La Federazione Carta e Grafica promuove la lettura di qualità con la partecipazione alla 59a edizione del Premio Campiello Sabato 4 settembre la premiazione all’Arsenale di Venezia. Il presidente Bona: “Cultura e informazione sono indispensabili per attuare il PNRR. Le spese per libri e giornali devono essere detraibili fiscalmente”.

La partecipazione di Federazione Carta Grafica al Premio Campiello, accanto a sigle di rilievo fra le quali Confindustria Veneto e Comieco, ha l’obiettivo di sostenere e promuovere la lettura e la cultura quale bene pubblico primario per la formazione di giovani e adulti.

«Le vendite di libri sono in crescita, come confermano i dati di quest’anno, – dichiara Emanuele Bona, Presidente della Federazione Carta e Grafica – ma è necessario continuare ad avere misure che stimolino la lettura anche di giornali, come ad esempio il Bonus 18. Cultura e informazione sono indispensabili per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Carlo Emanuele Bona Presidente della Federazione Carta Grafica

Libri detraibili

Secondo la Federazione Carta e Grafica le spese per l’acquisto di libri e giornali, per la loro valenza sociale e culturale, dovrebbero diventare strutturalmente detraibili dal punto di vista fiscale.

Il contesto di sensibile ripresa dell’editoria libraria mette a segno nei primi sei mesi del 2021 la vendita di 48 milioni di copie, 15 milioni (+44%) in più rispetto allo stesso periodo del 2020 e 11 milioni in più (+ 31%) rispetto al 2019. I dati, forniti da AIE (l’Associazione Italiana Editori), confermano il ritrovato vigore del settore, al quale contribuiscono le iniziative della Federazione Carta e Grafica, impegnata su molteplici fronti.

Il sostegno al Premio Campiello fa parte delle iniziative alle quali Federazione Carta e Grafica prende attivamente parte per invitare la società civile, il mondo della politica, della cultura, della scuola e dell’editoria a stimolare la lettura di qualità.

Per non perdere la capacità di pensare, approfondire, riflettere e sfuggire dal “non cogito ergo digito”.