Con il significativo titolo “conTENERE”, si è svolta presso Torre Fornello, frazione di Ziano Piacentino, una esposizione collettiva di 42 artisti nella quale la carta, e non solo, è stata protagonista. In particolare, non la carta nobile, ma quella di recupero. Nella varietà delle elaborazioni, abbiamo potuto scoprire diverse idee degne di attenzione anche per un profano. L’esposizione di domenica 5 marzo è stata organizzata da Margherita Labbe, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.

Questo evento nasce dalla volontà del collettivo quiDOVE, che svolge attività di ricerca e condivisione sulla funzione del “contenere” mettendo in gioco le relazioni tra luogo e ambiente, spazio e materia, corpo e memoria. Una riflessione che spazia tra arte, didattica, scienza e filosofia.

Da qui ha preso avvio un progetto più ampio e articolato, con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini residenti nelle 7 frazioni in cui è suddiviso il Comune di Ziano: Albareto, Calcinara, Fornello, Montalbo, Seminò, Vicobarone, Vicomarino, che tendono a spopolarsi e alle quali l’amministrazione locale vuole ridare vita, incrementando la socialità per una maggiore coesione della popolazione residente, anche attraverso la proposta di recupero di antichi mestieri.

A questo fine, dopo l’inaugurazione ufficiale allietata dal rinfresco di Oasi Cantalupa. si è tenuto nel pomeriggio un incontro con la cittadinanza e gli ospiti convenuti per l’esposizione, per raccogliere e valutare proposte di attività creative e formative, quali laboratori sulla carta, l’incisione, la tessitura, l’intreccio. Tali attività vengono considerate un’opera collettiva condivisa in sé, oltre che di rigenerazione socio-culturale.

Il progetto prevede esposizioni e percorsi formativi in cui sarà coinvolta la popolazione, stabile e di ritorno, e soprattutto i ragazzi che frequentano le scuole primaria e secondaria presenti sul territorio. Oltre alle proposte sopra citate, è emersa l’idea di un “Incontro con il Libro”, con la presenza di autori e confronti con la partecipazione attiva degli studenti.

Arte e non solo

Le opere esposte nelle sale e negli spazi aperti, oltreché panoramici di una nota Azienda vitivinicola della Val Tidone (1), nella loro diversità avevano un fil rouge che le accomunava: la “rigenerazione” per come un materiale povero possa rigenerarsi in opera d’arte (2).

Opere prevalentemente su carta, ma anche su gesso, tessuto, legno, bronzo, tecniche digitali e di stampa e anche un video realizzato dagli studenti dell’Accademia di Brera, con il tema comune del “contenere”, cui si aggiungono “funzione” e “identità” per realizzare una connessione tra arte, scienza, didattica, e, perché no, filosofia.

Tra le opere tra loro così diverse, notiamo le micro-scatole realizzate da Georgia Garofalo con carta di scarto dalle bozze di tiratura di calcografie.

Così come ci ha sorpresi per ingegnosità una installazione con carta da pacchi (ovviamente di recupero). Essendo presenti prima dell’apertura, abbiamo visto quest’opera in arrivo, portata a braccia su uno scatolone. La sorpresa è stata reale, e piacevole, una volta trasformata questa carta recuperata da pacchi, sapientemente disposta nel verde della natura aggraziata da veli d’organza (v. immagine in apertura). Fantasia e buon gusto.

Fornello_cuoreNon potendo descrivere le 42 opere, piace citare da “non esperto” l’insieme Intima Materia e Sedimenti degli artisti Michele Bruna e Clara Daniele. Carta artigianale su lamiera ossidata, la prima, e lenzuoli e ruggine nella seconda, in cui si richiama un torace aperto che contiene un cuore. Qual è il richiamo? Come spiegano gli Artisti, il “ferro contenuto nel nostro sangue viene dalla morte delle supernove come tutto il ferro del nostro pianeta”, come afferma Rese George nel suo “Breve storia del sangue”.

Ancora la carta protagonista nella grafica Spazio Vivente di Meruyert Temirbekova, monotipo su carta 100% cotone. Ottenuta da paglia selvatica la troviamo in Reciprocità, stampa a mano su questo foglio arricchito da filamenti neri della lana di pecora, che richiamano la doppia impronta a inchiostro oleoso nero da matrice a intaglio su compensato. Quest’opera, firmata Labbe/ Rodriguez, è frutto della collaborazione tra Margherita Labbe e Hector Rodriguez nella ricerca didattica sulla carta artigianale ottenuta da fibre naturali, per ottenere una texture affine al segno, ideale per i grafici.

Reciprocità di Margherita Labbe e Rodriguez

Dalla carta al bronzo patinato con la scultura di Cristina Torri dal titolo Matrice (2012) una forma che tutto contiene, da dove tutto ha origine. Come sempre accade nell’arte contemporanea, le interpretazioni possono variare anche di molto. In questo caso, nella scultura piace, a noi profani, cogliere l’idea del “wormhole” il passaggio quantico da un Universo a uno parallelo.

 

 

(1) L’evento “7 frazioni per conTENERE”, è stato ospitato dal titolare dall’Azienda Agricola Torre Fornello di Enrico Sgorbati, appassionato produttore di vini biologici ottenuti in ambiente ad alta biodiversità, e amante dell’arte.

(2) Un classico esempio di arte da recupero è quello delle sculture con residui di plastica, che il mare restituisce alle nostre spiagge.