Riportiamo qui la sintesi dell’intervista a Sante Conselvan nel corso del Flexoworld di Lombardi Converting Machinery, nella quale si sottolinea come la flessografia, abbinata a tipologie di stampa nobilitante, e anche al digitale, è tecnologia dominante nel settore del converting e delle etichette in particolare.
Presidente FTA Europe, Direttore di I&C e Gama Group, Sante Conselvan è noto nel mondo della flessografia noj solo per le sue conoscenze tecniche e dei mercati internazionali, ma anche per la sua assidua attività di promozione e formazione per la stampa flexo.
Qual è oggi la tendenza del mercato della flexo in Italia nel settore delle etichette autoadesive, anche in confronto alle altre tecniche di stampa e in abbinamento il digitale?
Sante Conselvan – Il packaging in senso lato è un mercato molto importante con un giro di affari di circa 1000 miliardi all’anno di cui 1,5 / 2% appartiene al mondo delle etichette. Un mercato di nicchia quello delle etichette, ma che negli ultimi anni è cresciuto e si è evoluto notevolmente con anche per l’introduzione di tecnologie innovative.
In che senso ?
S. C. – Nel senso che c’è stato il passaggio notevole dalla offset alla flexo, grazie ai miglioramenti qualitativi di questa tecnologia, sia in prestampa, sia in stampa. Il comparto delle etichette ha sempre utilizzato diverse le tecnologie di stampa, ma in particolare negli ultimi vent’anni la flexo è stata proprio una esplosione, tant’è che oggi l’ottanta per cento delle macchine acquistate sono tutte flexo, spesso abbinate a gruppi di stampa con altre tecnologie, ma la base resta la flexo. Un altro fenomeno in espansione, ovviamente è quello del digitale, anche se tutt’ora a livello mondiale il digitale rappresenta circa dal 12% al 15% di tutto il volume di etichette stampate. Ciò che è abbastanza importante è la combinazione della tecnologia flessografica con le altre tecnologie di stampa…la cosiddetta tecnologia ibrida. Che comprende anche il digitale. Ma la flexo la sta facendo un po’ da padrone. Certamente per le etichette sono indispensabile anche altre tipologie di stampa per completare e nobilitare l’etichetta.
Quali sono le novità tecnologiche più interessanti e utili nel settore flessografico degli ultimi tempi? Finishing? Controllo qualità? Supporti?
S. C. – C’è stata una notevole evoluzione, come dicevo prima. L’etichetta non è più solo un’etichetta ma è un mezzo di comunicazione che è stato notevolmente rivalutato. In termini di informazione che dà su ogni prodotto, viene utilizzato tantissimo per ciò che riguarda il neutro dove viene rivalutato il prodotto. Ipotesi Bakery: la confezione è neutra, ma insieme all’etichetta viene già dato un valore aggiunto. L’etichetta è fondamentale se poi ha anche una nobilitazione: pensiamo quando si va ad acquistare una bottiglia di vino. Siamo influenzati moltissimo da un’etichetta piuttosto che da un’altra. Come in tanti altri prodotti. Emozionalmente l’etichetta ci coinvolge e questo deriva dal fatto che si utilizzano tecnologie innovative sulla macchina da stampa. Aggiungo che le tecnologie di prodotto, vanno sempre di più verso un mercato con molta attenzione all’ambiente, quindi dei supporti compostabili, dell’ utilizzo di carta, eventualmente anche riciclabile. Anche utilizzando certe tecnologie innovativo: oggi si parla addirittura di vernici antibatteriche. Aggiungerei poi gli inchiostri, ad esempio quelli con effetti tattili, cioè la possibilità di simulare quello che può essere un tessuto piuttosto che un qualcosa tipo buccia di banana. Vediamo quindi un mix di tecnologie sulle macchine da stampa e sui consumabili. Oggi si fa molta attenzione alla qualità proprio perché l’etichetta è un mezzo di comunicazione, e quindi sempre di più i costruttori sono molto attenti a inserire dispositivi per il controllo della qualità con sistemi di ispezione, dove si vuole raggiungere il massimo.
Dalla stampa, e non solo dalla sua macchina da stampa, ma anche eventualmente dai tavoli di controllo deve assolutamente uscire un prodotto che sia al massimo livello di qualità, in più cercando di ridurre drasticamente gli scarti.
Tornando al livello emozionale, l’etichetta deve far risaltare la qualità. Questo di ottiene applicando l’oro a caldo o altri tipi di nobilitazione per portare al massimo livello questo tipo di prodotto.
Considerando la tua esperienza in alcuni ruoli istituzionali nel settore della flessografia, qual è la posizione dell’industria italiana?
S. C. – Sicuramente nel campo in particolare della flexo, ma non solo, l’Italia è sempre stata all’apice. L’Italia ha insegnato molto a livello mondiale in quanto ad attrezzature. Abbiamo una grande tradizione che è nata sul grande formato e che poi è stata riportata anche in quello che viene considerato il narrow web. Di conseguenza abbiamo un’eccellenza in Italia di costruttori che è ben riconosciuta in tutto il mondo. L’Europa è la prima a livello mondiale per ciò che riguarda l’ innovazione e l’Italia forse è la prima, anche senza il forse, a livello europeo. Quindi i costruttori italiani hanno avuto questa grande qualità di saper costruire e progettare attrezzature sia in termini di flessibilità sia in termini di qualità anche in ciò che viene stampato, perché abbiamo una lunga tradizione. Il converter italiano, come la stampa italiana in genere, è riconosciuto come tra i migliori a livello mondiale, tant’è che i nostri stampatori sono molto apprezzati in tutto il mondo.
Tenendo presente che comunque il mercato europeo è di circa 7 miliardi… l’Italia ha una bella fetta di questa nicchia di mercato. Ripeto l’etichetta esalta un prodotto tradizionale del food italiano come per i vini. L’etichetta è un ulteriore valore aggiunto a questi eccellenti prodotti del food Made in Italy.
Grazie a nome di Lombardi Converting Machinery e di MetaPrintArt
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