamo molto sul personale qualificato.” E diversamente non potrebbe essere.
Punti di forza e caratteristiche salienti
Protagonisti i ragazzi dell’ITS Angelo Rizzoli per il corso Packaging Specialist, e Omni channel, un corso professionale post diploma di scuola secondaria, che ha permesso loro di essere presenti all’incontro. Il Gruppo ha pubblicato “Rotocalco una tecnologia molti mercati” che dà voce ai diversi utilizzatori della tecnologia rotocalco per dimostrare le sue varie applicazioni.
Come i clienti degli stampatori concepiscono la rotocalco? Lo chiedono gli studenti dell’ITS, che in futuro dovranno, come responsabili marketing di un’azienda, decidere dove stampare i propri prodotti.
Riccardo: «La stampa di periodici dal 2012 al 2023 si è dimezzata, la stampa rotocalco è ancora legata ai periodici oppure è in fase di sviluppo, o andrà in lento declino fino a scomparire?»
Non si deve legare questo tipo di stampa solo ai periodici – risponde Giacomo Truffi Product Sales Manager di Bobst –. Dal punto di vista tecnologico la roto è flessibile e vasta e consente di essere utilizzata in diversi settori, non solo nell’editoria, in declino da diversi anni. Nel packaging flessibile e decorativo è in crescita. L’80% dei supporti flessibili viene stampato in flessografia e rotocalco con una tendenza maggiore verso la flexo, soprattutto in America, dove la richiesta di qualità sul packaging è nettamente inferiore rispetto all’Italia e all’Europa. Quello della rotocalco è un mercato in crescita costante in Europa, nord America, Cina e sud-est asiatico.
Alexia: «La rotocalco è riconosciuta per la grande qualità di stampa, ma l’uso dell’esacromia o eptacromia è conveniente per le stampe di grandi tirature?»
Bobst – risponde sempre Truffi – nel 2018 ha analizzato cosa vuol dire stampare in esacromia e eptacromia grazie a miglioramenti tecnologici nella gestione delle macchine da stampa. Si sostituiscono gli spot color con i colori fissi nel packaging, perché si ha una variazione più ampia di gamma cromatica. Il processo deve essere stabile e non incidere molto sul fuori registro per non avere variazioni apprezzabili. La stampa con un cilindro inciso è più stabile nel tempo. Il controllo sul colore e la viscosità, mantenendoli costanti si traduce in una stabilità della stampa nel tempo e nelle tirature. C’è uniformità di asciugamento perché lo spessore dell’inchiostro si riduce e velocizza la stampa in eptacromia. Quindi la rotocalco, per tutti questi motivi, garantisce qualità e ripetibilità, stabilità e registro e si rivela la tecnologia migliore per la stampa in esa- e eptacromia che necessita un basso margine di errore nel retino.
Sara: «Nella fase di asciugatura nella roto si utilizzano solo inchiostri a base solvente con impatto negativo sull’ambiente?»
Il solvente diventa una risorsa – risponde Ivano Andrighetto. La rotocalco, rispetto ad altre tecnologie, che usano ricette multisolvente, utilizza formule monosolvente che rendono il processo di recupero più semplice, più efficiente e di minor impatto economico ed ecologico. Il solvente viene rimosso dai forni di asciugamento e le emissioni gassose trattate prima di immetterle in atmosfera. Il solvente si recupera anche negli inchiostri, nella laminazione e negli adesivi. Le emissioni gassose provenienti dai forni vengono inviate a letti di carboni attivi che assorbono il solvente proveniente dai gas per poi rigenerarlo con un fluido caldo o vapore. Il recupero avviene con condensazione e distillazione per frazionarlo puro e riutilizzarlo nel processo produttivo. Si ottiene addirittura un eccesso di solvente, superiore a quello utilizzato per la diluizione. È una soluzione flessibile, a budget contenuto, e quando non è possibile avere l’impianto, è rappresentata dagli ossidatori termici rigenerativi applicati a una varietà di solventi. Il calore emesso durante la combustione degli inquinanti si riutilizza per riscaldare e ristampare e rientra nel processo produttivo.
Martina «Gli inchiostri a base acqua sono più green e quindi chiedo se gli inchiostri a base solvente non esisteranno più.»
Bisogna tenere conto – risponde Andrighetto – che anche gli inchiostri a base acqua contengono il 30% di alcool. E l’acqua necessita di temperature più alte per essere asciugata e quindi volumi d’aria globalmente più elevati e un aumento del 60% di consumo elettrico, quindi l’inchiostro a base acqua non è più green di uno a base solvente e va trattato per essere messo in atmosfera perché contiene comunque alcool.
Lorenzo «In merito alle soluzioni ibride, la stampa rotocalco può essere considerata vecchia e non più in grado di adattarsi alle tecnologie multi processo?»
Il processo rotocalco – precisa Truffi – è molto ampio in termini di grammatura, di adesivo, di inchiostro o lacca da applicare sul supporto, rispetto ad altre tecnologie ed è quindi un sistema flessibile che dà la possibilità di trasferire sul materiale diversi tipi di liquidi. La macchina roto, inoltre, ha un layout modulare di stampa e asciugamento che la rende adatta a ospitare dei processi integrativi come la laminazione in linea o l’applicazione di una lacca estetica in fondo al modulo di stampa. I materiali che vengono stampati, infine, sono in forte evoluzione in questi ultimi anni, come carta, monomateriale, monoaccoppiato.
Sostenibilità e produttività
Sulla sostenibilità in rotocalco è intervenuto il prof Lutz Engisch dell’Università di Lipsia che ha illustrato i vantaggi delle matrici rotocalco in termini di riutilizzo, riciclo e sostenibilità. Ha però anche messo in risalto il fatto che le roto sono macchine costosissime.
Tra gli imprenditori sono intervenuti Anna Paola Cavanna vice presidente Confapi Piacenza, presidente di Laminati Cavanna, nota azienda del settore della tecnologia di accoppiamento e laminazione, per efficienza, tecnologia e know how. Riccardo Gamba, responsabile controllo e gestione di Decor In Printing, dal 2007 operativa nel campo della carta stampata in accoppiamento ai laminati del mondo dell’arredamento. Niso Bartolucci, sustainability manager, di Di Mauro Group, azienda di imballaggi flessibili nei setori alimentare, farmaceutico e cosmetico, con quattro impianti rotocalco e tre flexo e accoppiatrici a solvente. Angelo Gerosa, CEO, di Gerosa Group, multinazionale familiare pluricertificata, con impianti in Italia ed Europa, 88 anni di esperienza, produttore di packaging flessibile, principalmente per il settore food e detergenza, con macchine da stampa roto, flexo e digitali, e accoppiatrici. Mario Gioelli, Plant Manager, di Miroglio Group, dal 1976, che affronta la sfida del mondo della stampa sublimatica utilizzando solo stampa rotocalco. La carta sublimatica serve a decorare tessuti con un procedimento particolare e innovativo poco energivoro e green. Nel mondo del decorativo, le loro pellicole decorano materiali acciaiosi e ferrosi e nel mondo del coating, decorano l’arredamento, come frigoriferi, pannelli per esterni e interni ed è leader mondiale per la stampa dell’alluminio decorato effetto legno. Neni Rossini, presidente di SIT Group, la nota azienda nata nel 1968 a San Marino con la stampa rotocalco per l’imballaggio flessibile di alta qualità per il settore alimentare, con un breve passaggio alla flexo.
Le richieste del mercato
Gli elementi caratterizzanti della rotocalco dal punto di vista delle richieste dei clienti, è stato un tema affrontato da piú relatori. Sul ruolo della rotocalco nel mondo del packaging, ha testimoniato Anna Paola Cavanna past president Istituto Italiano Imballaggio.
«La Stampa roto è più flessibile di quanto si possa immaginare e ha una variabilità di prodotti con qualità di stampa e definizione che rimangono mitiche. L’efficienza nei processi e di resa grafica estetica e di garanzia di affidabilità e di ripetibilità dei prodotti è ciò che chiede il cliente. Il fattore umano, però, è determinante in termini di professionalità, competenza e qualità degli operatori.»
Vantaggi, elemento chiave.
Le macchine sono altamente automatizzate e costosissime, ma su tirature molto lunghe garantiscono la costanza della qualità lungo tutto il ciclo produttivo e il mercato europeo richiede qualità. Per contro, oggi è ottimizzato il processo dei set up con di riduzione dei tempi nella messa a punto del colore, che prima rappresentava la voce più importante dell’avviamento.
Nel mondo tessile la differenza tra digitale e roto è minima, ma nei cambi di lavoro la rotocalco è più flessibile e, dovendo stampare su diverse bande, è più versatile perché si velocizza il cambio dei formati e la tipologia dei coloranti. Questo la rende molto performante. Molte campionature che nascono in digitale, in base alla tiratura, si trasformano in roto, rispettando i colori del digitale che, non miscelando i colori, impongono l’utilizzo di macchine differenti a seconda del tipo di supporto. Il digitale non dà la flessibilità e costanza della rotocalco, che permette larghezze di stampa maggiori e la realizzazione di prodotti più ricchi.
In piú, l’attenzione dei clienti nel decorativo è estrema anche nel dettaglio. Negli Stati Uniti, che per tradizione sono meno attenti, oggi stanno conoscendo e apprezzando la qualità europea e poter fornire una costanza in Paesi nuovi e lontani è e sarà sempre di piú un vantaggio competitivo.
Che cos’è quindi la stampa rotocalco? lo sintetizza Gianmatteo Maggioni.
«La stampa rotocalco è una tecnologia che ha rivoluzionato il mondo della stampa permettendo di ottenere risultati di altissima qualità su una vasta gamma di supporti. Grazie alla sua precisione e versatilità è ancora oggi una delle tecniche più utilizzate nell’industria grafica e della stampa. Conoscere i suoi segreti e le sue applicazioni può essere un vantaggio competitivo per chi lavora in questo settore.»
Sfatare i miti della rotocalco
Era molto atteso l’intervento di Carlo Carnelli, responsabile commissione tecnica di Acimga e coordinatore tecnico ISO, assistito sul palco da Ivano Andrighetto, tecnico commerciale di Brofind e Giacomo Truffi, product manager rotocalco laminated & coated di Bobst Italia.
Il loro intervento aveva l’obiettivo di sfatare i miti della rotocalco oltre, come abbiamo visto, a confrontarsi con i dubbi e le domande dei ragazzi.
Cosa chiedono i clienti in merito alla sostenibilità?
Sulla sostenibilità del packaging – specifica Angelo Gerosa – alimentare, oltre all’innovazione, ricerca e sviluppo è richiesta assistenza alla legislazione, per rispettare le leggi dei Paesi esteri a cui è destinato il prodotto.
La rotocalco – informa Neni Rossini -evolve anche sotto questo aspetto. Nel packaging alimentare, ad esempio, le richieste evolvono con la cultura del consumatore, per cui oltre alla qualità di stampa, si va verso una consulenza globale di assistenza sul packaging, sull’involucro più idoneo a quel prodotto, come materiali più sottili ma in grado di garantire la conservazione, evitando dispersioni e sprechi.
Nel settore decorativo – sostiene Riccardo Gamba – la sostenibilità è anche legata all’efficienza, che consente di essere competitivi e produttivi.
E nel tessile – conclude Mario Gioelli – la sostenibilità riguarda anche la richiesta di certificazione per il contatto con la pelle e per il riciclo.
Quali novità per il futuro?
Tutti d’accordo sulla tecnologia e know how in partnership con i fornitori e con i clienti che sono esperti, accompagnando quelli che non lo sono. Giungere a soddisfare le richieste collaborando e facendo rete in sinergia di sistema. Il vantaggio competitivo diventa di filiera che deve essere trasparente e, non ultimo, la sicurezza sul lavoro.
E quali sono i sogni dei clienti?
Avere una macchina efficiente che produca in tempi minori, contenendo i costi e i consumi energetici e di inchiostro, una macchina ibrida tra digitale e rotocalco che unisca i pregi e la tecnologia di entrambe e poi sostegno in filiera e open innovation.
Tavola rotonda tecnologica
La tavola tecnologica è rappresentata da Francesco Lettieri, direttore commerciale Rossini, produttore di rulli gommati e maniche gommate, applicati alla tecnologia roto e flexo; Jonatan Giubilato, product line di Bobst Italia, che dal 2004 affianca alla rotocalco, macchine da accoppiamento e da coating, e Andrea Caselli, sales manager di Uteco con produzione 100% made in Italy, con oltre 3500 macchine roto, flexo, digitale e ibride, di accoppiamento e coating, installate in tutto il mondo.
Dalla discussione emerge dove sta andando la ricerca e sviluppo, come il riutilizzo dello scarto dell’ecograv per altri utilizzi non grafici e di stampa. Il risparmio energetico preso da un’efficienza della macchina che consumi meno in termini di energia elettrica, acqua e gas. E meno scarti con più controlli e registro più rapido, perché lo scarto va poi smaltito. Importante anche la collaborazione tra fornitori e clienti che deve avvenire a monte e a valle: Uteco, ad esempio, ha lanciato una nuova macchina flexo e ha svolto 200 interviste a clienti per avere chiare le loro richieste.
I mercati con una maggiore espansione rotocalco sono quelli emergenti, l’Africa, il Medio Oriente dove, a livello applicativo, è richiesta alla rotocalco, flessibilità con applicazione dei finishing in linea e l’ibridazione tra le tecnologie. La Cina installa più di tutti gli altri Paesi macchine roto, mentre l’America, anche meridionale, ha un orientamento maggiore verso la flexo. Nella sicurezza, come la stampa dei francobolli e delle banconote, la rotocalco concilia la stampa con l’applicazione di metalizzazione, lavorazioni tutte integrabili in una macchina. La tendenza è quella di andare verso una nuova tecnologia che preveda il rivestimento dei cilindri da stampa con polimeri eliminando rame e cromo.
Un futuro sostenibile
Anche Sacchital Group, converter che produce imballaggi a base carta, con Felice Ursino, Innovation e QA director, e Goglio Group, che produce imballaggi a base plastica compositi con proprietà barriera molto elevati, con Osvaldo Bosetti, plant director Europe, vanno verso un futuro sostenibile (il 2030), attraverso tre aggettivi importanti: riutilizzabile, riciclabile e compostabile, e un’attenzione particolare al cliente che non vuole avere problemi ma soluzioni. Anche gli accessori hanno la loro importanza, come la ‘mitica’ valvola antigasazione monodirezionale di Goglio applicata al packaging del caffè, che quando viene tostato produce anidride carbonica che farebbe gonfiare il sacchetto: questo accorgimento permette al gas di fuoriuscire e impedisce all’aria di entrare, mantenendo integro il contenuto del sacchetto. La regolamentazione legislativa in questo settore è la più disparata nei vari Paesi; la speranza è che si vada verso una regolamentazione comune.
Rispetto al passato si parte dalla fine ragionando sulle necessità delle cartiere e dei riciclatori per conoscere di che cosa hanno “praticamente” bisogno per riuscire a riutilizzare un tipo di imballaggio. Quindi dal fine vita, alla macchina di packaging sino alla stampabilità che chiude e apre la circolarità dei processi.
La foto in alto: due cilindri rotocalco: in cromo e prototipo in polimero.
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