Per la prima volta in oltre due anni peggiorano le condizioni operative del settore manifatturiero della PMI. L’allarme lanciato da IHS MARKIT il 2 novembre scorso.

La forte riduzione dei nuovi ordini è responsabile del nuovo declino della produzione e anche le esportazioni si sono spostate in territorio negativo.
Sul fronte dei prezzi, quelli di acquisto sono aumentati notevolmente ma quelli di vendita hanno riportato un incremento più lento.
L’Indice PMI (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano, un indicatore a numero singolo degli sviluppi delle condizioni generali del settore, a ottobre ha registrato 49.2 e ha segnalato un leggero peggioramento delle condizioni operative generali.
In discesa da 50.0 di settembre, l’indice è risultato al di sotto della soglia critica di non cambiamento di 50.0 sino a raggiungere il livello generale più basso in 46 mesi, per la prima volta da agosto 2016. 

Calo export

Le contrazioni di produzione e dei nuovi ordini hanno avuto il loro impatto sul PMI, con gli ultimi dati che hanno mostrato come il crollo della produzione di ottobre. I dati raccolti mostrano come il rallentamento dell’economia domestica ha continuato a ostacolare i nuovi ordini, con la contrazione maggiore in oltre cinque anni.
Inoltre, diminuiscono le esportazioni, terminando quindi la sequenza di crescita di quasi sei anni. Alcune aziende campione hanno riportato una domanda più debole da parte di nazioni chiave, specialmente dall’Asia.

Nonostante la battuta d’arresto della produzione e dei nuovi ordini, il settore manifatturiero italiano ha continuato ad aumentare i livelli di forza lavoro a ottobre. Il tasso di creazione occupazionale è stato modesto ma più veloce rispetto a quello di settembre nella speranza di una ripresa della domanda interna.

Tiene l’occupazione

Diminuisce per il settimo mese consecutivo il livello di lavoro inevaso. A ottobre le imprese manifatturiere hanno aumentato le loro giacenze dei prodotti finiti per il quarto mese consecutivo, e nonostante sia stato modesto, l’aumento riportato è stato il maggiore registrato in quattro anni. Inoltre, ad ottobre è stato riportato un aumento della giacenza di fattori produttivi.
Consecutivamente alle più deboli tendenze di base di produzione e nuovi ordini, i manifatturieri italiani hanno ridotto la loro attività di acquisto.
L’indagine di ottobre ha segnato il quarto mese consecutivo di contrazione degli acquisti, con l’ultima riduzione in aumento rispetto a settembre.

Tra i commenti raccolti che riportano aumenti del prezzo delle materie prime, specialmente dei beni derivati dal petrolio, aumenta la pressione dei costi. Il tasso di inflazione è stato leggermente più alto rispetto a settembre. In risposta, le imprese hanno innalzato i loro prezzi di vendita anche se a un tasso più modesto in paragone al mese precedente.

Per concludere, l’ottimismo manifatturiero circa la produzione futura è stato ad ottobre elevato, anche se le preoccupazioni circa la stabilità politica e il commercio internazionale si traduce in un ottimismo più debole rispetto a quello di settembre.

Commento

Amritpal Virdee, Economist di IHS Markit che elabora il report Markit PMI Settore Manifatturiero in Italia, ha dichiarato: « Il settore manifatturiero italiano ha mostrato segnali di deterioramento, con il PMI che crolla al di sotto della soglia di 50.0 per la prima volta da agosto 2016. I nuovi ordini sono diminuiti al tasso più veloce in 65 mesi a causa della combinazione della debole domanda domestica ed esportazioni. Il peggioramento delle condizioni generali è evidente in altri indicatori dell’indagine. I tempi medi di consegna sono migliorati in quanto la domanda di beni è diminuita e il livello del lavoro inevaso è crollato notevolmente per il settimo mese consecutivo conseguentemente alla contrazione dei nuovi ordini ricevuti. Di contro, il livello occupazionale è aumentato in quanto le aziende manifatturiere hanno aggiunto ulteriore personale in previsione della ripresa della domanda durante i prossimi 12 mesi. Ad ogni modo, l’ottimismo è stato smorzato dalle preoccupazioni di rallentamento in aree di esportazione chiave (in particolare Asia), e da incertezze politiche. Fattore questo che potrebbe far diventare il settore manifatturiero italiano un freno per la crescita dell’intera economia durante l’ultimo trimestre del 2018