Il gruppo tessile Miroglio di Alba ha accolto il disperato appello lanciato dall’assessore regionale della sanità Piemonte e converte la produzione per fornire subito mascherine protettive che produce nello stabilimento di Govone..

Gruppo Miroglio si è dimostrato geniale raccogliendo la richiesta della Regione Piemonte. A costo zero in pochissimi giorni ha progettato una mascherina alternativa, ha riconvertito la propria produzione e da lunedì 16 marzo sarà in grado di produrre 75.000 pezzi al giorno. Complimenti a questa azienda.
Come riporta la pagina torinese di Repubblica, sono in consegna le prime 25 mila mascherine su una prospettiva di 600 mila da raggiungere in pochi giorni.

Il tessuto, prodotto nello stabilimento di Govone, è stato impregnato in una speciale resina, e confezionato per proteggere il personale sanitario della Regione impegnato negli ospedali e contro il Covid-19.

«Una storia semplice – afferma l’amministratore delegato del gruppo Alberto Racca –. Dovevamo fare qualche cosa per rispondere all’appello della Regione, e in pochi giorni ci siamo riusciti, mettendo insieme idee e competenze diverse. Nel giro di quarantotto ore abbiamo fatto il prototipo. Una volta testato e validato, dopo il via libera della Regione, lo abbiamo messo subito in produzione.»

L’obiettivo di 600mila mascherine è per soddisfare il primo fabbisogno della Regione.  Ma già giungono moltissime richieste senza soluzione di continuità.

«Ci fermeremo solo quando l’emergenza non sarà rientrata» aggiunge Racca.

Produzione convertita

Il marchio Miroglio famoso in tutto il mondo non è immune alla crisi del coronavirus. L’attività si sta riducendo, colpa degli ordini che saltano, dei punti vendita chiusi, della crisi globale, ma la macchina che produce lo speciale cotone per le mascherine, nello stabilimento di Govone, va avanti a pieno ritmo.

Si tratta di un cotone elastan non trattato con pesticidi, che subisce il trattamento anti-goccia, per far scivolare via pure le particelle di saliva.
L’idea è venuta pensando ai trattamenti dei tessuti tagliati e confezionati per le creazioni dei marchi Miroglio Fashion.

«Se funziona per qualsiasi goccia, funziona pure per le droplet che escono dalla bocca quando si parla o si starnutisce» – affermano in stabilimento. Così è nata la mascherina, dal design semplice, realizzata insieme anche agli atelier partner della Miroglio.

Il cotone si impregna di questa speciale resina che fa da schermo alle gocce sul tessuto, dopo che viene riscaldato per un minuto a 150° C, creando un film duraturo e protettivo. Non si tratta di scudi di cotone usa e getta, che vengono buttati dopo poche ore. Sono mascherine lavabili con acqua e disinfettante. Una volta asciugate è sufficiente passarle sotto il ferro da stiro per ricreare lo scudo di resina protettiva. Secondo i test si possono riutilizzare fino a dieci volte.
È stato Giuseppe Miroglio, vicepresidente del gruppo, a sostenere l’operazione insieme al Rotary Club. Sulle mascherine sono al lavoro, tra tutto, una cinquantina di persone.

Un modello che potrebbe replicarsi altrove pur di avere la tecnologia e le materie prime. Le mascherine Miroglio non sono infatti protette da marchio proprio per lasciare libera la produzione.