L’ intervento di Confapi è stato incentrato sulle prospettive e sfide nel settore del packaging: innovazione sostenibile e incertezze normative.
Anna Paola Cavanna, vice presidente Confapi *, apre la tavola rotonda sul Packaging del Futuro riportando i dati (provvisori) del settore per il 2023 e con una interessante focalizzazione sullo sviluppo di nuovi prodotti per gli imballi alimentari. [la relazione integrale sarà disponibili e a breve nel video dell’evento – ndr].
«Parlare e commentare oggi l’andamento del 2023 in assenza di dati ufficiali e prima della pubblicazione dei bilanci è molto difficile dato che non ci sono a disposizione dati certi e definitivi.» **
Dopo aver esposto i dati – che riportiamo sintetizzati in fondo a questo articolo – Anna Paola Cavanna ha esposto con chiarezza e competenza i risultati delle ricerche in corso sui materiali, mettendo anche in risalto quelle che sono le aspettative in fatto di sostenibilità che, ricordiamolo, deve rimanere “un fatto concreto e non un ideologismo”.
Novità negli imballaggi flessibili
Il 2024 si apre con già tante soluzioni sostenibili per le strutture degli imballaggi flessibili alimentari: strutture monomateriale in politene, strutture monomateriale in polipropilene, strutture compostabili, strutture base carta con lacca saldante.
Le ricerche e sviluppo del settore packaging flessibile hanno già testato una serie di prodotti nuovi con ottimi risultati: lacche barriera da applicare a carta o film che mancano di barriera, lacca termosaldante per carta e poliestere, film idrosolubili da accoppiare a carta, film inchiostri e adesivi compostabili.
Esiste certamente un interesse da parte del mercato a queste soluzioni innovative, ma ci sono anche delle oggettive problematiche che derivano principalmente dalla difficoltà di trasformazione dei nuovi materiali sia per i converter trasformatori, sia per i produttori di buste che effettuano attività di confezionamento. Esistono poi criticità legate alla riduzione dei livelli di barriera rispetto alle strutture tradizionali e quindi una riduzione sostanziale della shelf life del prodotto. Da ultimo, ma non meno importante, il costo delle nuove strutture è sensibilmente più elevato rispetto alle strutture tradizionali.
Al netto di qualche grosso brand owner, che già sta utilizzando strutture riciclabili o compostabili, è esperienza comune trovare soluzioni efficienti da un punto di vista di sostenibilità del fine vita che vengono però congelate perché troppo costose, in attesa che vi sia una chiarezza e un obbligo da un punto di vista legislativo in tale direzione.
Sostenibilità ma non ideologia
Non tutto il mercato e non tutta la GDO è pronta questo cambiamento che porterà sicuramente a un ulteriore sensibile incremento del costo del packaging alimentare.
Non sappiamo se il consumatore finale sappia effettivamente in che termini lo studio, la progettazione e la realizzazione di questi nuovi imballi impattino sul proprio portafoglio.
«Quello che è importante capire – ha sottolineato Anna Paola Cavanna – è quando la politica, il legislatore nazionale ed europeo intenderà porre dei paletti chiari su cosa è possibile fare e su cosa non sarà più possibile immettere sul mercato dando quindi un’indicazione al settore, aiutando le aziende che lo compongono a puntare su investimenti certi nell’ottica dell’aumento della produttività. Oggi non si sta facendo questo perché invece della ricerca della produttività si stanno cercando soluzioni di investimento tese alla ricerca della massima flessibilità, e questo è dovuto al fatto che non ci sono regole certe su come dovrà essere prodotto l’imballo alimentare.»
La vice presidente di Confapi ha quindi concluso con questo auspicio: «Spero che il seminario di oggi, grazie agli interventi di persone competenti in materia sia l’occasione per capire come si stanno muovendo i regolamenti e cosa ci aspetterà nei prossimi anni, serve sicuramente fare lobby per portare le istanze del settore nel mondo della politica italiana ed europea. Credo che alla fine serva anche molta concretezza nel riuscire a “mettere a terra” il concetto di sostenibilità in modo che non rimanga un ideologismo ma davvero sia una strada da percorrere insieme.»
E, sempre in àmbito comunicazione, ci piace segnalare l’iniziativa Fondazione Carta Etica del Packaging con il progetto “Il packaging: che fantastica avventura” dove gli Ambasciatori della Fondazione su base volontaria partecipano a incontri nelle scuole primarie in tutta Italia per spiegare ai bambini come sono fatti gli imballaggi, la raccolta differenziata, l’importanza di leggere le etichette e le nuove soluzioni di packaging.
Congiuntura e incertezze
I dati elaborati da Confapi, Istituto Italiano di Imballaggio (III), e Giflex sono stime evolutive secondo le quali il 2023 registra un andamento negativo per quasi tutti gli indicatori economici: PIL in flessione dello 0,7% e produzione industriale del 1° semestre in calo del -2,8%. *
Diminuzione della spesa per i beni alimentari e contrazione dell’export (-1,4%) nei primi 11 mesi. Questa diminuzione degli ordini è determinata dalla corrosione del potere di acquisto delle famiglie.
Il settore del packaging è strettamente legato all’andamento dell’attività manifatturiera, e in particolare per le filiere, alimentari e bevande, largo consumo, farmaceutico, cosmetico. La produzione di imballaggi espressa in tonnellate nel 2023 dovrebbe assestarsi su un – 0,9% rispetto al 2022, con un fatturato praticamente stabile.
Il 2023 si è chiuso con un calo medio del fatturato di circa il 2%, risultato ampiamente atteso perché l’anno precedente era stato fortemente “drogato” dall’aumento dei costi energetici, che hanno provocato una forte inflazione e un significativo rincaro di tutte le materie prime. Le aziende hanno cercato di ribaltare questi aumenti sul prezzo di vendita e i fatturati sono cresciuti velocemente anche se il risultato economico non è stato altrettanto in crescita.
Anche i volumi sono calati del 3,55%, risultato influenzato dalla folle corsa al rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prezzi di vendita: molti clienti hanno anticipato gli ordini per cercare di bloccare i prezzi d’acquisto. Stessa cosa hanno fatto i convertitori per ottenere prezzi di acquisto delle materie prime bloccati. Queste due concause hanno portato a una situazione di fine anno con elevati stoccaggi dei magazzini.
Nel 2023, con il calo dei prezzi dei materiali e dell’energia, sono iniziate le operazioni di destocking, con una diminuzione degli ordinativi e contrazione dei volumi.
Si aggiungano le forti incertezze legate al futuro del packaging (proposta PPWR in testa) e alle forti tensioni politiche con le elezioni in diversi stati (Italia compresa).
In questo quadro generale ci sono state eccezioni rappresentate dall’espansione del settore farmaceutico e del settore pet food che hanno riportato numeri sicuramente superiori a quelli dell’anno precedente anche se solitamente sono settori anticiclici.
Già da diversi anni il nostro settore è fortemente impegnato nella riprogettazione delle strutture di imballo focalizzando l’attenzione non solo sulle prestazioni e sulle idoneità del contatto con gli alimenti ma spostando il punto progettuale verso il fine vita dell’imballo.
La previsione per l’anno 2024 è comunque leggermente positiva e il 90% delle aziende associate a Giflex ritiene che l’anno possa andare meglio del 2023. Permangono però ancora forti incertezze che rendono difficile la programmazione dell’attività con un orizzonte temporale ridotto. Il traguardo massimo di visibilità è di poche settimane. L’incertezza impedisce anche di pensare ai piani industriali a lungo termine ed è difficile interpretare quale possa essere il percorso di sviluppo industriale da seguire nei prossimi anni.
* Anna Paola Cavanna fa anche parte di FTA Europa nel gruppo Marketing, molto attivo nelle relazioni con le varie associazioni Flessografiche Europee con l’obiettivo di scambiare dati/informazioni sul mercato del packaging, con l’obiettivo di fungere da ponte tra le aziende del settore imballaggio e le autorità politiche della EU per un dialogo sulle direttive dell’uso del packaging.
** Un aggiornamento dei dati a fine 2023 si può leggere in questo articolo tratto dal Quaderno di Ricerca fine 2023 di Mazziero Research.
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