Si chiama Nobìlita, ed è il Festival della Cultura del Lavoro. Potrà sembrare strano e persino azzardato parlare di cultura nel lavoro, eppure c’è e funziona. Lo abbiamo sperimentato con alcune conoscenze, che ci hanno fatto capire l’importanza di vedere e affrontare il lavoro proprio sotto questo aspetto: ognuno dei propri dipendenti è una risorsa nel vero senso del termine, ma non da sfruttare bensì su cui contare. Che, a differenza dalle risorse della Terra, più ne estrai e più ne trovi.

Questo ‘insolito’ Festival, promosso da Fior di Risorse si è tenuto nei giorni scorsi a Imola e ha attirato, per fortuna, non solo tanti ‘lavoratori’, ma diverse aziende che alla ‘cultura del lavoro’ ci credono veramente.

Occorre subito precisare che questo Festival non è un prodotto aziendale, non gode di supporti politici e, come ci tengono a precisare gli organizzatori, non vive di ‘marchette’.  Fior di Risorse sviluppa da più di 10 anni una Cultura d’Impresa diversa, stimolante, libera dai soliti schemi.

È una Community di persone appassionate che un lavoro l’ha già e che ha deciso di impiegare parte del proprio tempo per costruire qualcosa di nuovo, di diverso, di proprio. È quindi un progetto di grande passione dove ognuna delle Umane Risorse di FiordiRisorse – Una Nuova Cultura del Lavoro  e tutta la redazione del loro mensile  Senza Filtro  si sentono davvero orgogliosi potendo dire: “qui dentro c’è un pezzo di me“.

L’incontro di Imola

Fatte queste premesse, sentiamo dal vivo le impressioni di chi ha partecipato all’ultimo incontro. Lo chiediamo a Christian Tarantino, che si occupa di marketing nel settore della carta per l’industria grafica.

Marco Picasso – Christian, so che lavori nel mondo dell’industria grafica. Hai incontrato colleghi di alcune aziende del nostro settore o del packaging?

Christian Tarantino – Assolutamente nessuno. Anzi si è parlato di una nota industria grafica  non certo in termini entusiastici, dopo gli ultimi “scandali” che sappiamo…

M.P. – Mi puoi fare un esempio di come si applicano le idee di Fior di Risorse nel campo del rapporto fornitore-cliente?

C. T. – Fior di Risorse comprende aziende ma, soprattutto, persone, imprenditori che credono in una cultura nuova del lavoro. Per “nuova” intendo di rispetto, di libertà, di coesione vera di un gruppo, coinvolgimento. Una ‘community’, dove tutti remano per gli stessi obiettivi, proprio perché animati da valori. Le grandi dimissioni del 2021 (e puoi trovare mille articoli, Marco, su questo fenomeno) hanno posto ancora più in evidenza quanto i valori siano i fattori trainanti più importanti per la scelta delle persone quando devono cambiare azienda.

M.P. – Con la pandemia si è sviluppato il lavoro agile. Inteso non tanto come lavoro da remoto, ma un lavoro in cui contano i risultati. Per le aziende che lo hanno adottato, e per i dipendenti questo è un passo avanti. Non credo tuttavia che siano molte le aziende, soprattutto PMI, ad aver afferrato questo concetto e ad averlo applicato con intelligenza.

C.T. – È questo il concetto di base: basta controllo serrato per incompetenza, mancanza di fiducia e misurazione dei kpi solamente quantitativi. Il tempo trascorso in azienda (o fuori, ma comunque lavorando) diventa più importante dello stipendio in sé per sé. Le persone hanno bisogno di identificarsi in aziende che rispecchiano i propri valori, altrimenti i nuovi talenti faranno una selezione del mercato, ma sarà troppo tardi per cambiare.

M.P. – A quali funzioni in ambito aziendale raccomanderesti la partecipazione a Fior di Risorse? Marketing, vendite, produzione, gestione aziendale?

C.T. – Ai vertici aziendali. Assolutamente Amministratori Delegati e CEO, anche della PMI. Certi cambiamenti devono avvenire dell’alto perché certe persone “li sentono”. Altrimenti continuiamo a fare la palestra per i dipendenti, o l’asilo per i bambini (tutte cose utili per carità), ma se i valori non sono nel DNA, quindi assimilati nell’ambito aziendale, le persone non si sentono accolte, capite e non possono dare il proprio meglio. Poi certo, anche i responsabili HR e marketing, ma soprattutto i vertici.

M.P. – Secondo te, quali vantaggi pratici può trarre un’azienda, diciamo medio-piccola nell’applicare i principi di Fior di Risorse?

C.T. – Che si trovano con collaboratori più coinvolti, che si sentono realmente partecipi del progetto e della visione aziendale (purché questa ci sia). Collaboratori che sentono l’azienda come la propria.
Bruno Pisani, manager di un’azienda che opera anche nel campo dell’industria grafica e del packaging, in un incontro su ScambievolMENTE  disse con una metafora, che sarebbe sicuro, se dovesse cadere all’indietro, che i suoi collaboratori sarebbero pronti a prenderlo al volo evitando la caduta.

M.P. – Questa mi sembra una sintesi perfetta della cultura FiordiRisorse.

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Cosa è il Festival

Limitato al momento alla regione Emilia-Romagna, il Festival Nobìlita sta interessando aziende che sanno guardare oltre e avendo visto nel Festival lo strumento perfetto anche per formare i propri collaboratori, da qualche tempo sono sempre presenti.
Vale la pena citarle: Acantho, Aeroporto Marconi di Bologna , Agos, Ammagamma, Banca Etica, Gruppo Camst, Casa Zero, Change Project – Formazione e Consulenza, CIRFOOD, Coopservice, Up Day, Fiabilis Consulting Group Italia, Heinemann Italia, Gruppo Hera, Imola Informatica, Qualtrics XM Institute, Sammontana S.p.A., Vianova, Warrant Hub.

Mentre purtroppo ci sono aziende, che proprio in virtù di una qualche valenza politica, ignorano totalmente il Festival e spesso nemmeno rispondono agli inviti, come se parlare di lavoro non fosse un segnale importante non solo per il territorio, ma anche per ognuno dei propri dipendenti.Nobilita_1

Per approfondire, proponiamo questi due articoli (per i quali contenuti non ci assumiamo alcuna responsabilità) pubblicati da SenzaFiltro:
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Alessandro Zan: Non stampo con chi sfrutta i lavoratori