Questa doppia esperienza, vissuta con passione da una scrittrice e valente editor di testi letterari, ci illumina sulle distopie troppo frequenti nel nostro paese, nella nostra cultura, nelle nostre scuole e amministrazioni pubbliche. Un racconto-resoconto su cui c’è molto da imparare, e da meditare.
di Wilma Coero Borga
Sabato mattina 5 novembre, approfittando del sole, che di solito sparisce nel fine settimana, quasi per farci un dispetto, passeggiavo per Pavia, nelle vie del centro. Arrivata in piazza della Vittoria, noto una particolare struttura, allestita su un furgoncino Piaggio, che pareva una libreria. C’erano alcuni personaggi con strani indumenti, che intrattenevano diversi bambini che stavano appoggiati a un tavolo a disegnare su fogli, che parevano pagine di libri. Tre gradini per lato conducevano a quella che, ho scoperto, era una vera e propria biblioteca ambulante. Di fronte a me, su un grande poster che rivestiva la parete della struttura, una frase riassumeva il progetto: FANTA-SCIENZA. Leggere il futuro.
Fantascienza?
Come dal palco di un teatro, osservavo chi saliva, avventurandosi curioso come me e chi, invece, si limitava a guardare dal basso da spettatore. A destra e a sinistra, una semplice scaffalatura ospitava libri di fantascienza, alcuni dei quali ancora nuovi. Prima di scendere dalla navicella spaziale, mi sono lasciata attrarre da due titoli e li ho presi in prestito, perché la fantascienza mi piace da sempre. E, mentre l’addetto della biblioteca li registrava a mio nome sul pc, sono scesa per chiedere informazioni a qualcuno degli organizzatori di quel distributore di cultura itinerante spaziale: ASTRO-BIBLIO.
Città che legge
L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio, che unisce alcune associazioni e la biblioteca Bonetta di Pavia, vincitrice del bando del Ministero della Cultura tra i comuni italiani che hanno ottenuto la qualifica di “Città che legge”, per il periodo 05/2022-05/2023, istituito per promuovere il libro e la lettura.
Il fine è quello di creare una rete di collaborazione permanente tra tutte le realtà culturali, che operano nel territorio del Comune per rendere la lettura un’abitudine sociale diffusa.
Antonella Calvi, responsabile della biblioteca, nonché direttrice del Sistema Bibliotecario Intercomunale del Pavese “Renato Soriga”, è stata ben lieta di spiegarmi il progetto, che è motivo di orgoglio per loro e per la città di Pavia, perché “una città che legge è popolata da persone libere”. (Vedi anche articolo “Leggo perché mi va” con simile esperienza a San Daniele in Friuli).
Corsi e incontri
Il programma è molto vario e prevede l’atterraggio in altri luoghi della città e iniziative che spaziano da “Voci nello spazio”, un corso di lettura espressiva in otto lezioni a cadenza settimanale e a numero chiuso presso la biblioteca Bonetta, a “Parole aliene”, un laboratorio di scrittura che a partire da spunti e suggestioni, dalla lettura fantascientifica propone esplorazioni di scrittura e pratiche di rilettura collettiva e si sviluppa in otto incontri da novembre a marzo, su prenotazione gratuita, presso il Laboratorio Sociale Crosione.
Ho salutato gli organizzatori entusiasti e la responsabile della biblioteca, a cui brillava lo sguardo mentre ci scambiavamo esperienze e proposte di collaborazione, trascinata anch’io dal loro entusiasmo. La cultura fa breccia nelle persone disposte a lasciarsi affascinare.
Ora mi aspettano 1600 pagine di fantascienza con la lettura di Lucy e Stephen Hawking e “La grande avventura dell’universo” e con quella di Cixin Liu e il suo “Nella quarta dimensione”.
Chissà che cosa ci riserverà il prossimo atterraggio!
Il rovescio della medaglia
Questa esperienza positiva, che coinvolge bambini e adulti per diffondere la cultura insegnando il piacere della lettura, arriva in coda a un inizio settimana che aveva, invece, portato con sé una delusione.
Se da un lato c’è il comune di una città che è felice del risultato raggiunto vincendo un bando promotore di cultura e lo realizza, dichiarando di non volersi fermare al primo traguardo, dall’altro c’è un piccolo comune di provincia dove il suo primo cittadino e un’insegnante di Lettere della scuola locale, fuggono da una proposta culturale di un privato cittadino, volta a coinvolgere la scuola e i suoi giovanissimi studenti. Non posso dire che sia stata chiusa una porta in faccia, perché, in realtà, non è stata neanche aperta, tra scuse di impossibilità di contatto e timori infondati di inadeguatezza da parte di chi insegna a leggere e scrivere.
Ma allora mi chiedo e vi chiedo, i nostri bambini che trascorrono la maggior parte della giornata nei palazzi dell’istruzione, che cosa dovrebbero imparare da questo esempio: solo a leggere, a scrivere, a far di conto, mandando a memoria concetti preconfezionali e stantii, conditi da un po’ di menefreghismo? Ogni individuo è dotato di abilità differenti dall’altro e anche di disabilità che non vanno, certo, giudicate come un difetto. Ma il sistema educativo in uso nei Paesi più sviluppati (come scrive anche Marco Cesati Cassin), spesso contrasta con il talento, perché si basa su test standard dove gli studenti sono valutati in base a regole prefissate che misurano l’abilità a memorizzare e a riprodurre un elenco di nozioni. Eppure, ogni individuo è dotato di una serie di geni unica e diversa; ciò che varia, è il momento in cui tali geni vengono attivati.
Il metodo usato per farlo e un sistema standardizzato non sono in grado di sviluppare le capacità dello studente. Non c’è stata, quindi, l’occasione di presentare la proposta, per cui è chiaro che non c’è la volontà di ascoltare; forse perché manca la passione per la professione che si è scelta? Per pigrizia, per paura? È evidente che questo atteggiamento induce a cambiare strada e a rivolgersi a chi ha un’apertura differente nei confronti della cultura, che gli permette di vedere e saper cogliere le opportunità, anche queste se rappresentano una novità che va oltre i soliti schemi preordinati, e che proviene da un privato cittadino che mette a disposizione le proprie energie senza secondi fini, ma spinto dalla passione.
Io salgo su ASTRO-BIBLIO e dalla navicella spaziale vi saluto con un carico di libri ultra stellari e non sono sola, con me ci sono tanti giovani genitori e bambini curiosi! Voi che fate? Vi unite a noi nell’emozionante viaggio che offre la lettura?
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