Un metodo per il controllo dei difetti superficiali della carta, in particolare per gli astucci farmaceutici in grado di eludere il naturale decadimento di un fascio di luce generata

Un esperto di colore, scansione e fotografia professionale, presente al 43° Convegno GIFASP, ci segnala una nota tecnica che riteniamo utile pubblicare per far conoscere ai tecnici intervenuti, l’importanza della luce nella rilevazione dei difetti superficiali.

Dopo aver lodato l’elevato livello dei relatori che hanno offerto importanti spunti di approfondimento – come abbiamo rilevato nella serie di articoli che stiamo pubblicando – il nostro lettore ci fa presente un dettaglio non trascurabile che, per mancanza di tempo non ha è potuto illustrare nel corso del convegno.

«Dalle relazioni ascoltate – ci scrive – affiora il tema della lettura e controllo dei difetti superficiali della carta, in particolare per gli astucci farmaceutici, quale possibile fattore di cattiva interpretazione sull’utilizzo del farmaco per fraintendimento dei caratteri, dovuto alle imperfezioni superficiali definite come difetti del rullo pur se analizzato da 4 telecamere
«Il fattore, spesso sottovalutato, consiste nel valore “luce” nell’analisi di una superficie. L’esempio allegato in figura evidenzia in maniera esplicita la differenza registrata dalla stessa camera in situazioni di illuminazione differenti: la prima riproduzione (“Tradizionale”) è stata eseguita in modo tradizionale con due luci incrociate a 45° rispetto al piano da riprendere, la seconda (“Ordinatore”) illuminata con il sistema “ordinatore di luce” [brevetto Photo Know-How di Mogliano Veneto- ndr] un dispositivo in grado di eludere il naturale decadimento di un fascio di luce generata.»

In pratica con questo metodo, ci sembra di capire, possiamo illuminare una data superficie con un solo punto luce, mantenendo nella zona richiesta uniformità di illuminazione.
Pietro Del Maschio precisa che «Per spiegare semplicemente questo principio, tenendo conto del decadimento luminoso in rapporto al quadrato della distanza, ordinando la luce in fasci paralleli, generiamo un illuminamento omogeneo e unidirezionale (una sorta di polarizzazione fisica) che permette l’insorgenza dell’ombra sulle superfici.»

«Questo fenomeno è definito riproduzione iper-realistica e rappresenta la capacità della luce “ordinata” di esaltare anche minimi particolari grazie all’insorgenza dell’ombra prodotta dal fascio luminoso. Questo metodo è impiegato, ad esempio, dagli scanner planetari Cruse e siamo in grado di eguagliarne i risultati grazie al nostro “ordinatore di luce”.»

Luce e controllo dei difetti superficiali della carta
ordinatore di luce in fasci paralleli
tradizionale