Un consorzio intenazionale per le ricerche su un nuovo concetto di packaging alimentare con l’utilizzo di nanotecnologie, con il progetto Nanobarrier.

L’idea è quella di trovare una soluzione di imballi alimentari multifunzionali che rispondano alle esigenze dei diversi attori che intervengono nella catena del valore dei prodotti alimentari: dal produttore che vuole prodotti differenzati al minor costo possibile, al commerciante che cerca imballaggi attraenti, sostenibili e funzionali nell’immagazzinamento, al consumatore che esige alimenti più sicuri, freschi e che rispettino l’ambiente.

Il progetto Nanobarrier

Schema del progetto Nanobarrier

Schema del progetto Nanobarrier

Finanziato dal 7° programma Marco dell’UE, il progetto per lo sviluppo di imballi alimentari sicuri facendo uso di nanotecnologie, risponderà a tutte queste necessità sviluppando imballi sostenibili, con proprietà migliorate grazie all’utilizzo di nanomateriali, così come con nuove funzionalità per mantenere la qualità e la sicurezza degli alimenti imballati quali carne, pesce e prodotti caseari.
Da un lato l’incorporazione di nanomateriali nei biopolimeri esistenti nel mercato permetterà di superare una delle sue principali barriere per l’uso industriale di queste materie prime biodegradabili, come la loro bassa resistenza termica e alta permeabilità all’ossigeno e ai vapori, la loro fragilità o la complessa gestione dei residui che si generano. Per questo si lavorerà a nuove formulazioni basate sui derivati della cellulosa e delle proteine, che sono alternative per la gestione dei residui dei biopolimeri, e allo sviluppo di tecniche di analisi del ciclo di vita e ecodesign adatte a questi nuovi prodotti.
Dall’altra parte, in relazione all’area dei sensori, il progetto si incentra su soluzioni che evitano l’utilizzo di dispositivi esterni (come lingua o narice elettronica, indicatori di temperatura e gas o biosensori per rilevare agenti patogeni) che per il loro alto costo devono fare i conti con una difficile applicabilità industriale.
Questo sarà superato con l’incorporazione di nuove tecniche per integrare questi materiali sensori, come per esempio la microincapsulazione o la stampa elettronica con inchiostri adatti al contatto con alimenti.

Prototipi

Il progetto creerà una serie di prototipi di dimostrativi per validare le soluzioni tecnologiche sviluppate, tutte con una alta potenzialità di espansione nel mercato, quali : imballi termoformati 3D basati su cellulosa microfibrillata con rinforzi polimerici e in film tristrato; imballi per carne con pellicola ottenuta per soffiaggio; bottiglie sensibili all’ossígeno per alimenti e bevande per estrusione-soffiaggio e imballi per pesce mediante stampaggio per iniezione.

Le aziende del consorzio

Le aziende del consorzio

Il centro tecnologico spagnolo ITENE di Valencia lavora a diversi gruppi di ricerca e per progetti per prodotti sostenibili, incentrati sulla introduzione di parametri di sostenibilità dalla fase iniziale della progettazione, applicando la metodologia dell’ecodisegno, oltre a integrare aspetti di riciclabilità in rapporto con le matrici biopolimeriche che contengono nanomateriali.
Il progetto è formato da un consorzio di oltre 15 soci di 9 paesi guidato dal centro norvegese di ricerca e sviluppo SINTEF, organizzazione independente con grandi progetti di ricerca in Scandinavia.
Al consorzio partecipano imprese settoriali importanti (nessuna azienda italiana) quali Logoplaste, ARGO, SCA, Elastopoli, Plasma Chem, Prado Karton, Borregaard e Grace.

Leggere il commento qui sotto.