Il welfare aziendale come mezzo per migliorare il processo produttivo e dare valore aggiunto ai risultati della propria azienda.

Il tema del Convegno “Il welfare aziendale: un’opportunità per tutti” ha intrattenuto stampatori e cartotecnici alla Due Giorni del GCT, che si è svolta quest’anno al Castello di Carimate.
L’idea di trattare questo tema che sembra all’ordine del giorno anche per il governo in carica, è venuta al Comitato Esecutivo di Gifasp, come ha illustrato Fulvia Lo Duca in apertura dei lavori, perché alcune aziende associate hanno impostato una propria politica di welfare che ha creato un circolo virtuoso con i propri dipendenti.
Marcello Caroni, presidente della Associazione Grafici e Cartotecnici di Milano (GCT) ha quindi colto al volo l’opportunità per proporlo come tema della tradizionale Due Giorni, che si è svolta quest’anno al castello di Carimate.
Relatori Emmanuele Massagli, Presidente di Adapt (associazione di studi sul diritto del lavoro, fondata da Marco Biagi), già consulente di ministri del lavoro, docente all’Università Milano Bicocca, Francesco Bacchini, giuslavorista e Docente di Diritto del lavoro presso la facoltà di Economia di UniMiB e Armando Romaniello, direttore marketing di Certiquality.

Come funziona

Il problema che le aziende, in particolare le PMI, devono affrontare è la soluzione del rapporto soluzioni/benefici, ma soprattutto al fatto che la gestione di un welfare aziendale, per godere delle detrazioni fiscali non deve essere ad personam, ma per categorie di dipendenti. L’approccio, dunque, non è un problema di “creazione”, ma di “strutturazione”.
Il welfare aziendale può essere di tipo essenziale, per offrire un maggiore benessere delle persone, ma deve anche mirare al miglioramento dei risultati d’impresa.
Premesso che non esiste una normativa chiara di welfare aziendale, mentre esiste il concetto di ‘fringe benefit’ che va dall’auto aziendale, ai libri scolastici, all’assistenza per le mamme di figli piccoli e così via. Ma resta il problema della deducibilità che è legato, appunto, alla necessità che siano servizi erogati a tutti o a una categoria di dipendenti.
Invece nelle PMI il welfare aziendale è quello delle “quattro I”: individuale, improvvisato, informale, inconscio, cui si può aggiungere un non-Interessato.
Non deve essere considerato come uno strumento di incentivazione della produttività o finalizzato a migliorare i risultati, ma deve essere considerato come un beneficio fiscale per il dipendente e un beneficio per l’impresa.
Deve anche essere volontario, e non contrattuale.

La proposta di Legge di Stabilità 2016 incoraggia il ricorso al welfare aziendale quale veicolo di pagamento del premio di produttività e identifica nella contrattazione aziendale o territoriale un canale privilegiato per l’istituzione dei piani welfare. Prevede premi di produttività, voucher e anche ‘misure’ morderne, quali inventivi per la palestra, il teatro, la TV, libri di testo, terme e persino corsi di cucina, ma che alla base deve considerare i bisogni del dipendente (sempre inteso come categoria – le donne, i single, gli over 50 e così via).
Quello che sta emergendo, anche in base alla nuova Legge di Stabilità, è stato definito il welfare aziendale 3.0 in quanto prevede nuovi scenari metodologici.
Dettagli sulle nuove normative si trovano nell’Articolo 51 TUIR commi 2,3,4 e nell’Art. 100 TUIR.
Da una analisi dei relatori emerge che il welfare aziendale porta a vantaggi sensibili all’azienda quali un -15% di assenze dal lavoro, un +5% di ore extra volontarie; un – 1,6 mesi di licenze per maternità. Nel complesso se attuato su vasta scala nazionale, può portare a un incremento del 1,5% del PIL.

Chi desiderasse maggiori maggiori informazioni può scaricare qui  l’e-book “Il welfare aziendale territoriale per la micro, piccole e media impresa italiana” in cui ne sono descritte le problematiche dalla teoria alla pratica. Il testo spiega il welfare come mezzo per migliorare il processo produttivo e dare valore aggiunto ai risultati aziendali.

Facciamo Sistema

A margine del convegno, Massimo Perini Presidente Confidi, ha presentato Systema! un insieme dei consorzi fidi che vive dentro una rete di relazioni che coinvolge imprese, associazioni, banche, enti pubblici, la Banca d’Italia, il Fondo Centrale di Garanzia. Un nuovo assetto solido ben organizzato, radicato sul territorio, rappresentativo delle categorie, capace di negoziare al meglio per favorire economie di scala, una migliore organizzazione risorse periferiche e centrali e un maggiore peso negoziale nei confronti delle banche. Oggi conta in 59.000 imprese socie e garanzie per 583 milioni € e una liquidità disponibile di 255 milioni € con un patrimonio di vigilanza del 20,54%,
Prevede un outsourcing delle reti distributive attraverso la costituzione di 3 agenzie in attività finanziaria riconducibili a Confartigianato, Confindustria e Confagricoltura e partecipate dal Confidi con una quota di minoranza del 20%. Le agenzie avranno un mandato in esclusiva e saranno dotate di prassi operative standardizzate sulla base delle procedure organizzative del Confidi. In sintesi il Systema! rappresenta la più grande opportunità per essere al servizio delle imprese.

Commento

Marcello Caroni porge la targa al main sponsor Edigit. Enrico Parisini e signora, colonna portante dell'azienda

Marcello Caroni porge la targa al main sponsor Edigit. Enrico Parisini e signora, colonna portante dell’azienda

La classica “Due Giorni” del GCT di Milano è ormai diventata un’abitudine che si ripete regolarmente ogni anno a ottobre da tre lustri. Purtroppo gli sponsor che permettono questo importante incontro tra aziende ed esperti di economia, marketing e conduzione aziendale, calano vistosamente ogni anno. Calano anche le imprese grafiche e cartotecniche che vi partecipano, soprattutto da quando la Due Giorni è diventata più operativa e meno turistica (che è in funzione del numero di sponsor che ne coprono le spese).
A pensar male, il sospetto è che troppe sono le aziende del settore poco interessate alla conoscenza e agli approfondimenti (il contrario di quanto accade nella flessografia i cui convegni sono sempre affollati). Ma, sempre a pensare male, sembra che siano in particolare le aziende dell’area milanese le meno interessate all’aggiornamento, a differenza di quelle di altre zone, cosa che abbiamo del resto già osservato negli anni scorsi organizzando convegni e seminari, sempre molto seguiti in altre regioni (Emilia Romagna, Marche e Veneto in particolare).

Una targa ricordo a Floriano Botta, Assocaaf, sponsor istituzionale con Comieco

Una targa ricordo a Floriano Botta, Assocaaf, sponsor istituzionale con Comieco

Non ci sentiamo di dare suggerimenti, ma forse estendere la Due Giorni ad altre province lombarde potrebbe dare nuovo impulso; oppure allargare il campo ad altri settori merceologici. Del resto il tema di quest’anno non era certo limitato al comparto grafico. Un esempio è quello sul tema del “decision making” molto attuale e che vede partecipazioni numerose ovunque (si legga in proposito il resoconto di un seminario tenuto a Bari il maggio scorso).
Un ringraziamento particolare meritano le due sole aziende sponsor di quest’anno: Tresu e in particolare Edigit di Bologna, il cui fondatore Enrico Parisini ha giustamente fatto osservare che “siamo ancora alla elementari”. Come dire, aggiungiamo noi, che se l’industria grafica va in crisi prima di incolpare il mondo esterno, si guardi in casa propria.