Due ricerche indipendenti sul riciclo degli imballaggi evidenziano attenzione da parte dei consumatori, ma scarsa informazione. Il mancato riciclo causa un danno all’economia nazionale pari a circa 390 milioni di euro all’anno.

Il 40% dei rifiuti riciclabili in Italia finisce ancora in discarica. È quanto emerge da una ricerca OnePoll per DS Smith, specialista nelle soluzioni di packaging sostenibile. Ciò è dovuto a una scarsa consapevolezza su quali rifiuti siano effettivamente riciclabili (73%), anche a causa di un’informazione non sempre chiara sul packaging (29%). Nonostante i progressi degli ultimi anni, gli italiani continuano ad avere difficoltà a svolgere correttamente la raccolta differenziata.
Privilegiata la carta, con il 62% dei consumatori italiani ed europei che la preferisce negli imballaggi, secondo Two Sides * , che ha condotto la seconda ricerca.

Dove va cosa?

Secondo la ricerca di OnePoll, oltre due terzi degli italiani (73%) non è sempre a conoscenza di quali rifiuti possano essere effettivamente riciclati. Il 40% inoltre, ammette di aver gettato del materiale riciclabile nell’indifferenziato, generando un danno potenziale – dovuto al mancato riciclo – pari a circa 390 milioni di euro ogni anno.
Per questo, DS Smith ha lanciato – in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation – alcune regole per il Design Circolare che possano aiutare le imprese a progettare imballaggi che possano essere conferiti in maniera più immediata dai consumatori nel contenitore corretto.
L’iniziativa è stata sposata da Conai che ha lanciato EcoDTool (progettarericiclo.com) con un bando per l’eco-design degli imballaggi, in cui saranno premiate le iniziative che presentano soluzioni innovative nella riduzione dell’impatto ambientale del packaging. Il termine per le iscrizioni al concorso è il 30 giugno.

«C’è un innegabile desiderio di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente da parte dei consumatori, anche attraverso il riciclo – ha dichiarato Stefano Rossi, Packaging CEO di DS Smith. – Il problema è che ancora oggi molti imballaggi non sono riciclabili, e le persone sono spesso confuse su cosa possa essere effettivamente avviato a seconda vita.»

I principi di Design Circolare possono contribuire alla soluzione di questo problema, aiutando le imprese a intercettare i bisogni dei consumatori. Con questi principi, si possono creare imballaggi adatti all’economia circolare, favorendo il riciclo, eliminando sprechi e inquinamento.

Assenza di informazioni chiare

Le ricerche evidenziano che due terzi (65.5%) dei consumatori getta un rifiuto nell’indifferenziato quando non è sicuro del contenitore corretto, adottando un atteggiamento di estrema prudenza. Mentre uno su 4 (25%) ammette di non aver differenziato nell’ultimo mese un rifiuto che potesse essere riciclato, poco più di un terzo (36%) adotta questo comportamento su scala più sporadica. La motivazione di questo comportamento è l’assenza di informazioni chiare in etichetta (45%), la presenza di imballaggi composti da più materiali (poliaccoppiati, 33%) e la contaminazione con altri tipi di rifiuti (23%).packaging vetro

Secondo DS Smith, questo fenomeno, chiamato “riciclo prudente”, impedisce il riciclo di circa 9,1 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno.
Al contrario, il 17,8% degli italiani differenzia rifiuti che non sa se potranno essere riciclati, e il 46% afferma di averlo fatto almeno una volta. Tra le motivazioni, la convinzione nel voler riciclare il rifiuto (41%), anche se non materialmente possibile, la disattenzione (33%) e la mancata informazione sul corretto conferimento (29%). Il 60% del campione ha anche affermato di aver differenziato almeno una volta rifiuti con residui di cibo o bevande, che compromettono il corretto avvio a riciclo.
Questi due fenomeni hanno in realtà una radice comune: la mancanza di informazioni chiare sugli imballaggi in merito al conferimento dei rifiuti.
Il 54% degli italiani afferma che gli imballaggi non riportano informazioni chiare in merito al conferimento, mentre il 40% ne denuncia addirittura l’assenza. Altri (15% dei casi) denunciano la mancanza di informazioni sulla raccolta differenziata da parte delle società di raccolta.

La carta è preferita

Analoghe ricerche sono state compiute da Two Sides, con particolare riferimento alla carta.
Ne emerge che quando si tratta di sostenibilità, il 62% dei consumatori italiani ed europei preferiscono gli imballaggi in carta.  I consumatori sono sempre più consapevoli delle proprie scelte di imballaggio e preferiscono la carta perché ritenuta migliore per l’ambiente.

L’indagine, condotta dalla società di ricerca indipendente Toluna per conto di TwoSides su un campione di 5.900 consumatori europei (1000 in Italia), ha cercato di tracciare e capire le preferenze, le percezioni e gli atteggiamenti dei consumatori nei confronti del packaging.
Agli intervistati è stato chiesto di scegliere il materiale di imballaggio preferito (carta/cartone, vetro, metallo e plastica) in base a 15 attributi ambientali, pratici e visivi. Tra i 10 attributi per cui il consumatore preferisce l’imballaggio in carta/cartone, il 62% lo sceglie perché ha miglior impatto ambientale, il 57% perché più facile da riciclare e il 72% preferisce la carta/cartone perché compostabile a casa.

L’imballaggio in vetro è la scelta preferita perché offre una migliore protezione dei prodotti (51%), oltre a essere riutilizzabile (55%) e il 41% degli intervistati preferisce il vetro per il suo look&feel.

«Negli ultimi anni il packaging è stato inserito definitivamente nell’agenda dei consumatori, grazie a una cresciuta sensibilità ambientale – afferma Massimo Ramunni delegato di Two Sides per l’Italia  e direttore Assocarta –. Il sondaggio mostra che i consumatori riconoscono le qualità ambientali degli imballaggi a base carta, anche se alcune best perfomances sono tuttora sconosciute. In particolare, l’alto tasso di riciclaggio della carta

Il problema plastica

L’atteggiamento del consumatore verso l’ imballaggio in plastica è altrettanto delineato dall’indagine. Il 70% degli intervistati afferma di aver adottato misure attive per ridurre l’uso degli imballaggi in plastica. L’ imballaggio plastico è percepito come il materiale meno riciclato, con il 63% dei consumatori che ritiene il tasso di riciclaggio inferiore al 40% (mentre in realtà in Europa il 42% degli imballaggi in plastica è riciclato).
L’imballaggio in carta e cartone è considerato invece il materiale più riciclato, con il 30% degli intervistati che ritiene il tasso di riciclaggio europeo superiore al 60%. Un tasso di riciclaggio percepito che è ben lontano da quello effettivo che è dell’85%.
Il secondo materiale da imballaggio più riciclato è il vetro, seguito dal metallo. Con tassi di riciclaggio effettivi rispettivamente del 74% e dell’80%, anche la riciclabilità di questi materiali è poco conosciuta dai consumatori.
L’indagine ha rilevato che i consumatori europei sono disposti a modificare comportamento d’acquisto per essere più sostenibili. Il 44% è disposto a spendere di più per prodotti confezionati con materiali sostenibili e quasi la metà (48%) è disposto a evitare un rivenditore se questo non dimostra impegno nel ridurre l’uso di imballaggi non riciclabili.
I consumatori, sempre più consapevoli delle scelte di imballaggio dei loro acquisti, influenzano le aziende, in particolare quelle del commercio al dettaglio. La cultura del “fare, usare, smaltire” sta lentamente cambiando.
L’indagine Toluna ha anche esplorato le percezioni dei consumatori sugli sforzi dei rivenditori nella riduzione degli imballaggi non riciclabili, la consapevolezza della certificazione forestale e delle etichette ambientali e le preferenze nei materiali utilizzati per i sacchetti della spesa.

Per leggere il rapporto completo:

Nota: I sondaggi rappresentativi a livello nazionale sono stati condotti online nel marzo 2020.

* Two Sides Italia è un progetto di comunicazione che promuove i valori di sostenibilità della carta, della stampa e del packaging. I partner di Two Sides sono aziende della filiera della carta e della stampa, quali le aziende forestali, i produttori di paste per carta e di carta, i produttori di imballaggi, i produttori di inchiostri e additivi, le aziende di finitura e stampa, gli editori, i produttori di buste e gli operatori postali.