Il mondo del lavoro cambia. Ma come? La pandemia ha cambiato il modo in cui le persone si relazionano al lavoro, forse per sempre. Uno studio di Personio, società europea con base in Germania, di software HR per le piccole e medie imprese, nel suo HR Study 2022, uno studio frutto di un programma di ricerca messo in atto dalla società che monitora costantemente l’evolversi del mondo HR, ci dice come e perché. Questa ricerca individua alcuni trend particolarmente critici nel contesto di trasformazione digitale, che stanno vivendo le imprese in ogni paese d’Europa e che impatta in maniera significativa anche sulle PMI italiane.
L’indagine è stata condotta ne febbraio 2022 su un campione di 5000 dipendenti e di 1205 decisori HR (human resources) operanti nelle PMI di tutta Europa. Tra questi 500 dipendenti e 120 decisori HR italiani, ed è complementare all’edizione precedente del marzo 2021, che aveva già evidenziato alcune interessanti tendenze in ambito Risorse Umane.
Soddisfazioni professionali
Il tema principale nel mondo del lavoro 2021 è stata la Great Resignation. Nel corso degli ultimi due anni molte persone hanno rivisto le loro priorità e si sono focalizzate su ciò che ritenevano più importante. Questo ha portato a modalità di lavoro più flessibili e a un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata. Questo atteggiamento non si è ancora esaurito; lo studio di Personio 2022 suggerisce che il 46% dei dipendenti delle PMI in tutta Europa ha in programma di cercare un nuovo lavoro nei prossimi 12 mesi, percentuale che vale anche per il mercato italiano.
I motivi principali per cui le persone tendono a lasciare il lavoro riguardino la sfera personale, e in particolare quella dell’autostima: il 32% a causa di un ambiente troppo stressante, il 31% perché non ritiene di essere giustamente apprezzato o anche solo di non avere sufficienti momenti di feedback costruttivo con i propri superiori; il 30% perché vede poche opportunità di avanzamento di carriera in relazione ai risultati conseguiti, alle competenze sviluppate e all’esperienza maturata.
E non è solo l’incentivo economico che le può convincere a rimanere.
Nuove strategie
In Italia il 40% degli intervistati cita come possibili motivazioni a non lasciare il lavoro un relativo miglioramento del work-life balance, il 39% benefit più interessanti e il 22% opportunità di formazione e sviluppo, tanto più in un contesto nel quale molti dei lavori del futuro – a breve e a medio termine – saranno probabilmente diversi da quelli attuali e consolidati. I lunghi periodi di lockdown, d’altra parte, hanno fatto in modo che in molti rivalutassero il luogo di lavoro come spazio di socialità, ma anche come centro di produttività, e il lavoro stesso come un’opportunità per esprimersi, per migliorare la propria vita e per avere maggiori soddisfazioni.
Pertanto, le PMI hanno l’opportunità di affrontare il tema della Great Re-evaluation in maniera strategica, introducendo nel mix di pratiche gestionali elementi fino a oggi solo parzialmente utilizzati.
Sfida per il settore HR
In un momento in cui sembra che i talenti non siano mai stati così difficili da assumere o da trattenere, la funzione delle risorse umane ha un ruolo vitale e strategico da svolgere. Il 59% dei decisori HR dichiara di non avere abbastanza tempo per gestire lo sviluppo delle persone in modo efficace, il 55% sostiene che dedicare tempo all’amministrazione del personale impedisce loro di focalizzarsi su attività più strategiche.
«Mentre le aziende in tutta Europa sono alla ricerca di competenze – ha commentato Ross Seychell, Chief People Officer di Personio – i risultati dello studio evidenziano quanto sia importante ristabilire un legame con i dipendenti e riconoscere le difficoltà che hanno affrontato negli ultimi anni. Soprattutto le persone che si trovano all’inizio della loro carriera.
«È opportuno che i responsabili delle risorse umane e i datori di lavoro si impegnino a comprendere meglio quali sono le preoccupazioni di coloro che si sentono alienati e trascurati e cosa cercano nel mondo del lavoro. Le aziende che implementeranno una strategia globale HR in grado di soddisfare le esigenze del proprio personale, avranno migliori strumenti per affrontare le insoddisfazioni del personale e per evitare, nel peggiore dei casi, un esodo di talenti.»
Bellissimo! Non conoscevo lo studio ma la tendenza “si tocca con mano” nel quotidiano della mia piccola cerchia.
Il Work Life Balance oggi è più importante dei €100 in più al mese. Le relazioni, il coinvolgimento nella vision aziendale (reale e non sbandierata sul sito per ripulire la reputation), la condivisione e soprattutto un’attenzione vera alla persona oggi sono più centrali che mai e le aziende credo si debbano mettere al passo, altrimenti non sono più attrattive e rischiano di perdere valore (all’interno verso i propri collaboratori e conseguentemente all’esterno verso il mercato).
Ci vogliono manager/imprenditori illuminati come Bruno, altrimenti non cambierà mai nulla. Sono la minoranza , ma io e Carlo facciamo parte di una Community Linkedin (Fior di Risorse) che porta avanti da anni una cultura del lavoro in questo senso.
Ora vi sto scrivendo da casa, a meno di 1 km dall’Opificio Marino Golinelli (dal quale tutti dovremmo avere ben chiari gli insegnamenti e la visione)
Bravo Marco