Proponiamo l’analisi del nostro esperto sull’andamento dell’economia mondiale: partendo dagli Stati Uniti per fare un salto d’obbligo in Cina si passa poi all’Europa e in particolare alla Germania, per concludere con le cose di casa nostra.
Non c’è da stare allegri, ma tanto c’è chi si consola con il calcio…

di Vittorio E. Malvezzi

Me lo ripeto come un mantra: siamo sopravvissuti ai Cananei, poi ai Punici, sono arrivate le orde barbariche, quindi i pirati Saraceni, poi i Turchi fino a Vienna e lasciamo stare le robette più recenti con i conflitti Est/Ovest. Ergo abbiamo grosse probabilità di tirarci fuori anche da questa crisi, che pure come potere devastante non ha nulla da invidiare a una calata di orde barbariche.
Ma, notizia dell’ultim’ora (25 giugno 2012 ore 13) veniamo a sapere che nel 2011 ben 46 milioni di americani sopravvivevano grazie alla Tessera annonaria. E se non si sono viste le code per il pane come avvenuto nel ’29 è solo perchè adesso la tessera è elettronica e arriva via Internet.
Rassicurato circa un certo ritardo per il main-event “fine del mondo”, ritengo però conveniente dare un’occhiata realistica alla situazione. Come sempre mi baso sui numeri, possibilmente in forma grafica.
Data la globalità dei fenomeni un’occhiata va data oltre all’Italia, anche all’Europa di cui in molti si vuole noi si faccia parte, e oltre mare.

Cominciamo da qui, l’America dove la campagna per l’elezione o la rielezione del prossimo presidente condiziona molto l’uscita dei dati economici e la loro interpretazione. In un Paese pragmatico, l’economia gioca un ruolo principale nella conferma di un Presidente. Bisogna dire che alcuni sintomi lasciano intendere che l’attuale inquilino della Casa Bianca avrà vita dura.
L’Ecri è un Istituto di studi della congiuntura, privato, e vanta un grosso primato: finora non ha mai sbagliato la previsione di una recessione. Bene, anzi male!
Se guardi il grafico qui sopra, vedi subito che quando nel passato l’Indice è sceso ai livelli attuali, o si era in recessione o ci si stava entrando.
C’è anche un dato molto importante rilevato da una prestigiosa Università USA, quella del Michigan che tira fuori mensilmente un indice della fiducia del consumatore:

Altro balzo oltre un altro oceano e arriviamo in Cina.
Non spreco parole, tanto tutti ne parlano, attribuendole i ruoli più svariati, ma tutti concordano sull’evidenza.
È roba grossa e nel bene o nel male ha un impatto non trascurabile sull’economia del mondo.
Qui ti tiro fuori un grafico con i dati Markit del PMI: un indice di cui abbiamo già parlato. È il Purchases Manager Index, l’indice dei capi-ufficio acquisti. La logica è molto semplice: se gli  uffici acquisti non acquistano l’economia marca male.
Il break-even-point nel grafico è 50. Sopra l’economia è in espansione, sotto siamo in recessione.
Come si vede, da qualche mese l’indice veleggia abbondantemente sotto 50 e nonostante alcuni tentativi di risalita, per ora continua a segnalare burrasca.

L’Europa

Lo stesso indice ci introduce il discorso in Europa: vediamo l’area EU e la Locomotiva Tedesca.  I dati si riferiscono a maggio:

Come vedi siamo attorno a 45, quindi un bel 10% in area critica e la Germania dà il suo contributo a un risultato negativo.
La situazione sfavorevole anche in casa Merkel viene confermata da 2 importanti indici usciti a pochi giorni l’uno dall’altro: lo ZEW e l’indice IFO sull’andamento della congiuntura.
I due indici si confermano l’un l’altro. La signora Merkel, di cui per altro ammiro la capacità di resistere a pressioni internazionali, dovrebbe però guardarsi in casa, prima di sentenziare in casa d’altri.  Ovviamente io non credo a proverbi del tipo mal comune con quel che segue.  Quando le cose non vanno bene in generale, c’è poco da rallegrarsi per tutti.

 

 

Casa Italia

Siamo finalmente arrivati a buttare un occhio sul nostro orticello.
Sarà la calura estiva, ma non si presenta tanto bene.
Guarda il grafico appena rilasciato da ISTAT che schematizza l’andamento della Produzione Industriale.
Prima di abbandonarti alla disperazione pensa che ancora non vengono rilevati i guasti del recente terremoto.
Per mantenere una certa omogeneità di osservazione, ti riporto lo stesso grafico della Merkit che abbiamo appena visto relativo agli stati esteri, relativo al PMI italiano.
Ecco come si presenta maggio 2012 (v diagramma qui sotto a sinistra):

Qui siamo addirittura sotto il livello 45. 
Nessuna meraviglia che la Cassa Integrazione abbia un andamento in linea con la stagionalità dello scorso anno, leggermente peggiorata.

Ovviamente il Consumatore in sta situazione non può vedere molto roseo.
Ecco, nel diagramma qui sotto a destra, come l’ISTAT ha rilevato i dati sulla fiducia dei consumatori:

Quello che preoccupa me non è tanto il dato in sé, quanto il trend che da 4 mesi è costantemente in discesa.
Le colonne azzurre sono quelle relative ai dati dell’anno scorso (2011), per avere un quadro di riferimento.
Per ultimo in uno sforzo di buona volontà per cercare a tutti i costi qualcosa di positivo, ti presento un indice mondiale che raggruppa le maggiori società della filiera carta e qualche stampatore (v. diagramma).
Il grafico che pure veleggia a livelli molto bassi, sta configurando un pattern, una figura tecnica, che qualora dovesse proseguire nel timido rialzo appena accennato, potrebbe portarsi a livelli migliori che abbiamo già visto non molto tempo fa.
È pochino, lo ammetto, ma per oggi non ho altro nella sfera di cristallo.

 Con un aggiornamento dell’ultima ora insieramo questo grafico diffuso da ISTAT sull’andamento delle vendite al dettaglio: il crollo quasi verticale del mese di aprile è significativo e preoccupante. E senza vendite al dettaglio sarà molto difficile superare la crisi e avere più lavoro.

Vendite Dettaglio ISTAT

Andamento delle vendite al dettaglio in Italia secondo i dati ISTAT giugno 2012