Per tradizione MetaÃlice intervista un autore e un editore. Oggi ‘abbiamo un problema’: come possiamo definire Jacopo Lupi, al tempo stesso editore indipendente e scrittore?
E quindi per prendere “due piccioni con una fava” in questa intervista sono soddisfatte enrambe le categorie.
MetaÃlice ‒ Come si definisce Jacopo Lupi in quanto autore? Quali i suoi studi di base e gli inizi?
Jacopo Lupi ‒ Nasco come scrittore e amante della letteratura da sempre. Fin da bambino sono cresciuto in mezzo ai libri, avendo un nonno e un padre professori e grandi appassionati della lettura. Ho iniziato a scrivere molto presto, pubblicando il mio primo libro a vent’anni, mentre lavoravo nelle librerie e nelle case editrici per fare esperienza sul campo. Dopo anni di gavetta ho aperto prima una libreria, alla quale è seguita la fondazione della casa editrice Lupieditore, con l’obiettivo di mettermi in gioco e aiutare i giovani autori a pubblicare, offrendo loro tutta la mia esperienza maturata negli anni.
MAÃ ‒ Quindi, par di capire, le basi imprescindibili per scrivere sono studio e impegno. Non si diventa “autori per caso”.
J L ‒ Ho fatto tanta gavetta come scrittore, leggendo moltissimo e frequentando corsi di scrittura, correzione, editing e ghostwriting. Se c’è un consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere questo mestiere è quello di impegnarsi con costanza, scrivere ogni giorno e, soprattutto, leggere tantissimo. La lettura è il miglior strumento per affinare la propria scrittura.
MAÃ ‒ Come editore ti definisci come “quello che ha l’obiettivo di diffondere libri belli e di qualità”. La domanda è quindi: come scegli questi libri e gli autori? Sono loro a proporsi?
J L ‒ Oggi, avendo una realtà editoriale ormai abbastanza conosciuta e radicata, pur essendo la mia una casa editrice di nicchia, riceviamo ogni mese moltissimi manoscritti. Tuttavia, mi piace ancora andare personalmente alla ricerca di talenti, con i nostri concorsi letterari, esplorando i social e restando sempre aggiornato sulle novità editoriali. Trovare la “perla rara” è una delle parti più stimolanti di questo lavoro.
MAÃ ‒ Una volta che un autore entra nella tua “squadra”, cosa fai come editore?
J L ‒ Una volta entrato nella nostra famiglia editoriale, cerchiamo con grande impegno e fatica di far conoscere il suo libro. Dico “con fatica” perché, a oggi, il mercato è saturo: tra self-publishing ed editoria a pagamento, vengono immessi in commercio migliaia di libri, spesso poco curati sia nella forma che nella sostanza. Questo rende più difficile la promozione, ovvero far emergere un libro di qualità in mezzo a tanti titoli. Fortunatamente, ci siamo costruiti una solida presenza sui social, nelle fiere del libro e nei concorsi letterari, canali fondamentali per dare visibilità ai nostri autori.
MAÃ ‒ Alcuni editori stampano anche. In genere questi sono EAP o stampatori che diventano “anche” editori. Alcuni son abbastanza seri e lo dicono chiaro, altri no e quindi sono un rischio per gli autori. Cosa possiamo dire nel caso di LupiEditore?
J L ‒ Lupieditore è assolutamente una casa editrice NoEAP: non chiediamo contributi, né obblighi di acquisto copie o crowdfunding. Selezioniamo e valutiamo attentamente ogni manoscritto, investendo interamente su quelli che riteniamo meritevoli. Tuttavia, di recente abbiamo avviato un nuovo progetto per supportare chi vuole intraprendere la strada del self-publishing con standard professionali.
MAÃ ‒ Tema interessante e complesso. Parliamone.
J L ‒ Infatti, abbiamo creato SelfPro, un servizio pensato per offrire ai self-publisher l’affiancamento di una vera casa editrice. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del self-publishing, aiutando gli autori indipendenti a presentare libri ben curati sia nei contenuti, sia nella grafica. Nonostante questa nuova iniziativa, Lupieditore resterà sempre una casa editrice NoEAP, con un forte focus sulla qualità e sull’investimento diretto nei libri in cui crediamo.
MAÃ ‒ Spesso gi autori lamentano che i loro libri, soprattutto le ristampe, risultano poco curate. Un editore ci ha scritto recentemente lamentando che, per risparmiare, il suo stampatore ha consegnato libri la cui stampa (digitale) era scadente. Altri stampano poche copie che vanno presto esaurite perché, dicono, “la stampa mi costa”. Problematica alla quale abbiamo risposto con questa intervista al presidente di TAGA Italia (Associazione Tecnici Arti Grafiche) che ha fatto chiarezza su questo annoso problema. Qual è la tua opinione in merito e come scegli la tipologia di stampa?
J L ‒ Questo è un problema serio, soprattutto per gli editori indipendenti. Non voglio difendere la categoria a tutti i costi, ma bisogna riconoscere che per i piccoli editori è sempre più difficile sostenere costi di stampa elevati. Personalmente, cerchiamo di mantenere alta la qualità del libro, preferendo magari un prezzo di copertina leggermente più alto per garantire un buon prodotto. È importante, però, essere sempre chiari con gli autori: spiegare loro quale sarà il risultato finale del libro è fondamentale per mantenere trasparenza e professionalità. “Patti chiari, amicizia lunga” dovrebbe essere la regola d’oro del nostro settore.
MAÃ ‒ Cosa avviene dopo che un libro viene stampato? Come avviene la distribuzione e la promozione? E qui, prego Jacopo Lupi di rispondere sinceramente.
J L ‒ Io conosco solo un modo per rispondere: con sincerità. Non parlerò di mirabolanti distribuzioni mondiali, perché non è la realtà dell’editoria indipendente. Abbiamo scelto una distribuzione esclusiva con Amazon, perché dai dati in nostro possesso, oltre il 70% delle vendite di libri avviene ormai su questa piattaforma. Per quanto riguarda le librerie, ci occupiamo direttamente della distribuzione, instaurando rapporti diretti con i librai. Questa strategia non ci permette di essere presenti ovunque, ma preferiamo concentrarci su un approccio più mirato e sostenibile. Anche con una grande distribuzione, alla fine sono sempre i librai a decidere quali titoli ordinare, quindi crediamo sia più efficace investire tempo e risorse nel far conoscere i nostri libri direttamente a loro.
MAÃ ‒ Una strategia interessante e chiara. Direi pure interessante per l’Autore. Ma poiché i contratti ci sono sempre sorprese veniamo al classico in “cauda venenum”. Quali sono i costi reali per l’autore? Editiing, cura dell’impaginazione e copertina sono quasi sempre indispensabili: qual è il costo? E, infine, sono obbligatori?
J L ‒ Come dicevo, il nostro gruppo editoriale comprende due realtà distinte. La prima è Lupieditore, una casa editrice non a pagamento (NoEAP), quindi senza alcuna sorpresa contrattuale. Chi viene selezionato da Lupieditore non sostiene alcun costo, perché siamo noi a investire su editing, correzione, copertina e tutto ciò che serve per la pubblicazione. Tuttavia, la selezione è molto rigorosa: valutiamo attentamente ogni proposta e ci occupiamo esclusivamente di progetti assolutamente inediti e mai pubblicati in precedenza.
La seconda realtà è SelfPro, un marchio editoriale ibrido che coniuga la libertà del self-publishing con la professionalità di una casa editrice. In questo caso, offriamo servizi editoriali che variano sia nella tipologia che nel costo, in base alle esigenze specifiche del libro e dell’autore. Editing, impaginazione e copertina non sono obbligatori, ma sono altamente consigliati per garantire un prodotto editoriale di qualità. In entrambi i casi, il nostro obiettivo è sempre lo stesso: offrire agli autori un percorso chiaro e trasparente, senza sorprese.
Tornare alla qualità
MAÃ ‒ L’editoria è in crisi (forte la rivista Il Libraio… e non solo). In Italia “tutti si sentono scrittori” e se ne contano 70mila in un anno. Forse troppi, di fronte a un popolo non lettore. C’è un modo per uscirne o dobbiamo rassegnarci?
J L ‒ Si può uscire da questa crisi solo tornando alla qualità. Il problema non è il numero di aspiranti scrittori, ma il fatto che molte realtà editoriali lucrano su di loro, pubblicando prodotti mediocri senza alcuna cura. Personalmente, se un manoscritto che ricevo è pessimo, non solo non lo pubblico con Lupieditore, ma non lo propongo neanche per il self-publishing: invito l’autore a studiare, migliorarsi e rimettersi in gioco. La crisi dell’editoria si potrà superare solo quando gli autori capiranno che un libro, anche in self-publishing, deve essere curato in ogni aspetto: dalla scrittura all’editing, dall’impaginazione alla copertina. Questo non è un dettaglio, ma una questione di credibilità, sia per l’autore che per il mercato editoriale nel suo complesso.
Ringraziamo Jacopo Lupi, augurandoci di averlo ancora con noi, magari come Autore.
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