Per salvare il pianeta dal problema della plastica, della quale per ora non si può fare a meno, la raccolta differenziata di rifiuti dovrà essere organizzata alla stessa maniera delle industrie che operano con la lean production. Massima efficienza con il minimo sforzo.

Per ottenere questo occorre organizzare il conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini in maniera controllata, con automatismi che permettano di evitare errori o abusi.
Questo sarà possibile con un sistema digitale: codici QR – ad esempio collegati ai già esistenti codici a barre degli imballaggi soprattutto presenti sulle confezioni in plastica e soprattutto sui prodotti monouso – consentiranno il conferimento corretto e/o bloccheranno errori e abusi.

Tutti i cassonetti per la raccolta dei rifiuti (possibilmente cassonetti interrati) dovranno avere sulla superficie un lettore a barre che identifichi i rifiuti che le persone getteranno. L’apertura dei cassonetti potrà avvenire solo nel caso in cui sia riconosciuta la tipologia del prodotto da smaltire.
Quanto sopra esposto semplifica anche la raccolta dei rifiuti da parte dei mezzi  appositi. Questi dovranno semplicemente sollevare e svuotare le singole campane — distinte per tipologia — e portarle ai centri di raccolta e smistamento.

Più semplice è il caso di quei Comuni che non hanno disposto campane di conferimento, ma che hanno organizzato una raccolta differenziata presso i condomini e/o isolati. I cittadini sono infatti obbligati a esporre i rifiuti in sacchi distinti (ciascuno col proprio colore e trasparenti). L’addetto alla raccolta può anche verificare direttamente, almeno a grandi linee se ciascun sacco contiene realmente solo i rifiuti previsti per quel sacco (come già avviene in alcuni Comuni).

A questo punto resta da verificare che i cittadini conferiscano il rifiuto correttamente negli appositi cassonetti.

Come sopra accennato, si dovrà predisporre, in accordo con i produttori di packaging e le GDO, che i codici (a barre o QR) apposto alla confezione contengano anche una codifica che ne permetta il riconoscimento da parte del cassonetto (mediante apposita App): nel caso il codice non venga riconosciuto, il cassonetto non si apre.cassonetti rifiuti

Cosa fare in caso di rifiuti non codificati

Questi in genere sono carta, residuo secco e umido. Quindi facilmente riconoscibili.
Nel caso di plastica proveniente  da confezioni non  codificate, sarebbe sufficiente obbligare i produttori a inserire un codice, visibile o non visibile, inserito nel prodotto in fase di fabbricazione, il cui costo sarebbe comunque inferiore alla plastic tax.
Tutto il progetto si baserà su un sistema di cooperazione, con aziende di riciclo e venditori. In questo modo si potrà tracciare quasi con certezza il percorso di ogni rifiuto.

Come incentivare

Una ulteriore cooperazione potrebbe essere avviata con i supermercati e la GDO in generale. Con questa collaborazione, saranno monitorate le quantità precise delle confezioni che finiranno nei rifiuti, in particolare per la plastica. Tramite le tessere di fedeltà, il cliente virtuoso riceverà sconti sugli acquisti.

I cittadini potranno infatti usufruire di uno sconto in relazione alla quantità e qualità delle confezioni regolarmente eliminati. Se il peso effettivo e quello teorico non coincideranno (con i dovuti margini) verranno abbassati i buoni nella circoscrizione in cui si noterà la differenza. Grazie a questo metodo si andranno a colpire in modo sempre più mirato i truffatori.

PS: Abbiamo riportato volentieri questa proposta che ci è pervenuta da parte di studenti del liceo (mailto:loop.milano.nico@gmail.com ).
Pur rendendoci conto che non è una soluzione che si possa avviare da un giorno all’altro, la riteniamo interessante e forse varrebbe la pena che CONAI e altre istituzioni la considerassero come una base per migliorare la raccolta differenziata. Come ben sappiamo, questo è un problema che non si può rimandare continuamente.