Un uomo schivo, ma conosciuto e apprezzato da molti per la sua gentilezza e generosità, Alfredo Ferretti ci mancherà.
Sono molti, anche nel mondo della stampa che hanno conosciuto Alfredo, eppure se non è mai stato stampatore, pur avendo studiato alla Scuola del Libro di Urbino. Tuttavia la sua passione per la tipografia e le arti grafiche, lo hanno avvicinato al nostro mondo e la sua disponibilità ha sempre fatto sì che ciascuno di noi potesse allacciare conoscenze con i collegamenti più diversi: artisti, tipografi, professori universitari, imprenditori. Se volevi conoscere qualcuno ti rivolgevi a Ferretti e in qualche modo arrivavi a destinazione. Una fonte inesauribile di amicizie e conoscenze tutte non banali che hanno arricchito la mia vita.
A lui dobbiamo, anche se pochi lo riconoscono o lo ricordano, l’idea e la nascita di AIMSC, l’Associazione Italiana dei Musei della Stampa: tutto nacque a Urbino che mise in contatto, e convinse a organizzarsi, chi scrive, allora direttore della rivista Graphicus, e La Corte della Miniera di Egiziano e Michele Piersantini. Diede il via, e si mise nell’ombra per lasciare spazio “a chi ne sa più di me“, diceva.
La sua generosità è un aneddoto tra gli amici: leggeva i giornali e ritagliava tutti gli articoli sugli argomenti che potevano interessare un amico. La consegna delle buste con i ritagli era sempre un rito. Gli argomenti, i più vari: dalla stampa, ovviamente, alla caccia, dai bachi da seta alla storia del territorio.
Alfredo Ferretti è stato un uomo sempre attento ai cambiamenti del mondo, pur restando ancorato alle sue convinzioni a volte un po’ retro. In pratica, uomo d’altri tempi, trasparente, naïve fino a rasentare l’ingenuità, tanto da subire spesso torti non meritati nel corso della vita lavorativa.
Alfredo – a Fermignano noto tra gli amici come “Cesarino” – ci ha anche lasciato una preziosa eredità che auguriamo qualche associazione si faccia carico di conservare: il Parco Pacifico Ferretti, una incredibile e ricca esposizione permanente all’aperto a Serra Alta di Fermignano (PU) dove artisti noti e meno noti, ma tutti ‘anonimi’ hanno installato loro opere realizzate con materiali di scarto, una forma di riciclo intelligente (leggere qui quanto pubblicammo a fine 2013 sul Parco Pacifico Ferretti).
Nei messaggi degli amici che lo hanno conosciuto ricevo definizioni come: “uomo gentile”, “uomo integro”, “friendly”, “onesto”.
Addio caro Alfredo.
Marco
Così, caro Marco, anche Alfredo è andato avanti, come quietamente diciamo tra noi alpini. Avanti lungo la strada che percorriamo ognuno la sua, intenti ad ogni passo. Dire così, più che un atto di fede è come voler credere che anche la morte possa essere una di quelle occasioni nelle quali per caso a una svolta ci si ritrova. Non ci vedevamo eppure eravamo vicini. Sai come è quando ci si incontra, tra amici il tempo si riempie del piacere di sapere e condividere. Ma dove eri finito? dove sei stato? e questo e quello. Ora sembra una follia che ci fa fragili e sognatori ma è anche una volontà che ci fa così forti da rimanere noi stessi e poter vivere sempre più soli parlando con serenità con chi non è più ma è come se ci fosse. Alfredo, gentile, disponibile, generoso sarà sempre presente nella nostra mente. Per diversi anni, tra il ‘94 e il 2000, a Fermignano abbiamo diviso momenti difficili. Ognuno di noi con le proprie difficoltà. Ci siamo conosciuti quando il tempo del militare era già lontano. Non credo che Alfredo avesse fatto l’alpino, era più uomo del mare, non glielo ho mai chiesto. Però aveva la tempra e la serenità che danno le montagne, era del tipo “la pioggia ci bagna e il vento ci asciuga”. Con lui ogni problema poteva essere smontato in fatti semplici che l’ironia rendeva accettabili e anche risibili. Poi ognuno per la sua strada aspettando una buona occasione per rincontrarsi, scambiarsi idee e esperienze. Ora non più. ora solo ricordi, addio Alfredino, anzi arrivederci, Franco
Le persone pulite, perbene, lasciano un gran vuoto. Immagino per te che era un riferimento… Si sta creando un mondo di assenze intorno a noi.
Riflettere sui ricordi è facile. Come stare con Alfredo, seduti intorno a un tavolo a gustare un piatto di ‘tonno alletterato’, cucinato da lui. Alfredo accendeva la voglia di narrare e di narrarsi con umanità e benevolenza.
Ora è nostalgia, ci lasci e lasci, il tuo orto tipografico, lo sappiamo tutti con quanta passione lo hai coltivato, tra un mese saranno spuntati anche i crisantemi, c’è da scommetterci, in quadricromia.
Francesco Pirella – ARMUS, Archivio Museo della Stampa – Genova
Accolgo con dispiacere la notizia. Alfredo è (non “era”) una creatura intelligentemente stravagante e pulita dentro, ovvero possedeva tutto ciò che serve per stare ritti in questo mondo. Queste persone, per quanto poco le frequentiamo, danno gioia, per il solo sapere che esistono e che nutrono una porzione di questo pianeta.
Grazie anche a te, attraverso cui lo abbiamo conosciuto in quel dì a Sestri e in quella indimenticabile visita a Fivizzano e al Castiglione del Terziere dove abbiamo conosciuto Loris Jacopo Bononi, altro personaggio indimenticabile.
Mariglò
Caro Marco, quando giovedì scorso mi hai informato, alla tristezza per la notizia i miei pensieri sono andati ai giorni di Urbino quando con il suo concreto interessamento è nata la AIMSC. E’ stato un amico generoso, intelligente e con cultura profonda sull’arte della stampa e anche sulla enogastronomia. Ambedue eravamo appartenenti da anni all’Accademia Italiana della Cucina e con lui dopo Urbino ho partecipato a vari appuntamenti accademici. Ho un rammarico: non essere riuscito a farlo nominare socio onorario della AIMSC.
Ciao Alfredo, ti ricorderò sempre!
Giorgio Tassotti
Molto dispiaciuta.. Alfredo Ferretti era un caro amico mio e di Giorgio. La sua casa di Fermignano era sempre aperta per gli amici. La sua anima bambina dispensava pensieri gentili e attenzioni che lo rendevano speciale. Un caro pensiero . Liliana Bastia
Ciao, zio Cesarino! Così eravamo abituati a chiamarti da quando, alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, incominciasti a frequentare Fermignano e la famiglia di tua sorella Lisetta. Sei sempre stato una persona gentile e affettuosa nei nostri confronti ed abbiamo ricevuto da te molto più di quanto noi siamo stati in condizione di offrirti. Io ho sempre apprezzato la tua generosità e disponibilità nei miei riguardi; non hai mai perso occasione per portarmi qualche bel regalo da Milano o dai tuoi viaggi e, molte cose importanti della mia infanzia e adolescenza che ancora tengo come care, le ho ricevute da te. Anche quando ero “piccolo” mi hai sempre trattato e considerato come un “grande”, rafforzando così la mia autostima e il mio sentimento di apertura verso le persone. Avrei dovuto passare ancora più tempo in tua compagnia e parlare, come spesso ci accadeva, delle svariate cose di questo nostro tempo ormai così irrimediabilmente “altro” da quello che ci vide, ormai molti anni fa, fare alcune “scorribande” tra il fiume, la campagna e le colline della nostra terra che tu amavi tanto. Ti ho voluto bene e ti considererò e ricorderò sempre come una delle persone più importanti e positive che ho conosciuto nella mia vita! Ciao, zio Cesarino. Pino