Più impianti per riciclare e dare certezza ai mercati delle fibre secondarie. Incidere sul Recycling Habitat con 5 azioni. Queste le mosse proposte da Assocarta.

Nell’ambito del panel di discussione “Rifiuti zero impianti mille” il direttore di Assocarta, Massimo Medugno, ha messo in luce le potenzialità del settore cartario italiano che immette nel ciclo produttivo la carta da riciclare raccolta sul territorio. Si riducono così i rifiuti grazie agli impianti cartari che costituiscono un pratico esempio di bio-economia circolare.

Questa la base del suo intervento all’EcoForum della regione Lazio, organizzato lo scorso dicembre da Legambiente di cui Assocarta è partner sostenitore,

l buon esempio dell’industria cartaria

La carta, è un materiale di origine naturale che viene riciclato dalle cartiere stesse: l’industria cartaria nazionale è il terzo riciclatore a livello europeo con più di 5 milioni tonnellate di riciclo (10 tonnellate al minuto), mentre raccolta differenziata industriale e urbana della carta è di circa 6,5 milioni di tonnellate.
«Con i soli due impianti di prossima partenza, rispetto ai 1000 necessari – ha aggiunto Medugno – potremmo aumentare il riciclo di più di 1 milione di tonnellate dando maggiore stabilità al mercato, praticamente annullando il gap impiantistico. La riconversione a Verzuolo procede, mentre l’impianto di Mantova (l’altro dei due), benché pronto, rimane ancora fermo. In Italia si perde in quest’ultimo caso l’opportunità di chiudere ulteriormente il ciclo del riciclo seguendo il principio di prossimità e di fare più economia circolare

Le oltre 350.000 tonnellate complessive di RD di carta e cartone (dato 2018 +1,2% sul 2017) raccolte nella regione Lazio costituiscono la materia prima per gli impianti cartari del secondo distretto cartario italiano, quello di Frosinone (ma anche di Avezzano, in Abruzzo, che si trova a circa 60km dal Lazio).

Il problema è l’export

Il mercato delle carte da riciclare vive un momento di estrema difficoltà, dopo lo stop della Cina e di altri paesi asiatici all’import da Europa e USA.
«Le esportazioni di carta da riciclare verso la sola Cina sono passate da oltre 1 milione di tonnellate a 84.000 tonnellate in due anni, mentre le quantità in eccesso, rispetto alla capacità di riciclo nazionale si vanno ridistribuendo verso altri Paesi, più o meno lontani, tra cui Germania e Turchia» ricorda Medugno.

Di fronte a un cambiamento strutturale nel mercato dei rifiuti e delle materie prime secondarie, occorre incidere sul Recycling Habitat e cioè sulle relative strutture amministrative e impiantistiche che ne costituiscono il supporto con azioni incisive e a costo zero.

Far partire gli impianti

«Innanzi tutto con l’approvazione della norma sull’EoW “caso per caso” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale all’inizio di novembre, bisogna passare rapidamente alla fase esecutiva. Occorre, quindi, autorizzare molti impianti a livello regionale, le cui richieste erano ferme dalla sentenza di Consiglio di Stato di 18 mesi fa – spiega Medugno. – Concedere detrazioni fiscali per gli acquisti verdi va bene, ma se non se si autorizzano (e partono) gli impianti in Italia significa soltanto avvantaggiare chi gli impianti li ha, ad esempio per produrre mattoni e cemento dai rifiuti, in altri Paesi europei
La mancanza di impianti di riciclo e recupero sta producendo l’effetto paradossale di deprimere i prezzi delle materie prime secondarie e di aumentare i costi per gli impianti di smaltimento dei rifiuti, che ormai sono sempre meno.

Azioni necessarie

Allo sblocco degli impianti che riciclano e all’attuazione dell’EoW caso per caso, vanno aggiunte altre tre azioni:

– la disponibilità di impianti che recuperino e smaltiscano gli scarti del riciclo, tassello indispensabile per attuare in pratica la gerarchia dei rifiuti;

– l’approvazione dell’End of Waste “Carta” e dello “Scarto di pulper”;

– infine, ma non meno importante, il miglioramento della qualità delle raccolte differenziate in significative aree del Paese.

Se vi sono delle situazioni di difficoltà nella filiera della gestione dei rifiuti vanno affrontate innanzi tutto prendendo le decisioni necessarie per migliorare le infrastrutture del Paese per l’Economia Circolare e così rilanciare occupazione e sviluppo, uscendo dalle “sabbie immobili”.